Gesù e il problema di una vita/Capitolo 14: differenze tra le versioni

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Sotto scorta armata romana, Gesù fu portato al luogo dell'esecuizione. Come d'uso per criminali condannati, gli fecero portare in spalla la traversa.<ref>L'idea che Gesù trascinasse l'intera croce è un altro frutto di immaginazione artistica. I romani trovavano più pratico tenere il palo verticale permanentemente inserito al suolo, dove rimaneva come costante monito contro ribellioni e altri crimini.</ref> Indebolito dalla [[w:Flagellazione di Gesù|flagellazione]], Gesù cadde sotto il peso della traversa e i romani ordinarono ad un passante, certo [[w:Simone di Cirene|Simone di Cirene]], di trasportare il legno.<ref>{{passo biblico2|Marco|15:21}}.</ref> Il luogo della crocifissione, al Golgotha ("luogo del cranio")<ref>Anche "[[w:Calvario|Calvario]]" (dal latino ''Calvariae locus'' e più tardi ''Calvarium'' «luogo del cranio», traduzione dall'aramaico ''gūlgūtā'' «cranio, teschio», in greco Γολγοϑᾶ, da cui il latino ''Golgŏtha'' e l’italiano ''Gòlgota''. In arabo جُمجُمَة, ''ğumğuma'') è la collina (secondo la tradizione un ''monticulus'') appena fuori dalle mura di Gerusalemme.</ref> si sarebbe trovato da qualche parte in collina appena fuori della mura cittadine dove il numero massimo della gente potesse vedere ciò che accadeva. E lì, in tarda mattinata, Gesù venne inchiodato alla croce.
 
I vangeli forniscono dettagli sulla crocifissione. Gesù fu crocifisso tra altri due criminali La truce procedura fu supervisionata da alcuni soldati romani al comando di un ufficiale, che passarono il tempo giocandosi a sorte le vesti di Gesù. In uno dei più importanti momenti della storia umana, la gente giocava...<br/>
Dei seguaci di gesù quasi tutti l'aveva disertato. Solo le donne rimanevano, e un discepolo, Giovanni. La folla si riunì ''in loco'', tra cui curiosi ealcuni dei capi religiosi. È una visione orribile ma autentica della natura umana che lo scherno verso Gesù continuasse anche quando fu inchiodato impotente alla croce.<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:38-44}}; {{passo biblico2|Marco|15:16-20,29-32}}; {{passo biblico2|Luca|23:35-36}}.</ref> Soldati, astanti, capi religiosi, persino i criminali affissi vicino a lui, tutti lo ridicolizzarono.
 
Sopra la croce, Pilato aveva fatto affiggere un [[w:titulus crucis|titolo]]: "Gesù il Nazareno, Re dei Giudei". Fu scritto in tre lingue: ebraico, greco e latino. Come certamente desiderava Pilato, il titolo infuriò i capi religiosi.<ref>Come ci fa sapere {{passo biblico2|Giovanni|19:22}}, ai sommi sacerdoti dei giudei, che chiedevano di modificare l'iscrizione da lui apposta sopra la croce, Pilato rispose : "Quod scripsi, scripsi", locuzione latina, che tradotta letteralmente significa: "Quello che ho scritto, ho scritto".</ref> L'insignificante tentativo da parte di Pilato di vendicarsi per essere stato costretto, permise a Gesù di morire con la sua identità proclamata sopra di lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Gli evangelisti considerano molti di questi particolari come compimento di profezie ed i loro resoconti sono intrecciati con riferimenti alle Scritture, specialmente {{passo biblico2|Salmi|22;29}}. Non c'è dubbio inoltre che essi reputarono ciò che accadde quel giorno come un rimarchevole adempimento delle profezie di Isaia sul Servo Sofferente: