Gesù e il problema di una vita/Capitolo 12: differenze tra le versioni

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=== Figlio dell'Uomo ===
L'espressione '''''Figlio dell'uomo''''' appare sovente nella Bibbia sia nella forma ebraica ''ben-adhàm'' (con la variante aramaica ''bar ʿenàsh'') che nella traduzione greca υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου, ''hyiòs toû anthròpou'', operata dagli agiografi del Nuovo Testamento.
Di essa c'è traccia anche nella letteratura [[w:Apocrifo|apocrifa]] (per esempio [[w:Libro di Enoch|Libro di Enoch]] e [[w:Apocalisse di Esdra|4 Esdra]]).
 
Il ''duplice nome'' di "Figlio dell'Uomo" e di "Figlio di Dio", attribuito a Gesù Cristo nei quattro Vangeli, riecheggia la presenza di questi titoli negli scritti profetici dell'Antico Testamento e fu argomento utilizzato per affermare che Gesù è vero Dio e vero Uomo, due nature divina e umana nello stesso corpo-anima-spirito, come affermato dal [[w:diofisismo|diofisismo]] e dalla [[w:definizione di Calcedonia|definizione di Calcedonia]].
 
Nel Nuovo Testamento l'appellativo "Figlio dell'Uomo" si riferisce sempre a Gesù ed è uno dei titoli con il quale egli stesso molte volte preferisce auto-designarsi, in segno di adempimento delle profezie. Per esempio cfr. {{passo biblico2|Matteo|8:20}}.
 
Nei vangeli sinottici ricorre 66 volte, incluso Giovanni ricorre circa 80 volte, quante nel [[w:Libro di Ezechiele|Libro di Ezechiele]]; al di fuori di essi ricorre in {{passo biblico2|Atti|7,56}}, in {{passo biblico2|Eb|2,6}}, e tre volte in {{passo biblico2|Ap|1,9}}, {{passo biblico2|Ap|1,13}} e {{passo biblico2|Ap|14,14}}.
 
Questa locuzione pone l'attenzione sul fatto che Gesù sia anche un essere umano essendo ''nato da una donna'', [[w:Maria (madre di Gesù)|Maria]] che l'ha concepito e partorito (cfr. {{passo biblico2|Galati|4,4}} e {{passo biblico2|Lc|1,34-36}}), sebbene con un'[[w:Incarnazione (cristianesimo)|incarnazione]] per opera dello Spirito Santo nel grembo dell''"unica donna del genere umano che partorisce un figlio, essendo Vergine e Immacolata da peccato''.
 
In altri termini questa espressione vuole puntualizzare lo stretto legame di parentela esistente fra Gesù Cristo e il genere umano oltreché ovviamente essere tesa ad esaltare la sua funzione salvifica (in virtù del passo di {{passo biblico2|Dan|7,13}} - cfr. di seguito).
 
Non può sfuggire una certa affinità (per assonanza e contenuto) con altri due titoli attribuiti a Gesù:
* Figlio di [[w:Davide|Davide]] (in quanto, benché Gesù abbia sottaciuto su questo argomento, egli era unanimemente ritenuto dai suoi seguaci come l'erede del regno in virtù della sua discendenza davidica):
{{q|Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!"|{{passo biblico2|Marco|10:47}}}}
* [[Figlio di Dio]] (in quanto di origine divina):
{{q|Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio|{{passo biblico2|IGv|4:15}}}}
 
Nei Vangeli l'espressione "Figlio dell'Uomo", appare sempre pronunciata da Gesù che stando a quanto possiamo dedurre da {{passo biblico2|Mc|8:29-31}} e Mc {{passo biblico2|Mc|14:61-62}} la doveva ritenere particolarmente importante per chiarire il senso delle profezie che andava ad adempiere in parole e opere.
 
