Gesù e il problema di una vita/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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La storia del popolo ebraico formava la sua identità e, inoltre, gli dava speranza anche nei periodi più bui. Il popolo ebraico al tempo di Gesù non si considerava semplicemente un altro gruppo religioso o etnico nel mondo. Gli ebrei si consideravano speciali, il popolo di Dio e centrale per i fini di Dio nel mondo. Non erano semplicemente un sottoprodotto della storia: erano il fulcro della storia. Questo senso del destino permea ogni pagina dei vangeli. Spiega inoltre perché, al tempo di Gesù, il popolo ebraico era frustrato per il modo in cui si svolgevano le cose. Per i cristiani, la storia del popolo ebraico fino ai giorni di Gesù è importante: è anche la loro storia.
 
Tale storia iniziò con [[w:Adamo ed Eva|Adamo ed Eva]], i primi esseri umani. Posti nel [[w:Giardino dell'Eden|Giardino dell'Eden]], i due persero la benediione di Dio per disobbedienza e furono espulsi in un mondo di dolore e sofferenza. Da allora, l'esistenza umana non è più quella che doveva essere. Secoli dopo, Dio iniziò però a ripristinare il destino dell'umanità scegliendo Abramo quale padre di un popolo tramite il quale la Sua benedizione sarebbe ritornata nel mondo.
 
Dio fece delle promesse ad Abramo quale parte di un’''[[w:Alleanza (Bibbia)|Alleanza]]'', il più vincolante e indissolubile di patti. Con tale alleanza Dio promise ad Abramo che Egli avrebbe benedetto e protetto i suoi discendenti per sempre; che Egli li avfrebbe resi una grande nazione, avrebbe dato loro una terra speciale e benedetto tutti i popili del mondo tramite loro. Nelle successive generazioni, le promesse di Dio iniziarono a prender forma e presto i discendenti di Abramo si moltiplicarono nelle [[w:Dodici tribù di Israele|Dodici Tribù]].
 
Tuttavia svariate centinaia di secoli dopo Abramo, le cose cominciarono a complicarsi e ad andar male, e il popolo di Dio si ritrovò schiavo in Egitto. Dio però li salvò e liberò in modo spettacolare e, negli accadimenti noti come "[[w:Esodo (racconto biblico)|l'Esodo]]", li condusse fuori dall'Egitto al comando di [[w:Mosè|Mosè]]. Aumentò le sue promesse di benedizione ma inoltre comunicò loro cosa significasse essere uno dei popoli in alleanza con Dio. Se tale popolo doveva godere delle benedizioni dell'alleanza, allora questi dovevano mostrare una lealtà totale verso Dio, dovevano adorarLo come unico dio e dovevano obbedire le regole che avrebbe dato loro. Tali regole vennero esposte nella [[w:Torah|Legge (la ''Torah'' in ebraico; quello che i cristiani chiamano Antico Testamento) e i [[w:Dieci Comandamenti|Dieci Comandamenti]] sono un riassunto di queste regole. Lo scopo di queste leggi era di assicurare che il popolo di Dio fosse speciale. Esso doveva essere distintamente differente dalle nazioni – i [[Ebrei e Gentili|Gentili]] – intorno a loro: doveva essere ''santo''. Un segno di tale santità per gli uomini fu la [[w:Brit milà|circoncisione, ''Brit Milah'' (in ebraico: בְּרִית מִילָה, lett. ''Patto del taglio'')]]. che venne a definire cosa significasse essere ebrei.
 
