Gesù e il problema di una vita/Capitolo 10: differenze tra le versioni

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==== Del figlio prodigo ====
[[File:Rembrandt-The return of the prodigal son.jpg|thumb|250px|<small>Il ritorno del figliol prodigo, in un dipinto di [[w:Rembrandt|Rembrandt]]. Si nota l'immagine del padre come un uomo con la mano sinistra maschile e la destra femminile</small>]]
Questa storia nota come la parabola del ''figlio prodigo'', o anche parabola del ''figlio perso e ritrovato'' oppure parabola del ''padre misericordioso'', è la terza in una sequenza che riguarda il ritrovare cose perse. Il contesto di questa parabola è che i Farisei si lamentavano che Gesù si associava con "peccatori"<ref>{{passo biblico2|Matteo|13:45-46}}; la parabola del tesoro nascosto ({{passo biblico2|Matteo|13:44}}) ribadisce lo stesso punto.</ref> e la storia fa parte della risposta di Gesù. Il Vangelo di Luca la presenta come ultima di una trilogia composta anche dalla parabola della pecora smarrita ({{passo biblico2|Luca|15,4-7}}) e dalla parabola della moneta smarrita ({{passo biblico2|Luca|15,8-10}}).
 
Il termine figlio prodigo si riferisce ad un figlio che ritorna a casa dopo aver sperperato le sue ricchezze; l'espressione ha anche acquistato un senso più ampio in riferimento a chi non segue le aspettative di chi lo ha iniziato alla vita o ad una carriera. Un'altra interpretazione è quella della vecchia e nuova alleanza. Il figlio maggiore rappresenta il vecchio testamento che rimane nella casa del Padre, ed il vitello grasso che viene citato è lo stesso Gesù che viene sacrificato per la salvezza del mondo.
{{q|Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".|{{passo biblico2|Luca|15,11-32}}}}
Anche se questa parabola è tradizionalmente ricordata come ''il figlio prodigo'', questo titolo non è presente nel vangelo e molti commentatori sostengono che sarebbe meglio chiamarla ''il figlio perso e ritrovato'',<ref>{{cita web | 1 = http://www.sanpietrodisorres.it/padre.htm | 2 = Il figlio prodigo e il Padre misericordioso | 3 = 09-10-2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100316222904/http://www.sanpietrodisorres.it/padre.htm | dataarchivio = 16 marzo 2010 | urlmorto = sì }}</ref> anche in riferimento alle due parabole immediatamente precedenti della [[w:Parabola della pecora smarrita|pecora perduta]] e della [[w:Parabola della moneta smarrita|moneta smarrita]]. Infatti in tutte e tre il tema è la preoccupazione di Dio verso il peccatore pentito a preferenza di chi è rigorosamente giusto. D'altronde "prodigo" non significa perso ma significa dissipatore.
 
Altri commentatori preferirebbero il titolo ''il padre misericordioso''<ref>{{cita web|http://digilander.libero.it/donnico62/LaParola/IVQuaresimaC.htm|La Parabola del figlio o del Padre?|09-10-2009}}</ref> sottolineando che il vero [[w:protagonista|protagonista]] non è tanto il figlio prodigo quanto il padre che aspetta, che accoglie, che fa festa.
 
La parabola, che si trova solamente nel Vangelo di Luca, esprime bene la [[w:teologia|teologia]] distintiva di Luca dell'amore e della misericordia di Dio<ref>{{cita libro|Cosmo|Ruppi|Il vangelo della misericordia. Riflessioni sul Vangelo di Luca|1996|SEI|Torino}}</ref>. Il perdono del figlio non è condizionato da buoni propositi; il padre infatti lo accoglie ancor prima che abbia la possibilità di parlare e di esprimere il proprio pentimento. Tale misericordia è ben espressa dalle ''azioni'' del padre stesso. Nella parabola è lui a compiere ''il primo passo''. Il racconto di Luca (secondo la versione CEI/Gerusalemme) dice infatti che: "Quando era ancora lontano... gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò " ({{passo biblico|Luca 15,20}}). Una misericordia incondizionata motivata dal ''ritrovamento'' del figlio ''perso'', ''morto'' e ''ritornato in vita'' (''Nuova Riveduta''. Luca 15, 32).
 
Interessante è la chiusura della parabola, quando uno si aspetta una celebrazione universale di festa e un "...e vissero contenti e felici", la storia inaspettatamente ha un colpo di scena. Il figlio maggiore, che restando a casa doveva esser sembrato l'eroe della storia, ora viene mostratto amareggiato e scontento. Il suo rifiuto di unirsi alle celebrazioni significa che fa un insulto al padre. L'amore generoso del padre per il fratello ritornato lo irrita e infiamma così tanto da rivelarlo come un ribelle. Il figlio perduto è stato ritrovato, ma il figlio che non si era accorto di esser perduto rimane perso.
 
==== Del buon samaritano ====