Storia della letteratura italiana/Pietro Verri: differenze tra le versioni

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==Pensiero filosofico ed economico==
Il grande merito di Verri consiste nell'aver creato in Lombardia un grande centro di aggregazione illuminista, la rivista ''Il Caffè''. Ciò che desta curiosità rimane il titolo con cui Verri scelse il titolo della sua testata, dovuta al rilevante fenomeno della diffusione dei caffè come luoghi dove poter intraprendere un libero e attuale dibattito culturale, politico e sociale.<ref>Pietro Verri, "Il Caffè", Introduzione, I, 1</ref> Scopo della rivista è la diffusione dell'Illuminismo, che si propone anche di affermare un linguaggio razionale, capace di interpretare la realtà - un linguaggio quindi rapido e concreto, che prende le distanze dal purismo e dal classicismo. Il foglio avrà però vita breve per vari motivi, tra cui la rottura tra Pietro Verri e Beccaria e dalla partenza per Roma di Alessandro Verri.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p= 510 }}</ref>
 
Nei suoi scritti sul dolore e il piacere, Verri sottoscrive le teorie di Helvétius, nonché il sensismo di Condillac, fondando sulla ricerca della felicità e del piacere l'attività dell'uomo. L'uomo, per Verri, tende a se stesso, al piacere, quindi è pervaso dall'idea del dolore, e il suo piacere non è altro che una momentanea interruzione di questo dolore<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p= 480 }}</ref> - tesi che è riscontrabile anche in Schopenhauer e in [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]]. Quest'ultimo potrebbe averla derivata da quella di Verri, essendo ispirato spesso dalla filosofia sensistica settecentesca. Per Verri quindi, la vera felicità dell'uomo non è quella personale, ma è quella a cui partecipa il collettivo, quasi fosse eutimia o atarassia.