Al centro dell'allenza stava il privilegio esclusivo che gli ebrei avevano di conoscere Dio. Simbolico di ciò fu il modo in cui Dio aveva rivelato il Suo Nome al Suo popolo, cosicché poterono conoscerLo come "[[w:Yahweh|YHWH]]".<ref>Il cosiddetto '''tetragramma biblico''' che è la sequenza delle quattro lettere (greco: ''tetragràmmaton''; τέτρα, "quattro" e γράμματα, "lettere") ebraiche che compongono il nome proprio di Dio (lat. ''theonymum'') utilizzato nella Bibbia ebraica, il [[w:Tanakh|Tanakh]], o per i cristiani l'Antico Testamento, in cui "il nome ricorre più di seimilaottocento volte". L'esistenza di un teonimo in un contesto puramente monoteista è fonte di discussione.<br/>
Le quattro lettere del tetragramma sono in ebraico יהוה (''yod, he, waw, he'', da leggersi da destra a sinistra). La traslitterazione più comune è appunto: ''YHWH''. Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da consonanti. Fin dall'epoca persiana, per un'interpretazione restrittiva del secondo dei dieci comandamenti, gli ebrei considerano il tetragramma come troppo sacro per essere pronunciato e perciò la corretta vocalizzazione (l'interpolazione di vocali alle consonanti) delle quattro lettere del tetragramma è andata col tempo perduta. L'ebraismo, quindi, ritiene persa la corretta pronuncia del nome sacro.<br/>
Coloro che seguono le tradizioni ebraiche conservatrici non pronunciano יהוה, ad alta voce o in silenzio mentalmente, né lo leggono traslitterato in altre lingue. La ''[[w:Halakhah|Halakhah]]'' (Legge ebraica) prescrive che il nome sia pronunciato come ''Adonai'' (quest'ultimo è anch'esso considerato un nome sacro, da usarsi solamente durante le preghiere); prescrivendo anche che per farvi riferimento si debba usare la forma impersonale ''HaShem'' ("il Nome"). La parola è invece sostituita con altri termini divini, sia che si desideri invocare o fare riferimento al Dio di Israele. Un'altra forma sostitutiva ebraica comune, oltre alle già citate, è ''hakadosh baruch hu'' ("Il Santo Benedetto").<br/>
A partire dal XVI secolo è nata una ricerca approfondita e vasta su come ricostruire ipoteticamente la pronuncia del tetragramma. Basandosi sulle consonanti ebraiche, la pronuncia del tetragramma potrebbe essere vicino a ''Yahweh''. I Samaritani, infatti, affermano che la pronuncia sia ''iabe''. Alcune fonti patristiche, tuttavia, forniscono prove per la pronuncia greca ''iaō''. Molti studiosi ritengono che il significato più appropriato possa essere "Egli porta all'esistenza ciò che esiste". [[w:Hans Küng|Hans Küng]] osserva che quel nome è "una dichiarazione sulla volontà di Dio, secondo l'interpretazioni oggi fornita dai principali esegeti dell'Antico Testamento [...] che esprime la sua esistenza dinamica". Il nome potrebbe anche derivare da un verbo che significa "divenire", "avvenire", "esistere" ed "essere".</ref> Questo Nome di Dio, che ricorre oltre seimila volte nell'Antico Testamento, nelle Bibbie italiane viene tradotto spesso con "il SIGNORE". Tuttavia in realtà, il rapporto tra il popolo ebraico ("Israele") e il SIGNORE fu ben lungi dall'essere regolare, e i suoi alti e bassi formano la grande trama dell'Antico Testamento.
 
Infine, dopo quarant'anni nel deserto a causa della sua disobbedienza, il popolo ebraico ottenne il controllo del territorio che Dio gli aveva promesso. L'estensione più vasta del loro regno gli ebrei la ottennero verso il 1000 [[w:p.e.v.|p.e.v.]] sotto il regno di Re [[w:Davide|Davide]]. A Davide, il maggiore di tutti i re, Dio riaffermò l'alleanza e aggiunse anche un'altra promessa: Davide doveva avere un figlio glorioso che sarebbe stato il fondatore di un ininterrotto lignaggio di sovrani. La profezia venne parzialmente adempiuta sotto [[w:Salomone|Salomone]], figlio di Davide, che costruì un magnifico [[w:Tempio di Salomone|Tempio]] che divenne il fulcro della religione ebraica.
 
 
 
 
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== Credenze e osservanze ==
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Serie cristologica}}
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[[Categoria:Gesù e il problema di una vita|Capitolo 3]]