Indagine Post Mortem/Capitolo 2: differenze tra le versioni

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== Conclusione ==
In questo Capitolo, ho argomentato per la conclusione che (2.2) almeno alcune (se non tutte) di quelle persone nella Palestina della metà del I secolo che affermavano di aver assistito a Gesù risorto, sperimentarono qualcosa che pensavano fosse il Gesù risorto.
 
L'ipotesi alternativa (2.1.1) "queste persone non sperimentarono nulla che pensavano fosse il Gesù risorto, e non credettero che Gesù fosse risorto" è contraddetta dalla considerazione che affermare di aver visto Gesù risorto voleva dire rischiare la sofferenza e la morte. Mentre molte persone nel corso della storia sarebbero state disposte a sacrificare tutto (compresa la propria vita) per ciò che credevano essere vero (anche se in realtà poteva non essere vero), nessun grande gruppo di persone sarebbe stato disposto a sacrificare tutto per quello che non credevano essere veroi e venire condannati da Dio dopo la morte come falsi testimoni (cfr. 1 Corinzi 15:15). Ho spiegato che i discepoli credevano devotamente che un tale Dio esiste e che la volontà dei discepoli di morire per la loro religione può essere dedotta dal fatto che sapevano che il loro capo (cioè Gesù) era stato già crocifisso e tuttavia scelsero di proclamarlo sapendo che un simile destino sarebbe potuto capitare a loro; che furono effettivamente inflitte persecuzioni contro i primi cristiani (come ammise Paolo nelle sue epistole); e che molti di loro furono uccisi (es. Atti 12:2, Flavio Giuseppe ''Antichità'' 20:9). Ho anche sostenuto che la dottrina della risurrezione di Gesù fu fondamentale per la confessione dei primi cristiani di Gesù come Signore, e quindi per il loro comportamento come cristiani, che portò alla loro persecuzione. Inoltre, se i discepoli mentirono sulla risurrezione, è difficile credere che durante i periodi di dura persecuzione avrebbero dimostrato genuina convinzione che Gesù fosse risorto alla presenza di altri cristiani e dei loro persecutori, senza far emergere la menzogna.
 
Che dire dell'ipotesi alternativa (2.1.2), che queste persone non sperimentarono nulla che pensavano fosse il Gesù risorto, e avevano altre ragioni per cui credevano che Gesù fosse risorto? Questo è ''ad hoc'' perché richiede speculazioni su come ex scettici come Paolo e Giacomo, il fratello di Gesù, arrivarono a credere che Gesù fosse risorto senza assistere a quello che pensavano fosse il Gesù risorto. Inoltre, ho sostenuto che, se questi discepoli non avessero sperimentato nulla di ciò che pensavano fosse Gesù risorto, durante i periodi di persecuzione non sarebbero apparsi genuini e coerenti nel testimoniare di aver avuto tali esperienze. L'ipotesi alternativa (2.1.2) è contraddetta anche da considerazioni riguardanti le difficoltà di accettare e proclamare un Messia crocifisso, lo scetticismo popolare sulla risurrezione corporea, i rischi di persecuzione e il loro riverente timore di essere giudicati da [[w:YHWH|YHWH]] come falsi testimoni. Date queste considerazioni, è irragionevole pensare che "più di cinquecento fratelli", gli "altri apostoli", e scettici come Giacomo e Paolo, nonché "i Dodici", possano aver falsamente affermato di aver visto Gesù risorto senza aver visto qualcosa del genere ed essere disposti a essere perseguitati. Si può quindi concludere che videro e provarono qualcosa che pensavano fosse il Gesù risorto.
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Serie cristologica}}
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[[Categoria:Indagine Post Mortem|Capitolo 2]]