Gli studiosi cristiani la ritengono come un ''modo discreto'' al quale Gesù ricorreva per rivendicare con forza la sua messianicità ma nel contempo usando l'accortezza di non allarmare i suoi ascoltatori.
Questa considerazione di fondo giustifica il fatto che essa sia utilizzata in un ampio e vario spettro di ''ambiti d'uso'':
* in {{passo biblico2|Mc|8:38}} è collegata all'idea del trionfo escatologico: ''“...anche il Figlio dell'Uomo si vergognerà di lui...”'',
* in{{passo biblico2|Mc|8:31}} si parla della ineluttabilità delle sofferenze: ''“E cominciò ad insegnar loro che il Figlio dell'Uomo doveva molto soffrire...”'',
* in {{passo biblico2|Mc|2:27-28}} è legata alla realtà immediata di Gesù che predica ed opera miracoli: ''“E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato»”'',
Non dimentichiamo che peraltro il suo modo di parlare doveva apparire enigmatico a molti degli ascoltatori (cfr. {{passo biblico2|Gv|12:34}} ''“Chi è questo Figlio dell'Uomo?”).''
 
In {{passo biblico2|Gv|3:14}}, Gesù Cristo compie un parallelismo fra il Figlio dell'Uomo e il serpente di bronzo (Numeri 21,39) che Mosè fece costruire per tenere lontani i veri serpenti velenosi che uccidevano fra il popolo di Israele. In {{passo biblico2|Ap|1:15-16}}, si trova la descrizione del Figlio dell'Uomo come uno che ha piedi di bronzo fuso a fuoco e una bocca dalla quale sporge una spada affilata dai due lati, metafora possibile della lingua biforcuta di un serpente. E Gesù afferma che si dovranno affidare al Figlio dell'Uomo, così come Mosè dovette affidarsi al serpente di bronzo.
 
Gesù si proclama Maestro e Signore ({{passo biblico2|Gv|13:13}}), non servitore di alcuno ({{passo biblico2|Gv|15:15), e tuttavia figlio dell'uomo servitore ({{passo biblico2|Mt|20:28}}) e Colui che serve ({{passo biblico2|Lc|22:27), ''sempre prima persona''. Nel complesso, è il servitore di Dio Padre, non tenuto a servire alcun uomo in quanto Signore Dio e Re, e che da solo liberamente sceglie di farsi servitore del prossimo (come nella lavanda dei piedi agli apostoli) per lasciare al genere umano l'esempio da imitare.
 
Parimenti in Luca 17.26 e in Matteo 14.37, si riferisce al ritorno del Figlio dell'Uomo, associando tale giorno allo stesso tipo di segnali celesti che si manifestarono nella natura quando ci fu il [[w:diluvio universale|diluvio universale]] o fuoco e zolfo su [[w:Sodoma|Sodoma]] e [[w:Gomorra (città)|Gomorra]] ai tempi di [[w:Lot|Lot]].
 
Altri passi in cui compare l'espressione "Figlio dell'uomo" si trovano nel [[w:Libro di Enoch|Libro di Enoch]], conservato in lingua etiope, e nel [[w:Apocalisse di Esdra|IV Libro di Esdra]].
 
==== L'interpretazione ebraico-messianica ====
Nella letteratura apocalittica offerta dal profeta Daniele, l'espressione ebraica בר אנש ''Bar-’enash'', traducibile come ''Colui che possiede le qualità di Adamo ''prima'' della cacciata dal [[w:Giardino dell'Eden|Giardino dell'Eden]]'', era senza peccato, incorruttibile (senza divenire) e immortale (Lettera gli Ebrei 4:15).
 
Solamente quando il Gesù Cristo, Messia e Re, offerse la sua vita in croce quale sacrificio espiatorio, si spoglia volutamente di questi attributi, in adempimento delle profezie (Fil 2,5-9), condividendo in tutto la condizione umana fuorché nel peccato.
 
Perciò, "Figlio dell'uomo" è uno dei nomi col quale il Messia stesso si chiamò, per far comprendere a tutti la sua incarnazione in un corpo umano ed espiare così i peccati dell'uomo (Is 53,10). "Figlio dell'uomo" è inteso come "stirpe dell'uomo" (Adam) o "genere umano": con la resurrezione dai morti vincere la morte una volta per sempre, per non morire mai più (Sal 16,8-10).
 
==== L'interpretazione cattolica ====
Secondo i teologi cattolici, questo libro, appartenente al canone ebraico ([[w:Tanakh|Tanakh]]), alla sezione degli scritti ([[w:Ketuvim|Ketuvim]]), ha dato luogo all'uso dell'espressione "figlio dell'uomo" riferito al Messia atteso dal popolo ebraico.
 
