Storia della letteratura italiana/Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni

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{{vedi source|Myricae}}
[[File:Tamarix gallica bloemen.jpg|thumb|Fiori di tamerice, la pianta da cui Pascoli trae il nome per la sua prima raccolta]]
La prima raccolta pubblicata da Pascoli è ''Myricae'' (1891). Compare in un'edizione fuori commercio e inizialmente comprende ventidue poesie dedicate alle nozze di due amici. Nelle edizioni successive la raccolta si è ampliata, e ha raggiunto la sua struttura definitiva a partire dalla quarta, nel 1897. Il titolo è una citazione dalla ''Bucolica'' IV, dove Virgilio afferma di volere innalzare il tono poetico, in quanto «non omnes arbusta iuvant, humilesque myricae» («non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici»).<ref name="Baldi115" /> Pascoli invece pone al centro della sua poesia le piccole cose, di cui le tamerici sono un simbolo. Si tratta per lo più di testi molto brevi, nei quali il poeta si sofferma su alcuni particolari che vengono caricati di mistero e suggestioni, e che sembrano rimandare a una realtà altra. La sintassi è frantumata e viene fatto un uso analogico del linguaggio; Pascoli ricorre a onomatopee e il suono delle parole assume a sua volta un valore simbolico. Riaffiora spesso il tema della morte e per la prima volta si affaccia il nodo centrale della poesia pascoliana, la necessità di riannodare i legami spezzati con la propria famiglia in seguito all'evento luttuoso della morte del padre.<ref name="Baldi116">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=D'Annunzio e Pascoli | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=116 }}</ref><ref name="Ferroni849">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=849 }}</ref>
 
=== I ''Poemetti'' ===
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=== Le altre raccolte ===
Nelle ultime raccolte Pascoli ha ormai assunto la funzione di "poeta ufficiale" della patria, che con i suoi componimenti ne elogia la grandezza e propaganda i valori civili e morali della nazione. Gli spunti per questo tipo di produzione provengono generalmente dall'attualità. Tutte le sue poesie di tipo civile saranno riunite nel 1906 nella raccolta ''Odi ed inni'', che verrà progressivamente ampliata fino al 1913.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | pp=848-849 }}</ref> Accanto a questa c'è anche una produzione di carattere storico, che riprende temi dalla storia medievale, rinascimentale e risorgimentale. Agli anni dell'insegnamento a Bologna risalgono i ''Poemi italici'' (1911-1914) e le ''Canzoni di re Enzio'' (1908-1909). A questa poesia di tipo storico sono riconducibili anche i ''Poemi del Risorgimento'' (1913).<ref name="Ferroni849" />
 
=== I ''Carmina'' ===
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=== Prose ===
Nella sua veste di professore universitario, Pascoli si è dedicato anche all'attività di critico e saggista. La sua poetica viene esposta in maniera organica nel saggio ''Il fanciullino'', pubblicato sul ''Marzocco'' nel 1897. Ha scritto poi saggi letterari su [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]] e [[../Alessandro Manzoni|Manzoni]], e tre volumi dedicati all'analisi critica delle opere di [[../Dante Alighieri|Dante]]: ''Minerva oscura'' (1898), ''Sotto il velame'' (1900), ''La mirabile visione'' (1908). Nonostante le ambizioni dell'autore, questi ultimi incontreranno scarso interesse tra i critici letterari dell'epoca. Nel suo approccio ai testi classici, Pascoli tende a considerarli proiezioni della sua sensibilità: ne sono esempi gli interventi critici su Leopardi, che considera un «divino fanciullo».<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=854 }}</ref>
 
Il poeta ha lavorato anche a libri scolastici, tra cui alcune antologie di letteratura italiana e latina. In generale la prosa pascoliana, lontana dallo stile erudito diffuso all'epoca, ha un tono più pacato e colloquiale. Nei discorsi ufficiali ricorre invece a un tono più sostenuto e a una certa enfasi retorica. Tra questi ricordiamo ''La grande proletaria si è mossa''.<ref name="Baldi118">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=D'Annunzio e Pascoli | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=118 }}</ref>