Storia della letteratura italiana/Ugo Foscolo: differenze tra le versioni

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Trasferitosi nella neonata Repubblica Cisalpina, vive tra Milano e Bologna, dove entra in contatto con gli intellettuali giacobini, conosce l'anziano [[../Giuseppe Parini|Parini]] e [[../Vincenzo Monti|Vincenzo Monti]].<ref name="Ferroni567">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 567}}</ref> Qui inizia a scrivere le ''Ultime lettere di Jacopo Ortis'', di cui pubblica le prime pagine. Si arruola anche nell'esercito, nella Guardia Nazionale, e viene ferito durante l'assedio di Genova.
 
Con il dominio di Napoleone in Italia in seguito alla battaglia di Marengo (1800), si sposta in Francia al seguito del generale Pino, che progetta di invadere l'Inghilterra. Durante il soggiorno francese traduce l<nowiki>'</nowiki>''Iliade'' e il ''Tristram Shandy'' di Sterne. Abbandonato il piano anti-inglese, Foscolo torna a Milano, dove rimane tra il 1806 e il 1812. In questi anni, particolarmente prolifici, collabora a varie riviste letterarie, termina e pubblica le ''Ultime lettere di Jacopo Ortisjotaro'', i sonetti, le odi, i ''Sepolcri'' e inizia ''Le Grazie''. È anche un periodo di intense passioni, durante il quale ha varie amanti. Nel 1808 gli viene assegnata la cattedra di eloquenza all'università di Pavia, succedendo a Monti. L'esperienza ha però breve durata, poiché la cattedra viene subito soppressa. A Foscolo è concesso di tenere un corso, inaugurato con la prolusione ''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'' (22 gennaio 1809).
 
Nel dicembre 1811 la rappresentazione della tragedia ''Ajace'', che contiene accenni polemici verso il governo napoleonico, gli attira critiche. La sua situazione diventa ancora più difficile dopo la violenta rottura con Monti. Costretto a lasciare il Regno d'Italia, si rifugia a Firenze. Con la crisi del potere di Napoleone torna nell'esercito del Regno. Gli austriaci, tornati padroni del Nord Italia, gli offrono nel 1815 la direzione della «Biblioteca Italiana», con l'intento di facilitare l'inserimento degli intellettuali italiani nel nuovo regime. Dopo vari tentennamenti, Foscolo rifiuta e fugge prima in Svizzera e poi a Londra.