Gesù e il problema di una vita/Capitolo 4: differenze tra le versioni

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Al tempo di Gesù, l'influenza della cultura greca era inevitabile, persino in Galilea. Cinque chilometri a nord di Nazareth stava la città di stile greco [[w:Zippori|Zippori]] (Σέπφωρις, ''Sépphōris''), che era in fase di ricostruzione agli inizi del primo secolo. Ci vien detto che il padre di Gesù,<ref>I vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù è Dio: Maria lo concepì miracolosamente per intervento dello Spirito Santo (Vangelo di Giovanni), senza aver avuto unione di carne con il suo promesso sposo Giuseppe che, inizialmente intenzionato a ripudiarla in segreto, fu messo al corrente di quanto era accaduto da un angelo apparsogli in sogno e accettò di sposarla e di riconoscere legalmente Gesù come proprio figlio. Perciò la tradizione lo chiama "padre putativo" di Gesù (dal latino ''puto'', "credo"), cioè colui "che era creduto" suo padre (sulla scorta di {{passo biblico2|Luca|3:23}}, ma cfr. anche {{passo biblico2|Matteo|13:55}}).</ref> Giuseppe, era un carpentiere (''téktón'', anche "falegname") e, poiché Gesù seguiva il di lui mestiere, avrebbe potuto lavorare anche là, a Zippori, ed esser esposto alla cultura greca.
 
Le reazioni degli ebrei all'ellenizzazione variavano. Alcuni aspetti erano considerati innocui o persino ben accetti; altri erano molto dibattuti. Per esempio, l'atletica greca richiedeva la nudità e l'educazione greca includeva la filosofia pagana. Fino a che punto un vero ebreo poteva essere coinvolto in entrambi? Alcuni aspetti dell'ellenizzazione erano reputati decisamente malvagi dagli ebrei più religiosi: i templi ed i teatri greci raffiguravano i numerosi dei e dee greci. E più ti ellenizzavi, e più difficile diventava rimanere ritualmente puri.<ref>Un effetto collaterale dell'ellenizzazione fu la crescente popolarità della traduzione greca dell'Antico Testamento, la ''[[w:Septuaginta|Septuaginta]]'', spesso indicata pure con '''''LXX'''''.</ref>
 
== La potenza romana ==
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Quando i romani presero il controllo della Palestina nel 63 p.e.v., seguirono quella che ormai una procedura operativa standard: cercarono dei re locali adatti e che potessero essere controllati a distanza e facessero il loro sporco lavoro.
 
Dopo un periodo di caos, questa politica produsse [[w:Erode il Grande|Erode il Grande]], uno dei personaggi storici più spiacevoli. Emerso re indiscusso nel 37 p.e.v., Erode regnò su na vasta area geografica fino al 4 p.e.v. Furbo, avido, spietato e guardingo, Erode si adattava perfettamente agli scopi romani. Sotto Erode, le tasse venivano pagate a Roma e i piantagrane venivano velocemente e permanentemente eliminati. Considerato solo ebreo a metà dai suoi sudditi, Erode preferiva la cultura greca e si dilettava in progetti edilizi sontuosi. Il suo successo più famoso – ancora in costruzione alla sua morte – fu il [[w:Erode il Grande#Il tempio di Gerusalemme|Tempio di Gerusalemme]], una struttura costruita in gran parte per pacificare quei critici che dicevano che egli non era un vero re ebreo.
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=== Impatto ===
 
Col tempo, la diffidenza di Erode si incupì diventando una paranoia omicida. Face assassinare molte persone, quasi sicuramente uno zio, due sommi sacerdoti, una suocera, tre figli (incluso un erede) e la sua moglie preferita. Erode ricorre nel resoconto di Matteo sui [[w:Re magi|Re magi]] che cercavano il bambino Gesù, e il suo ritratto in tale episodio – paranoico, ingannevole, preoccupato della sua ebraicità e talmente brutale da assassinare i neonati maschi di Betlemme (la cosiddetta [[w:strage degli innocenti|strage degli innocenti]], {{passo biblico2|Matteo|2:1-18}}) – risponde perfettamente alla realtà storica.
 
