Storia della letteratura italiana/Torquato Tasso: differenze tra le versioni

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Il gioco convenzionale della morte degli amanti sfiora la tragedia, ma questa viene allontana dal lieto fine. Le vicende principali su cui si basa questa esile trama non avvengono sulla scena, ma vengono di volta in volta raccontati dai personaggi, in un susseguirsi di colpi di scena e di sorprese.
 
Il mondo dei pastori diventa uno specchio del mondo cortigiano e della sua vita elegante, dando così vita a un modello destinato a durare fino a tutto il Settecento. Due sono le direzioni in cui si muove il poeta: la vita semplice dei pastori, che rappresenta un'evasione dalla via mondana, e gli elementi edonistici tipici della corte. La spontaneità della vita agreste si unisce alle raffinatezze letterarie tipiche della realtà cortigiana. Gli spettatori guardano con compiacenza gli amori dei due innocenti protagonisti, e i cori che chiudono ciascun atto invitano il pubblico a immedesimarsi con i personaggi sulla scena. Lo stile e semplice ma allo stesso tempo manierato. I dialoghi e le effusioni amorose scorrono rapidamente, ma sono comunque ricche di artifici, richiami interni e giochi concettosi.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | pp=379-382 }}</ref>
 
=== ''Re Torrismondo'' ===
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Nell'ultima fase della sua vita Tasso ha scritto opere dedicate per la maggior parte ai personaggi che lo hanno ospitato e offerto protezione. Un esempio è ''Il Monte Oliveto'', scritto nel 1588 per i frati olivetani del convento di Napoli che lo ospitarono. Il poeta esalta la solitudine monastica, che garantisce una vita ordinata.
 
Più ambiziose sono le ''Le sette giornate del mondo creato''. È un poema in endecasillabi sciolti, composto tra il 1592 e il 1594, accanto ad altre opere di contenuto religioso di impronta chiaramente controriformistica, come per esempio ''Le lacrime di Maria Vergine'' e ''Le lacrime di Gesù Cristo'' (entrambi del 1593). Il poema è pubblicato postumo nel 1607. Si fonda sul racconto biblico della creazione ed è suddiviso in sette parti, corrispondenti come dice il titolo ai sette giorni nei quali Dio creò il mondo, e presenta una continua esaltazione della grandezza divina della quale la realtà terrena è un pallido riflesso.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=394 }}</ref>
 
== Note ==