Storia della letteratura italiana/La crisi del XIV secolo: differenze tra le versioni

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I mercanti, seguendo una tendenza inaugurata nel Duecento, investono i loro capitali in latifondi, sfruttando il lavoro dei contadini. Lo sviluppo delle grandi banche porta inoltre all'affermazione di un'economia monetaria, basata sul movimento astratto del denaro. Il crollo del prezzo dei cereali, invece, comporta un calo dei compensi per la manodopera agricola. Da questa condizione di miseria scaturiscono rivolte contadine, che vengono represse nel sangue. In questo contesto anche i princìpi morali che avevano caratterizzato l'età precedente cessano di avere valore; si afferma invece una mentalità più smaliziata, che modifica l'atteggiamento a seconda alla convenienza del momento.
 
In Italia la recessione conduce a una situazione di ristagno economico. Si susseguono guerre locali per il dominio dei territori, dalle quali nasce un nuovo sistema di Statistati regionali che manterrà una sostanziale stabilità fino alla fine del XVIII secolo. I Comunicomuni dell'Italia centro-settentrionale, divenuti deboli con la crisi economica, crollano e si affermano le signorie. Una data particolarmente importante è il 1378, nel quale avvengono tre eventi storici molto rilevanti: la sede papale torna da Avignone a Roma, si consuma lo scisma d'Occidente e avviene il tumulto dei Ciompi (una rivolta delle classi popolari fiorentine, che porterà all'instaurazione di un'oligarchia).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=126-127 }}</ref>
 
== Il contesto culturale ==