Indagine Post Mortem/Introduzione: differenze tra le versioni

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In risposta, l'approccio della [[w:Storia delle religioni|storia della religione]] del diciannovesimo secolo è stato ampiamente criticato per il suo uso stravagante di parallelismi con nuove scoperte di manoscritti di testi religiosi ellenistici e [[w:filologia|ricerche filologiche]] sulle religioni greche, egiziane, iraniane e altre antiche. Come osserva Peppard, "certi termini, concetti e narrazioni delle religioni ellenistiche furono isolati e ingranditi in base alle loro percepite somiglianze con il Nuovo Testamento" e tali somiglianze sono state "inquadrate come influenze decisive sullo sviluppo del cristianesimo primitivo" (Peppard 2011, pag. 15, nota 34). Ignorando importanti differenze, è possibile tracciare paralleli letterari con un gran numero di letterature non correlate utilizzando interpretazioni speculative e fantasiose (Copan e Tacelli 2000, p. 166), e dobbiamo stare molto attenti a non saltare a conclusioni basate solo su paralleli in assenza di altre prove. Altri studiosi mettono in guardia sulla parallelomania, definita come "quella stravaganza tra gli studiosi che prima esagera la presunta somiglianza nei passi e poi procede a descrivere fonte e derivazione come se implicasse una connessione letteraria che scorre in una direzione inevitabile o predeterminata" (Sandmel 1962, p. 1). L'errore della parallelomania può essere facilmente illustrato con esempi:
{{q|What if we told you about a British ocean liner that was about eight hundred feet long, weighed more than sixty thousand tons, and could carry about three thousand passengers? The ship had a top cruising speed of twenty-four knots, had three propellers, and about twenty lifeboats. What if I told you that this ocean liner hit an iceberg on its maiden voyage in the month of April, tearing an opening in the starboard side, forward portion of the ship, sinking it along with about two thousand passengers? Would you recognize the event from history? You might say, ‘Hey, that’s the ''[[w:RMS Titanic|Titanic]]''!’ Well, believe it or not, you would be wrong. It’s the ''Titan'', a fictional ship described in [[w:Morgan Robertson’sRobertson|Morgan Robertson]]’s 1898 book called ''[[w:Il naufragio del Titan|The Wreck of the Titan: or Futility]]''. This book was written fourteen years before the disaster took place, and several years before construction began on the Titanic! (Robertson, WT, website). Here is the point: just as the fictional account of the Titan does not undermine the reality of the sinking of the Titanic, fictional accounts of dying and rising gods would not undermine the historical reality of the life, death, and resurrection of Jesus. The presence of parallels alone proves nothing about borrowing or the historicity of Jesus.|McDowell & McDowell 2017, p. 311}}
the life, death, and resurrection of Jesus. The presence of parallels alone proves nothing about borrowing or the historicity of Jesus.|McDowell & McDowell 2017, p. 311}}
Sandmel nota:
{{q|Paul’s context is of infinitely more significance than the question of the alleged parallels. Indeed, to make Paul’s context conform to the content of the alleged parallels is to distort Paul.|''ibid.'', p. 5}}
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Lo stesso Litwa nota che gli scrittori dei Vangeli erano molto intelligenti e la loro scelta di scrivere nel genere delle biografie storiche indica che al momento della scrittura avrebbero voluto scrivere in modo tale che "le persone istruite le capissero e accettassero come vere, poiché sempre più persone istruite e di alto rango si univano ai movimenti cristiani" (p. 9). Egli nota anche che "in generale, se i lettori non considerano una storia ‘reale’, non la considerano plausibile" (p. 209). Queste considerazioni implicano che i lettori dei Vangeli del I secolo erano preoccupati per la verità, e questo era noto agli evangelisti in modo tale da scrivere nel genere delle biografie storiche. Dato che questi autori intelligenti avrebbero anche saputo che i loro lettori erano in grado di verificare e falsificare alcuni dettagli importanti relativi alla risurrezione di Gesù come sostenuto nel resto di questo libro (ad esempio riguardo alla guardia alla tomba, cfr. il [[Indagine Post Mortem/Capitolo 6|Capitolo 6]]), non avrebbero inventato quei dettagli.
 