Oltre ai numerosi passi in cui Gesù chiama sé stesso come il "Figlio dell'Uomo", parlando in prima persona, i Vangeli hanno diversi passi in cui l'Evangelista, parlando in terza persona, sceglie di chiamare Gesù in questo modo: Gv 9,35-38, e nei tre sinottici, Mt 26, 63-64; Mc 14, 61-62; Lc 22, 66-69, dove proclama nel corso del [[w:Processo di Gesù|processo davanti al Sinedrio]]. Nella narrazione evangelica, Gesù era il Messia di Dio e il Figlio dell'Uomo presente nelle profezie, e fu condannato per non aver mai negato questa verità. Al riguardo disse:
 
{{q|Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.|{{passo biblico2|Matteo|5:17-20}}}}
 
Per l'interpretazione detta, alla giustizia (distributiva e compensativa), Gesù aggiunse il gratuito dono della propria vita, offerta per amore del genere umano, per rendere di nuovo possibile la vita eterna in Paradiso.
 
Gli evangelisti non usarono per caso o per coincidenza fortuita le stesse parole delle profezie dell'Antico Testamento. Al contrario prestarono attenzione ad usare proprio le stesse parole, oltre a riferire le parole di Gesù che disse che tutto doveva adempiere le profezie, e "nemmeno uno iota" di quanto detto nell'Antico Testamento sarebbe stato tolto o negato.
 
Il nodo critico è una questione di fede: accettando che Gesù Cristo è Dio, in quanto perfetto, onnisciente e Sommo Bene, non può mentire o sbagliarsi nel dire che le parole dei profeti erano a Lui riferite, che Egli è il Figlio dell'uomo delle profezie. Anche per testimoniare questo, permise che fosse condannato a morte.
 
==== L'interpretazione del Gesù storico ====
Secondo il teologo [[w:Géza Vermes|Géza Vermes]], uno dei maggiori studiosi del [[w:Gesù storico|Gesù storico]] e di controtendenza, l'espressione "Figlio dell'uomo" sarebbe un'[[w:Frase idiomatica|espressione idiomatica]] tipica e frequente nella [[w:aramaico|lingua aramaica]] così come parlata in [[w:Galilea|Galilea]], usata dagli abitanti per riferirsi a sé stessi.
 
Nel [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]], non sarebbe usata per una singola persona, ma per l'insieme dei "Santi dell'Altissimo" (Vermes: 181), e l'interpretazione messianica del Libro di Daniele (Figlio dell'uomo= Messia) sarebbe del II° secolo, quindi non del profeta. Parimenti, nel Vangelo non avrebbe un carattere titolare (Vermes:197).
 
In sintesi, il titolo "Figlio dell'Uomo" era il titolo preferito di Gesù. Di primo acchito, abbiamo visto che "Figlio dell'Uomo" è abbastanza strano e termine insignificante. Potrebbe essere stato usato come modo indiretto per parlare di se stessdi o, come "''un''figlio dell'uomo" poteva semplicemente significare "un uomo". Certamente, per le autorità romane, il termine sarebbe sembrato totalmente insignificante e del tutto non minaccioso. Tuttavia per gli ebrei che conoscevano le Scritture, era cosa ben differente. Gesù si riferiva a se stesso non come "un figlio dell'uomo" bensì come "''il'' Figlio dell’Uomo". Nel farlo, si riferiva ad una dei brani più importanti sul Regno nell'Antico Testamento. Nel [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] ci sono svariate visioni e in una di esse Daniele vede Dio – " l'Antico di giorni" – assiso in trono e che inizia a giudicare il mondo:
{{q|Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto.|{{passo biblico2|Daniele|7:13-14}}}}
Questo Figlio dell'Uomo è una figura portentosa degna di adorazione. È inoltre associato col Regno di Dio nella potenza: questo regno universale ed eterno è suo. I certi punti, l'uso del termine "il Figlio dell'Uomo" fatto da Gesù è indubbiamente collegato con questo brano, come quando viene processato dal Sinedrio: lì la dichiarazione di Gesù che egli è il Figlio dell'Uomo che siederà alla "destra di Dio" provoca una vera baraonda e accuse di blasfemia:
{{q|Gesù rispose: "Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo".|{{passo biblico2|Marco|14:62}}}}
Affermando di essere "''il'' Figlio dell’Uomo" Gesù dichiarava di essere il re del Regno eterno.
 
=== Signore ===