Storia della letteratura italiana/Teatro del secondo Novecento: differenze tra le versioni
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Nel dopoguerra il teatro mantiene una continuità con la produzione dell'epoca precedente. Perde tuttavia di importanza la figura dello scrittore che compone testi teatrali per affidarli a una compagnia. Nella drammaturgia del Novecento, l'autore è un uomo di teatro in senso ampio, spesso un attore, che elabora da sé i copioni per gli spettacoli e nella maggior parte dei casi ne cura anche la regia.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=189 }}</ref>
In questo scenario si distinguono le opere di autori come Ugo Betti e Diego Fabbri, che nella forma simbolica del processo e dell'indagine affrontano tematiche morali. Importanti sono anche le esperienze drammaturgiche di alcuni scrittori di cui si è già parlato: in questo caso si possono citare [[../Neorealismo#Il neorealismo nell'Italia meridionale|Vitaliano Brancati]], [[../Tra realismo e sperimentazione#Ennio Flaiano|Ennio Flaiano]], [[../Alberto Moravia|Alberto Moravia]], [[../Tra realismo e sperimentazione#Leonardo Sciascia|Leonardo Sciascia]], [[../Pier Paolo Pasolini|Pier Paolo Pasolini]].<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana |
== Nascita e affermazione del teatro di regia ==
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