Storia della letteratura italiana/Letteratura al femminile: differenze tra le versioni

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Nel corso del Novecento la condizione della donna nei paesi industrializzati conosce una significativa traformazione, come conseguenza all<nowiki>'</nowiki>'''emancipazione femminile''' e della diffusione del '''femminismo'''. Dagli anni sessanta le donne si sono inserite sempre più in vari settori lavorativi, e l'organizzazione domestica e familiare ha conosciuto sviluppi tali da consentire loro maggiori liberà e autonomie. Anche la cultura non è rimasta estranea a questo fenomeno e si è assistito a una crescente presenza di donne nella letteratura rispetto al passato. Le autrici si sono dedicate in particolare alla narrativa, raggiungendo risultati molto originali e vicini al filone del realismo critico di cui si è parlato nel [[../Tra realismo e sperimentazione|modulo precedente]].
 
La letteratura al femminile cerca di analizzare la realtà esprimendo un punto di vista nuovo, femminile, che sfugge ai modelli della letteratura "maschile". I romanzi raccontano spesso di personaggi femminili, prestando grande attenzione all'indagine psicologica e alle forme concrete della vita sociale e familiare.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=1134 }}</ref> Tra le esperienze letterarie più intense del secolo vi è senza dubbio quella di Elsa Morante;<ref name="Ferroni1135">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=1135 }}</ref> molto importanti sono state anche scrittrici come Alba De Céspedes, Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg, Lalla Romano.
 
== Donne e letteratura ==
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Esordì nel 1941 con la raccolta di poesie ''Fiore'', quindi pubblicò il libro ''La metamorfosi'' (1951), che raccoglie testi dedicati a sogni. Si dedicò poi a romanzi di ispirazione autobiografica: ''Maria'' (1983), ''Tetto murato'' (1957), ''La penombra che abbiamo attraversato'' (1964). A questo seguì ''Le parole tra noi leggère'' (1969), vincitore del Premio Strega, ''L'ospite'' (1973), ''La villeggiante'' (1975), ''Lettura di immagini'' (1975). In ''Una giovinezza inventata'' narra della sua giovinezza negli anni venti, in cui l'esperienza dell'autrice diventa emblema della giovinezza femminile come lotta per muoversi nel mondo. Tra le ultime opere si ricordano ''Inseparabile'' (1981), ''Nei mari estremi'' (1987), ''Le lune di Hvar'' (1991).
 
Nelle sue opere, che si svolgono tutte in un panorama borghese, si è concentrata sul tema della memoria, senza tuttavia caricarla di un'aura poetica, ma evidenziando come il ricordo si modifichi nel suo farsi racconto e studiando i rapporti tra le persone, i tentativi di comprendere l'estraneità degli altri e il rapporto con una realtà in mutamento. La sua analisi viene portata avanti attraverso una lingua costituita da frasi semplici.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=1141 }}</ref>
 
== Note ==