Gesù e il problema di una vita/Capitolo 10: differenze tra le versioni

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Primo, le parabole permettono una ''confrontazione diretta''. In molte società tradizionali esiste una forte sensibilità per la vergogna e l'onore, e l'abitudine occidentale moderna di andare "dritti al punto" è veramente troppo brusca. In tali società, le parabole sono comuni perché forniscono un modo di dire cose impopolari senza infliggere una vergogna pubblica. Persino oggigiorno, chiunque lavori nel Medio oriente o in Asia impara presto a stare molto attento a storie che gli vengono dette, nel caso celassero un messaggio occultato. Quindi, per esempio piuttosto che criticare direttamente un impiegato in pubblico per essere arrivato tardi, il direttore potrebbe invece raccontare una storia di come, una volta, un certo impiegato ritardatario ebbe il proprio stipendio decurtato. La persona presa di mira avrebbe certamente riconosciuto l'ammonimento. A volte, Gesù usava le parabole proprio per questa ragione. Pertanto, piuttosto che attaccare direttamentre dei Farisei ipocriti, Gesù narrava storie del tipo "[[w:Parabola del fariseo e del pubblicano|la parabola del fariseo e del pubblicano]]" e quella del "[[w:Parabola del figlio prodigo|figlio prodigo]]".<ref>Alla fine Gesù fece attacchi diretti contro tali persone ({{passo biblico2|Matteo|23}}); chiaramente il messaggio velato delle parabole era stato ignorato.</ref>
 
Secondo, la parabole forniscono ''protezione nell'ambiguità''. Poiché sono un modo indiretto di comunicazione, possono fornire un modo di fare un'affermazione impegnativa senza provocare turbolenze. In alcune occasioni, le parabole di Gesù servono proprio a questo. Dopotutto, il Regno di Dio era un argomento pericoloso e Gesù aveva molti nemici. Si pensi, per esempio, a riproporre la parabola del granello di senapa in un'affermazione aperta: "il Regno crescerà e crescerà funché si estenderà in tutto il mondo e i Gentili ne faranno parte". Messa così, la faccenda avrebbe sicuramente scandalizzato le autorità religiose ebraiche e allarmato i romani. Ma espressa in forma di parabola, era differente. Coloro che erano "sintonizzati" con ciò che Gesù stava dicendo, ne avrebbero capito il significato; chiunque altro lo avrebbe trovato estremamente enigmatico.
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Terzo, le parabole ''separano i cercatori dai semplici curiosi''. Gesù cercava persone pronte ad essere suoi discepoli: desiderava impegno, non curiosità. E qui le parabole servivano da grande filtro per i suoi ascoltatori. Producevano due reazioni: alcuni avrebbero ascoltato le storie e poi se ne sarebbero andati, sentendosi tutt'al più intrattenuti e leggermente perplessi; altri si sarebbero sentiti stimolati e interessati da ciò che avevano udito e avrebbero poi potuto cercare Gesù, chidendogli: "Maestro, ho pensato a ciò che hai detto: vuoi veramente dire questo...?"
 
Esaminando i miracoli nel Capitolo precedente, abbiamo visto come essi, nel bene e nel male, dividevano le persone: le sfidavano ad accettarlo oppure a rifiutarlo. Le parabole fanno lo stesso. Purtroppo, per alcuni, l'insegnamento di Gesù non ebbe un impatto istruttivo: confermò solo come avessero già rifiutato Dio.
 
== La Potenza e la Passione ==