Storia della letteratura italiana/Galileo Galilei: differenze tra le versioni

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== La prosa scientifica dopo Galileo ==
Il lavoro di Galileo è proseguito da alcuni scienziati che fanno parte della sua scuola. Le traversie e la censura in cui è caduto il maestro inducono però gli allievi a rinunciare al proposito di ampliare il pubblico, limitandosi a scrivere opere che sarebbero circolate solo tra gli specialisti. D'altro canto, i temi delle opere di Galileo finiscono per influenza lo stile e il gusto della letteratura barocca allora più diffusa.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=447 }}</ref>
 
Tra i discepoli di Galileo si possono ricordare Evangelista Torricelli, Vincenzo Viviani e Benedetto Castelli, che nelle loro opere puntano alla chiarezza e all'eleganza stilistica. È però Francesco Redi a seguire coerentemente la via tracciata dal maestro di unire scienza e letteratura. Medico alla corte di Ferdinando II de' Medici e membro dell'Accademia dei lincei, tiene relazioni sia con scienziati sia con letterati e sarà in seguito tra i fondatori dell'[[../Accademia dell'Arcadia|Accademia dell'Arcadia]]. Tra le sue opere si annoverano quindi importanti trattati sul veleno dei serpenti (''Osservazioni intorno al veleno delle vipere'') e sulla generazione degli insetti (''Esperienze intorno alla generazione degl'insetti''), scritti con una prosa controllata, lontana da ogni estremismo. È stato però anche autore di componimenti poetici, come sonetti e odi. Spicca in particolare, per raffinatezza e vivacità, il ditirambo ''Bacco in Toscana'', nel quale il dio fa ad Arianna un elogio dei vini prodotti nella regione.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | pp=371-372 }}</ref>