Storia della letteratura italiana/La corte di Lorenzo il Magnifico: differenze tra le versioni

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Nel 1464 muore Cosimo de' Medici, che per un trentennio (dal 1434) aveva di fatto ricoperto la carica signore della città, e pochi anni dopo, nel 1469, scompare anche il suo successore, il figlio Piero. Il potere passa quindi al figlio di quest'ultimo, Lorenzo (Firenze, 1º gennaio 1449 – Careggi, 8 aprile 1492), che fino alla sua morte guiderà Firenze seguendo l'esempio del nonno Cosimo. Nonostante Lorenzo aspiri a portare avanti una politica di equilibrio e armonia, sul modello ideale dell'Atene classica, il suo governo coincide con un periodo particolarmente turbolento. La città è attraversata da tensioni, che impediscono di realizzare il sogno di equilibrio coltivato dal signore e dalla sua cerchia. Il momento più difficile è la congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi con il sostegno del papa, che il 28 aprile 1478 costa la vita al fratello minore di Lorenzo, Giuliano. Alla congiura segue una dura repressione, che rafforza il potere di Lorenzo, rendendolo quasi assoluto. Negli ultimi anni della sua signoria, però, la predicazione del domenicano Gerolamo Savonarola diffonde nuove inquietudini che, poco dopo la scomparsa di Lorenzo, spazzeranno via il sogno di questa "novella Atene".
 
Firenze ha un ruolo centrale nella vita politica e culturale della penisola italiana nella seconda metà del Quattrocento. Lorenzo tesse una sapiente rete di relazioni diplomatiche con gli altri Statistati regionali e accresce il prestigio della città come centro culturale di livello europeo. A Firenze si raccolgono artisti, letterati e umanisti impegnati nello studio della cultura greca classica. Viene inoltre fondata una scuola filosofica che si rifà al pensiero di Platone e al platonismo, e che ha in Marsilio Ficino il suo animatore e massimo esponente. Lorenzo però sostiene anche la tradizione municipale e la letteratura in volgare, che attorno al 1470 rifiorisce e si confronta con la nuova cultura umanistica.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | pp= 215-216 }}</ref>
 
Lo stesso Lorenzo de' Medici coltiva diversi interessi, tra cui la letteratura. Questa sua passione era già fiorita quando, poco più che ventenne, aveva ereditato il potere dal padre, e per tutto il corso della sua vita si dedicherà a comporre poesia. Lorenzo non si limita quindi a proteggere artisti e letterati: poeta egli stesso, è consapevole del significato e della portata della cultura che promuove. La sua produzione letteraria è varia e dimostra grande capacità di spaziare tra diversi stili e generi.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | pp= 221-222 }}</ref>