Erode morì nel 4 p.e.v.<ref>L'apparente paradosso che Erode visse oltre la nascita di Gesù ma riuscì comunque a morire prima dell'1 e.v. è il risultato di un errore di calcolo quando il calendario moderna fu creato nel sesto secolo dal monaco [[w:Dionigi il Piccolo|Dionysius Exiguus (Dionigi il Piccolo)]].</ref> e il suo regno venne suddiviso in tre parti, spartito tra i tre figli sopravvissuti, [[w:Erode Archelao|Archelao]], [[w:Erode Antipa|Antipa]] e [[w:Filippo (tetrarca)|Filippo]]. All'epoca del ministero di Gesù, Antipa e Filippo erano ancora regnanti sulle rispettive porzioni, ma Archelao era stato rimosso da Roma per incompetenza. Come risultato la Giudea e la Samaria furono messe sotto il controllo diretto di Roma e vennero governate da una serie di governatori, appunto, il più famoso (o infame) dei quali fu [[w:Ponzio Pilato|Ponzio Pilato]].
 
I romani diffidavano della Palestina e degli ebrei. Non avevano mai capito questo popolo semitico né la loro fede ebraica e consideravano la Palestina un covo di vipere, una rivolta in attesa di esplodere. Inevitabilmente in una tale regione turbolenta, il dominio romano veniva mantenuto con metodi spietati: una rete di informatori, l'uso di arresti immediati e la veloce, pubblica e crudele esecuzione degli agitatori.
 
=== Impatto ===
Al tempo di Gesù, un esercito su vasta scala e permanente controllava l'esteso [[w:Impero romano|Impero Romano]]. Tale esercito doveva essere pagato e questo significava che gli stati conquistati dovevano versare tasse pesanti. Alessandro e i suoi compatrioti potevano aver avuto un'elevata visione della diffusione della cultura greca nel mondo, ma i romani volevano solo sicurezza e tasse. Questo approccio pratico significava che i romani erano disposti a permettere una considerevole quantità di libertà legale e religiosa ai territori conquistati a patto che non fossero una minaccia per la stabilità e redditività. Significava inoltre che i romani erano contenti di appoggiare mostri come Erode il Grande purché fornissero sicurezza e tasse. Le implicazioni per la fede ebraica erano chiare: fintanto che arrivavano i soldi e non c'era minaccia di ribellione, gli ebrei potevano continuare con la loro religione.
 
== Le reazioni ebraiche ==
[[File:Matthias Stom - Christ and Nicodemus.jpg|thumb|240px|<small>''Gesù e Nicodemo'', di [[w:Matthias Stomer|Matthias Stomer]] (c.1640)</small>]]
La doppia minaccia della cultura greca e potenza romana produsse una crisi nell'ebraismo. Era impossibile osservare i requisiti della Legge in una terra governata dai romani e colma di influenza greca. Come si poteve essere una nazione santa quando venivi corrotto da una cultura aliena e dominato da una razza empia?
 
All'epoca di Gesù, esistevano diverse reazioni a questa crisi. Una reazione era quella della ''separazione''; cercar di essere distintamente differente da coloro che ti circondavano. Tale era la politica dei ''[[w:Farisei|Farisei]]'',<ref>Il termine '''''fariseo''''' deriva dal latino ''pharisæus, -i''; dall'ebraico פָּרוּשׁ, ''pārûsh'' (al plurale פְּרוּשִׁים, ''pĕrûshîm''), cioè "distinto", [[w:participio|participio passivo]] (''qal'') del verbo פָּרָשׁ ''pārāsh'', per via del greco φαρισαῖος, -ου ''pharisaios''.</ref> un gruppo che figura in modo prominente nei vangeli. I Farisei sembrano esser stati un gruppo di pressione nell'ambito dell'ebraismo, che si concentrava sulla purezza e la corretta pratica delle osservanze religiose. Aggiungevano la tradizione alla Legge scritta, cosicché nessuna area della vita esulasse dalla sua regolamentazione. La speranza dei Farisei sembra essere stata che, se molti osservavano le leggi di Dio nel modo giusto, Dio sarebbe intervenuto e avrebbe soccorso la nazione. Sebbene Gesù e i Farisei avessero molto in comune, c'erano dei conflitti. Gesù criticava i Farisei perché gli sembrava che un gran numero di tradizioni e leggi avessero contribuito ad oscurare la Legge di Dio. I Farisei si opponevano alla pratica di Gesù di mangiare con persone che consideravano impure. Erano inoltre a disagio per il modo in cui egli offriva personalmente il perdono alle persone. Tuttavia la rappresentazione dei Farisei nei vangeli non è del tutto negativa: per esempio, nel vangelo di Giovanni, un Fariseo chiamato [[w:Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]] viene rappresentato come molto sensibile a ciò che Gesù predicava, diventandone infatti discepolo.<ref>{{passo biblico2|Giovanni|3:1;7:50-52;19:39-40}}.</ref>
 
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Serie cristologica}}
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[[Categoria:Gesù e il problema di una vita|Capitolo 4]]