Gesù e il problema di una vita/Capitolo 13: differenze tra le versioni

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Gesù raccontò inoltre alcune parabole in cui si confrontava con i capi religiosi. Alcune parlavano di giudizio imminente sulle istituzioni religiose, altre insegnavano come egli si reputasse inequivocabilmente il [[w:Figlio di Dio|Figlio di Dio]].<ref>{{passo biblico2|Matteo|21:28-32,33-46;22:1-14}}; {{passo biblico2|Marco|12:1-12}}; {{passo biblico2|Luca|20:9-19}}.</ref> Gesù sfidò anche i suoi ascoltatori riguardo all'identità del Messia. In questi incontri, Gesù è sempre più aperto sulla sua identità e i capi religiosi sono sempre più ostili a lui.
 
In questo giorno, Gesù insegnò anche sul futuro prossimo e quello distante.<ref>{{passo biblico2|Matteo|24:1-51}}; {{passo biblico2|Marco|13:1-37}}; {{passo biblico2|Luca|21:5-36}}.</ref> Lasciando il Tempio, i discepoli attirano l'attenzione di Gesù sulla magnificanza di tale costruzione. La risposta di Gesù è sorprendente: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata!" ({{passo biblico2|Matteo|24:2}}). In seguito, seduti sul [[w:Monte degli Ulivi|Monte degli Ulivi]] e guardando verso il sontuoso edificio del Tempio, i discepoli, ancora turbati dalle parole di Gesù, gli chiedono: "Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?" ({{passo biblico2|Matteo| 24:3}}). Chiaramente, presumono che la distruzione del Tempio e la venuta di Gesù sarebbero occorse contemporaneamente. Nella sua risposta, Gesù separa questi due eventi: riferendosi alla distruzione del Tempio, Gesù dice che ci sarebbero stati segni di avvertimento e ammonisce i suoi seguaci di fuggire quando avvenissero; riferendosi al proprio ritorno, Gesù implica che non sarà immediato: ci sarebbe stato un periodo lungo e turbolento quando la buona novella su di lui sarebbe stata proclamata di fronte ad aspra opposizione. Ci sarebbero state voci del suo ritorno e sarebbero apparsi falsi Messia, ma i suoi seguaci li avrebbero dovuti ignorare: il suo ritorno sarebbe stato un evento inaspettato, inconfondibile e inevitabile. Per quanto riguarda il tempo del suo ritorno, Gesù dice che è qualcosa che solo il Padre conosce:
{{q|Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.|{{passo biblico2|Matteo|24:36}}}}
La questione essenziale per i suoi seguaci è, Gesù sottolinea, essere fedeli ed essere pronti in ogni momento per il suo ritorno: "Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà" ({{passo biblico2|Matteo|24:44}}).
 
Sebbene non sappiamo cosa fece Gesù il mercoledì, possiamo essere quasi certi che i capi religiosi si radunarono per considerare il da farsi.<ref>{{passo biblico2|Marco|14:1}}</ref> Le confrontazioni del martedì al Tempio avevano confermato che il "problema" di Gesù doveva essere risolto. Egli stava minando la loro autorità, facendo affermazioni blasfeme e, peggio ancora, minacciando il delicato equilibrio di potere che dava ai romani sicurezza e tasse mentre dava ai capi religiosi prestigio e prosperità. La dichiarazione di Gesù che egli era il Messia, il suo supporto popolare e la sua assoluta imprevedibilità richiava di provocare una catastrofe. Venerdì sera sarebbero iniziate la festività della [[w:Pesach|Pesach]] e con essa alte aspettative di intervento divino. Gesù era troppo pericoloso per permettergli di restare in libertà; dovevano agire velocemente e farlo morire per il tramonto di venerdì.
 
Ottenere tale obiettivo poneva dei problemi. Il Sinedrio non aveva potere di mandare a morte le persone, pertanto qualsiasi esecuzione doveva essere fatta dai romani. Tuttavia, far [[w:crocifissione di Gesù|crocifiggere Gesù]] dai romani aveva un grande, per quanto brutale, vantaggio. Le Scritture affermavano che chiunque fosse "appeso a un albero" era maledetto<ref>{{passo biblico2|Deuteronomio|21:22-23}}: "Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a morte e appeso a un albero, il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché l'appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore tuo Dio ti dà in eredità."</ref> e pareva un modo sicuro per distruggere le affermazioni messianiche di Gesù, svergognandolo pubblicamente con una maledizione di Dio.
 
Ma come arrestarlo? Gesù manteneva un grande supporto tra la folla volatile. Uno scontro di alto profilo alla luce del giorno nelle strade strette e affollate di Gerusalemme poteva innescare disordini civili che, a loro volta, sarebbero incorrsi in rappresaglie romane. Bisognava trovare un modo alternativo e più discreto per arrestare Gesù. E qui, convenientemente, entra in ballo [[w:Giuda Iscariota|Giuda Iscariota]].<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:14-16}}; {{passo biblico2|Marco|14:10-11}}.</ref> Accettando di tradire Gesù, Giuda rese le cose più semplici. Con una spia interna, i capi religiosi potevano ora essere informati su dove Gesù poteva essere arrestato in tutta sicurezza.
 
Le cause per cui Giuda tradì Gesù sono state oggetto di interminabili discussioni, trattati, romanzi, film e via dicendo. A meno di essere un anticipo, i denari promessigli – gli infami "trenta denari" – non erano una gran somma. È più probabile che Giuda fosse rimasto deluso. Potrebbe essere che, forse l'unico dei Dodici, Giuda avesse capito che Gesù aveva scelto di essere un servo soffrente piuttosto che un re regnante, e non volesse farne parte. In definitiva, tuttavia, i suoi motivi ci eludono.
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== L'Ultima Cena ==