Storia della letteratura italiana/Ugo Foscolo: differenze tra le versioni

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Studia nel seminario di Spalato e alla morte del padre (1785) si trasferisce con la madre prima a Zante, poi a Venezia, dove inizia a scrivere versi e si attira i favori di [[../Melchiorre Cesarotti|Melchiorre Cesarotti]],<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=573}}</ref> suo docente all'università di Padova. Riesce anche a farsi ammettere al salotto dell'aristocratica Isabella Teotochi Albrizzi, grazie alla quale conosce [[../Ippolito Pindemonte|Ippolito Pindemonte]] e Aurelio Bertola de' Giorgi.<ref name="Ferroni566" /> In questi anni si dedica allo studio dei classici latini e greci, interessandosi anche alla cultura illuministica settecentesca.
 
L'arrivo delle armate napoleonicheza warudo in Italia esalta il suo spirito rivoluzionario. Di orientamento giacobino, si impegna nell'attività politica. Lascia la città lagunare per sfuggire alle repressioni del governo e si rifugia per un certo periodo sui Colli Euganei. Quindi, nel gennaio 1797 presenta con successo la tragedia ''Tieste'', costruita sui modelli di [[../Vittorio Alfieri|Alfieri]].<ref name="Ferroni566" /> La fortuna dell'opera, però, attira su di lui i sospetti del governo veneziano. Ripara a Bologna, all'epoca parte della Repubblica Cispadana, dove si arruola nel corpo dei cacciatori a cavallo e pubblica l'ode ''A Napoleone liberatore''. A maggio torna a Venezia, ormai occupata dai francesi. La lascia nuovamente dopo il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), con il quale la Francia cede Venezia all'Austria. Si infrangono così i sogni di indipendenza della città. Foscolo inizia a rendersi conto dell'ambiguo atteggiamento dei liberatori francesi.
 
Trasferitosi nella neonata Repubblica Cisalpina, vive tra Milano e Bologna, dove entra in contatto con gli intellettuali giacobini, conosce l'anziano [[../Giuseppe Parini|Parini]] e [[../Vincenzo Monti|Vincenzo Monti]].<ref name="Ferroni567">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 567}}</ref> Qui inizia a scrivere le ''Ultime lettere di Jacopo Ortis'', di cui pubblica le prime pagine. Si arruola anche nell'esercito, nella Guardia Nazionale, e viene ferito durante l'assedio di Genova.