Gesù e il problema di una vita/Capitolo 13: differenze tra le versioni

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== Getsemani ==
[[File:Andrea Mantegna 036.jpg|thumb|330px|<small>''Agonia al Getsemani'', di [[w:Andrea Mantegna|Andrea Mantegna]]</small>]]
Il '''[[w:Getsemani|Getsemani]]''' (parola [[w:lingua aramaica|aramaica]] che significa [[w:frantoio|frantoio]])<ref>''Getsemani'' appare nell'originale greco del Vangelo di Matteo ({{passo biblico|Matteo|26:36}}) e quello di Marco ({{passo biblico|Marco|14:32}}) as Γεθσημανή (''Gethsēmanḗ''). Il nome deriva dall'aramaico ܓܕܣܡܢ (''Gaḏ-Šmānê''), che significa "frantoio". Matteo 26:36 e Marco 14:32 lo chiamano χωρίον (''chōríon''), che significa un luogo o una tenuta. Il vangelo di Giovanni dice che Gesù entrò in un giardino (κῆπος kêpos) coi suoi discepoli ({{passo biblico|Giovanni|18:1}}).</ref> è un piccolo [[w:oliveto|oliveto]] poco fuori dalla città vecchia di Gerusalemme sul [[w:Monte degli Ulivi|Monte degli Ulivi]], nel quale Gesù, secondo i vangeli, si ritirò dopo l'[[w:Ultima Cena|Ultima Cena]] prima di essere tradito da [[w:Giuda Iscariota|Giuda]] e arrestato. Il luogo è noto anche come '''Orto degli ulivi'''.
 
Secondo quanto descritto dai vangeli, Gesù, terminata la [[w:ultima cena|cena]] con i suoi apostoli, si avvia verso il [[w:monte degli Ulivi|Monte degli Ulivi]]<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:30}}.</ref> e si ferma nel podere chiamato Getsemani:
{{q|Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare.|{{passo biblico2|Matteo|26:36}}}}
In questo podere, mentre gli apostoli dormono, Gesù prega ed accetta la [[w:passione di Gesù|passione]] che ormai gli si prospetta davanti:
{{q|Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà.|{{passo biblico2|Matteo|26:42}}}}
Poi arriva [[w:Giuda Iscariota|Giuda]] con una folla armata di spade e bastoni mandata dai [[w:sommo sacerdote|sommi sacerdoti]] per arrestarlo; Giuda bacia Gesù, come segno convenzionale:
{{q|Ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!.<br /> E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!". E lo baciò. E Gesù gli disse: Amico, per questo sei qui! Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.|{{passo biblico2|Matteo|26:47-50}}}}
 
Ciò che accadde al Getsemani è un fatto sia straordinariamente rivelatore che profondamente commovente. Gesù chiama Pietro, Giacomo e Giovanni che vadano con lui a pregare. Poi, lasciandoli un po' indietro con istruzioni di stare all'erta, Gesù viene sopraffatto dall'emozione. La descrizione non lascia nulla all'immaginazione:
{{q|Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori."|{{passo biblico2|Matteo|38:46}}}}
Questa è una descizione rimarchevole: Gesù, che finora è stato padrone di ogni situazione, in questi momenti viene assalito da emozioni agonizzanti.
 
Nell'oscurità del giardino, Gesù si confronta con un'ultima tentazione finale e opprimente di rifiutare ciò che gli sta per accadere. Vede quello che la croce gli costerà e gli viene dato un'anticipazione dell'agonia fisica, mentale e spirituale che avrebbe sofferto. La ragione per la straordinaria profondità dell'angoscia di Gesù qui fu, senza dubbio, non la consapevolezza della sofferenza fisica della crocifissione, bensì la conoscenza che sulla croce egli, il Figlio di Dio, avrebbe provato per la prima volta la separazione totale da Dio Padre. Paolo, scrivendo ai [[w:Lettera ai Galati|Galati]], ci dà un'indicazione di quello che Gesù stava confrontando: "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno" ({{passo biblico2|Galati|3:13}}).
 
La tentazione di andarsene ed evitare processo e croce deve essere stata immensa. Tuttavia Gesù la resistette e la sua preghiera si chiuse con "Non come voglio io, ma come vuoi tu". Gesù rifiutò di ribellarsi alla volontà del Padre.
 
Due volte Gesù andò a vedere se i tre discepoli stavano vegliando insieme a lui, ma in entrambe le occasioni li trovò addormentati.<ref>Alcuni sostengono che, poiché i tre si addormentarono, qualsiasi resoconto di cosa disse Gesù deve essere immaginario. Tuttavia, i discepoli avrebbero potuto benissimo udire gli inizi di cosa disse Gesù, o egli stesso avrebbe potuto ripeterlo a loro in seguito, nei quaranta giorni di insegnamento dopo la resurrezione. E comunque c'erano altre persone in giro per Getsemani quella notte, tra cui un misterioso giovane ({{passo biblico2|Marco|14:50-52}}) che avrebbe potutto essere Marco stesso.</ref> Gesù non li aveva mai delusi ma ora, quando aveva bisogno di loro, loro lo deludevano. Tornò infine una terza volta per svegliare i tre addormentati. Ma ormai era troppo tardi per ulteriori recriminazioni o scuse: era arrivato il drappello dell'arresto.
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Serie cristologica}}