Inoltre, ulteriori considerazioni favoriscono l'attendibilità storica dei Vangeli. Ad esempio, il fatto che i Vangeli utilizzino tradizioni recenti e che quelle verificabili (soprattutto Luca) siano prudenti nel loro utilizzo
delle fonti, indica che i Vangeli dovrebbero essere collocati tra le biografie antiche più attendibili, piuttosto che non (Keener 2003, p. 25; per i dettagli, cfr. Keener 2019). Inoltre, mentre molti degli esempi storiografici e le biografici discussi da Litwa furono scritti almeno 100 anni dopo i loro soggetti, i Vangeli furono scritti molto più vicino al tempo di Cristo, e le biografie scritte a memoria viva dei loro soggetti ci si aspettava dovessero fornire informazioni accurate sui loro soggetti (Keener 2019). Per di più, Allison osserva che gli antichi lettori ebrei trovavano il loro passato nei cosiddetti libri storici delle Scritture che erano intesi come riferiti a ciò che era realmente accaduto, e aggiunge che ci sono prove che anche i primi lettori dei Vangeli li comprendessero in tal modo (Allison 2010, pp. 443-445). Habermas (2001b) nota che la natura storica di questi testi è in netto contrasto con [[w:Tammuz (divinità babilonese)|Dumuzi]] e [[w:Inanna|Inanna]], Tammuz e [[w:Ištar|Ištar]], e Iside e Osiride, che non erano persone storiche, e che ci sono altre grandi differenze tra questi racconti e il Nuovo Testamento.<ref>Per esempio, in merito alla storia di Osiride, Habermas (2001b, p. 79) osserva: "Although the story varies so widely that it is virtually impossible to put a single sequence together, Isis rescues Osiris (her husband, brother, or son!) after he is cut up into fourteen pieces and floated down the Nile River! She finds all of the pieces except one and resuscitates him by any of several methods, including beating her wings over his body. In the ancient world, the crux of the story is Osiris’ death and the mourning afterwards, not any resuscitation. Further, either Isis or Horus, their son, rather than Osiris, is the real hero. This myth is another of the vegetation gods with a non-linear, non-historical pattern of thought. Moreover, Osiris does not remain on earth after Isis performs her magic; he either descends to the underworld or is called the sun. Even critical scholar Helmut Koester firmly states, ‘it is never said that [Osiris] rose’. For reasons like these, it would be exceptionally difficult to substantiate any charge of inspiring the New Testament teachings of Jesus’ death and resurrection."</ref> Dato il loro antico contesto monoteistico ebraico, i primi leader cristiani che insistevano nell'adorare solo Dio Creatore avrebbero resistito all'influenza di queste leggende politeistiche in merito alla deificazione delle figure umane (cfr. Loke 2017a; contro Miller 2015, p. 129 ). Infine, l'ipotesi di Fales e altri non tiene conto delle testimonianze di coloro che affermavano di aver visto Gesù vivo dopo la sua crocifissione (Habermas 2001b), che erano note e potevano essere verificate dai lettori dei primi scritti cristiani, e che erano disposti a sacrificarsi per la verità di ciò che vedevano (cfr. i Capitoli da 2 a 4 di questo libro; contro Miller 2015, pp. 8, 15, 195–196).
 
A sostegno della sua affermazione che il cristianesimo mostra somiglianze con le religioni pagane, Carrier cita la dichiarazione di [[w:Giustino (filosofo)|Giustino]] (''[[w:Giustino (filosofo)#La Prima apologia dei cristiani|Prima apologia]]'' 21):
{{q|When we say . . . Jesus Christ the firstborn of God, was produced without sexual union, and that he was crucified and died, and rose again, and ascended to heaven, we propound nothing new or different from what you believe regarding those whom you consider Sons of God.}}
Citando Giustino, Miller (2015) afferma che i primi cristiani comprendevano la storia della risurrezione di Gesù come fittizia piuttosto che di natura storica.
 
Tuttavia, l'affermazione di Giustino (se compresa nel modo di Carrier e Miller) è discutibile alla luce delle considerazioni sopra menzionate, e dovrebbe essere compresa secondo la sua strategia apologetica che cerca di far apparire le credenze cristiane simili a quelle pagane in modo da giustificare la sua affermazione che i pagani non dovrebbero perseguitare i cristiani (''Prima Apologia'' 24). Contrariamente all'interpretazione di Miller e Carrier, è discutibile che nel resto della ''Prima Apologia'', Giustino, essendo consapevole che "la sua argomentazione fino a quel momento avrebbe potuto lasciare ai suoi lettori pagani l'impressione che stava dicendo che non c'è differenza tra le dottrine cristiane e i miti pagani» (Minns e Parvis 2009, p. 139), procede a chiarirsi affermando la superiorità di Cristo in contrasto con lo scopo educativo degli scritti mitologici (''ibid., cit.'' 22,4 e 54,1). In contrasto con "i miti inventati dai poeti" (54.1), Giustino supplica: "E non è perché diciamo le stesse cose che chiediamo di essere accettati da te, ma perché diciamo ciò che è vero" (''Prima Apologia'' 23.1b), insistendo sul fatto che "''solo'' Gesù Cristo è nato in modo speciale quale Figlio di Dio" (23.2a, mio corsivo). Se Giustino avesse inteso la storia della risurrezione di Gesù come fittizia piuttosto che di natura storica, non avrebbe detto agli ebrei quanto segue, il che presupponeva che gli ebrei e i primi cristiani capissero l'affermazione della risurrezione di Gesù come storica quando discutevano se il corpo di Gesù fosse stato rubato:
{{q|...Eppure non solo non ti sei pentito, dopo aver appreso che Egli è risorto dai morti, ma, come ho detto prima, hai inviato uomini scelti e ordinati in tutto il mondo per proclamare che un'eresia empia ed illegittima fosse scaturita da un certo Gesù, un ingannatore galileo, che abbiamo crocifisso, ma che i suoi discepoli lo rubarono di notte dal sepolcro, dove era stato deposto quando fu staccato dalla croce, e ora ingannano gli uomini affermando che è risorto dai morti ed è asceso al cielo.|''[[w:Giustino (filosofo)#Il Dialogo con Trifone|Dialogo con Trifone]]'', 108}}
 
=== Valutare la storicità del Nuovo Testamento ===
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<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" > <references/> </div>
 
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[[Categoria:Indagine Post Mortem|Introduzione]]