Shoah e identità ebraica/Bibliografia/Conclusione 9: differenze tra le versioni

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== CONCLUSIONE ==
Questo mio studio ha preso in considerazione il tema delle "Identità durevoli", tracciando le identità ebraiche divergenti e convergenti dei sopravvissuti all'Olocausto Primo Levi ed Elie Wiesel. Attraverso un'esplorazione della loro letteratura, viene identificato l'impatto dell'Olocausto sulle divergenti identità ebraiche europee. Lo studio ha tracciato l'identità ebraica dal momento dell'origine dell'Alleanza con Israele, attraverso un'identità divisa della [[w:Diaspora ebraica|Diaspora]] Est/Ovest nell'Europa moderna, alle distruzioni della persecuzione nazista e della Shoah, e infine alla ricostruzione dell'identità ebraica nel mondo post-Olocausto, sia nella Diaspora che nel ritorno in Israele. Primo Levi ed Elie Wiesel si situano insieme nel momento dell'evento più significativo della storia ebraica moderna; entrambi deportati ad Auschwitz-Birkenau nel 1944 — ma sono separati dai secoli di storia che hanno diviso l'ebraismo europeo tra Oriente e Occidente. La dicotomia Est/Ovest è un quadro notevole che è stato da me utilizzato ad identificare il divario geografico in tutta Europa, creando una separazione culturale e sociale tra le comunità ebraiche in ciascuna sezione dell'Europa. Tramite questa argomentazione, Primo Levi viene discusso come rappresentante dell'Europa occidentale e Elie Wiesel come rappresentante dell'Europa orientale, poiché entrambi incarnano i tratti culturali, religiosi e sociali dei due lati, occidentale e orientale, dell'identità ebraica europea. Nelle loro identità divergenti a seguito dell'Olocausto, Levi e Wiesel mantengono il divario Est/Ovest e, attraverso i propri contributi letterari, ricostruiscono l'identità ebraica divergente nel mondo post-Olocausto.
 
Come studio principalmente letterario, ho esplorato la letteratura ebraica prodotta nell'Europa moderna e ho identificato il divario letterario tra la letteratura orientale, quella di Sholem Aleichem e Isaac Bashevis Singer, e quella della traiettoria più occidentale, scritta da Franz Kafka. All'interno di questa divisione letteraria si identificano le traiettorie polarizzate di Levi e Wiesel. C'è un lignaggio riconoscibile tra gli autori ebrei occidentali e orientali dell'Europa moderna che si manifesta chiaramente nelle narrazioni di Levi e Wiesel dopo l'Olocausto. Il fulcro tematico dello studio è la Shoah e la sua rappresentazione letteraria da parte di Levi e Wiesel. In un'interrogazione delle discussioni di Zygmunt Bauman sul trattamento dell'"altro" da parte dello stato moderno, la decostruzione dell'identità ebraica da parte dei nazisti è inquadrata attraverso la costruzione dell'"alterità". Nel rimuovere le identità professionali, civiche e culturali delle comunità ebraiche dei paesi occupati dai nazisti, gli ebrei furono re-identificati come un gruppo omogeneo di "altri" demonizzati. Nei campi di concentramento e di sterminio gli ebrei disumanizzati di entrambi i lati dell'Europa si incontrarono nella loro convergenza forzata. Identificato come un gruppo "esterno" dalle SS e dai nazisti, la letteratura di Levi e Wiesel "dall'interno" dimostra fino a che punto i prigionieri combatterono per mantenere la loro identità contro le pressioni del sistema dei campi di concentramento. Così la convergenza forzata degli ebrei nei campi di concentramento per mano dei nazisti non riuscì a decostruire completamente l'identità ebraica al punto da creare una massa omogenea nella quale gli ebrei dei campi si sarebbero identificati, anche quando fossero stati identificati come tali "dal di fuori". L'elemento apparentemente negativo della resistenza ebraica all'unità nei campi può essere visto con la prospettiva positiva che i prigionieri ebrei, nonostante le avversità che dovettero affrontare, tentarono di mantenere il più possibile le loro identità precedenti. Ciò è rappresentato sia da Levi che da Wiesel nella loro rispettive letterature, nell'attenzione di Wiesel alla comunità religiosa rappresentata in ''La Nuit'' e nei ricordi di Levi dei suoi rapporti con i compagni di prigionia italiani in ''Se questo è un uomo''. Attraverso un'analisi dettagliata delle rappresentazioni di Levi e Wiesel dell'identità ebraica fino, durante e oltre l'Olocausto, è la conclusione di questo studio che la Shoah non unificò l'ebraismo europeo o le identità di Levi e Wiesel, che rimasero separati dalle loro credenze religiose, dalle loro culture e dalle loro ideologie.
 
 
 
 
 
 
 
 
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{{Immagine grande|Hasidic Family in Street - Borough Park - Hasidic District - Brooklyn.jpg|800px|Famiglia di ebrei [[w:Chassidismo|chassidici]] a [[w:Brooklyn|Brooklyn]] (USA, 2013)}}
{{Vedi anche|Interpretazione e scrittura dell'Olocausto|Serie letteratura moderna}}
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