Storia della letteratura italiana/Eduardo De Filippo: differenze tra le versioni

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La Napoli delle opere di Eduardo è animata da forti sentimenti popolari, e seppur attanagliata dalla miseria mostra sempre il suo lato civile. Il personaggio che porta sulle scene è intriso dei valori che animano quella realtà, a cominciare dall'amore per la famiglia, a cui si affida come luogo in cui è possibile una comunicazione integrale. Ma il suo candore si scontra con la degradazione che caratterizza il mondo che gli sta intorno, e anche la famiglia finisce per venirne coinvolta: il suo personaggio si trova infatti a dover affrontare lacerazioni familiari, diretta conseguenza delle trasformazioni sociali.
 
Nel teatro di Eduardo, inoltre il dialetto abbandona l'irruenza tipica della produzione popolaresca per essere utilizzato in una forma attenuata, calato in un ambiente piccolo borghese. È un napoletano molto semplice e facilmente comprensibile, senza particolari invenzioni espressionistiche. Le vicende si svolgono in interni familiari, come salotti e tinelli, nei quali si consumano i contrasti. Proprio in questi ultimi è evidente l'influenza di Pirandello, di cui talvolta Eduardo riprende la sottigliezza dialettica. Non mancano poi motivi filosofici o ideologici, che fanno la loro comparsa in alcuni drammi.<ref name="Ferroni1063">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 20012003 | Einaudi | Torino | p=1063 }}</ref>
 
Tra le opere più famose di Eduardo si ricordano ''Uomo e galantuomo'' (1922), ''Ditegli sempre di sì'' (1927), ''Sik-Sik, l'artefice magico'' (1929), ''Natale in casa Cupiello'' (1931), ''Non ti pago'' (1940), ''Napoli milionaria!'' (1945), ''Questi fantasmi!'' (1946), ''Filumena Marturano'' (1946), ''Il figlio di Pulcinella'' (1957), ''Sabato, domenica e lunedì'' (1959), ''Il sindaco del rione Sanità'' (1960), ''L'arte della commedia'' (1964), ''Dolore sotto chiave'' (1964), ''Gli esami non finiscono mai'' (1973).