Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-22: differenze tra le versioni

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A parte le ECM attive di disturbo, efficaci ma complesse e con limiti nel raggio d'azione effettivo, a parte i windows' meno efficaci ma che richiedevano poca spesa e specializzazione (specie se si sapeva la lunghezza d'onda da disturbare, con lunghezze della striscia pari alla metà o a un multiplo l'effetto è ben superiore) e permanevano, sganciate ad alta quota, per ore sugli schermi radar 'imbrattandoli' anche dopo che le prime ondate degli aerei se n'erano andate; a parte delle tecniche di volo a bassa quota, che con i radar sono efficaci almeno per via della curvatura terrestre ma specie all'epoca, anche per l'eco del terreno o del mare (ma mettere insieme pranzo con cena, volo radente e notturno al tempo stesso, era qualcosa di difficilissimo da realizzare, specie se c'era tempo brutto e si doveva volare sulla terraferma, visto che il mare, icesberg a parte, ha un'altezza nota); a parte tutto questo c'era ancora una possibilità: distruggere il radar direttamente. I Tedeschi in fondo c'avevano provato nel 1940, anche se con poca convinzione (con meraviglia anche maggiore dei difensori di Malta, i cui sistemi non furono mai attaccati, anche se vennero disturbati da impianti speciali tedeschi sulle coste siciliane). Nel 1944 la tecnica era pronta. Qualunque radar emette radiazioni che un sensore passivo di opportuna fattura può 'percepire', quel sensore che è presente come elemento ricevitore di qualunque complesso radar. Ma un ricevitore lo si può usare anche da solo, e allora sarà un sistema ESM o RWR. I Tedeschi avevano usato il dirigibile Graf Zeppelin con un'attrezzatura di questo tipo per prendere informazioni, appena prima della guerra, delle difese inglesi (farlo volare a guerra iniziata sarebbe stato suicida). Gli Inglesi usarono un ricevitore radar su di uno dei potenti ma bizzosi Hawker Typhoon, era il progetto 'Abdullah'. L'aereo poteva risalire alla fonte dei segnali radar e poi attaccarla con i cannoni di bordo, o meglio, usare dei fumogeni per segnalare alla squadriglia di aerei 'normali' il bersaglio da attaccare, massimizzando l'efficienza dello sforzo. I B-17F del 16th squadrone da ricognizione vennero similmente utilizzati contro la Germania (ovviamente gli Americani pensavano in grande, con 33.000 bombardieri strategici potevano permetterselo). Nel Pacifico i pochi radar giapponesi correvano seri rischi con B-24 e B-29 chiamati 'Raven' (nome destinato a ritornare), e poi i B-25 Mitchell, sia dotati di ricevitore che di armi. L'esperienza non andò perduta del tutto in Corea, dove vennero usati B-26 (Invader, non i Marauder nel frattempo radiati), TB-25J Mitchell con B-26B come 'killer', RB-26 e B-26B in seguito. Ma erano ancora esperienze temporanee, e il primo squadrone da 'caccia ai radar' venne fondato solo nel 1954, almeno ufficialmente: era il 9th TRS della Shaw AFB. Nondimeno, non pare che la cosa sia andata molto avanti, almeno non se ne hanno tracce in Vietnam.
 
Dopo l'abbattimento dell'F-4C gli Americani si accorsero d'essere stati malamente sorpresi dalle capacità tecnologiche dei Comunisti e reagirono al loro solito, con un'azione di forza bruta. C'erano da eliminare 8 postazioni SAM, e per attaccarle (non è chiaro con quali risultati) vennero persi altrettanti costosi jet. Nell'agosto del '65 era già pronta una risposta specifica: F-100F con sistemi elettronici sviluppati con il programma noto come 'Wild Weasel', donnola selvaggia, che è rimasto il nome della missione antiradar. 4 aerei arrivarono a Korat, Thailandia, il 21 novembre. Avevano configurazione biposto perché c'era bisogno di un EWO (Electronic Warfare Officer) che proveniva direttamente dai bombardieri del SAC, gli unici che evidentemente erano in grado di fornire queste professionalità. Così gli '''[[W:F-100|F-100F]]''' precedevano le formazioni cercando i radar e colpendoli con i cannoni e 2 lanciarazzi da 70 mm. Uno fu abbattuto il 20 dicembre, due giorni dopo però un sito SAM venne distrutto dagli F-100F e F-105D bombardieri. Non che fosse una formidabile combinazione, usare lanciarazzi per distruggere siti SAM con armi da 40 km di gittata. C'era bisogno di qualcosa di meglio: missili autoguidati. Se nel periodo bellico erano apparse le Bat con guida radar attiva perché non replicare il successo con un più semplice sistema radar passivo? Ma cosa usare per questo scopo, era un'altra domanda non banale. Proprio in quel periodo era in piena produzione lo Sparrow E, missile aria-aria a guida radar semiattiva. Quest'ultima basicamente è una guida radar passiva, in quanto il missile riceve le onde riflesse dal radar dell'aereo: la differenza è che un radar da attaccare non funziona su di una frequenza tanto stretta come quella del missile semiattivo, e il sensore deve essere più flessibile nella ricerca. D'altro canto non ha nemmeno bisogno di un radar di bordo per colpire, visto che l'illuminazione la fornisce l'obiettivo stesso. Diciamo che il missile è come la falena attirata dalla luce. Questa relativa identità semiattiva-passiva dei sensori era già nota con i primi esperimenti di missili a guida radar. I Tedeschi usavano gl Enzian (Genziana), grossi missili che somigliano ad un AS-5 Kelt, come distruttori di bombardieri, e tra i sistemi di guida di queste armi del crepuscolo erano stati studiati, in alternativa alla guida radio, quella radar semiattiva; che però lasciava il missile con la pericolosa tendenza ad attaccare radar di tiro di questo genere piuttosto che i bombardieri bersaglio. Non è un problema del tutto passato: alle volte, per esempio, è capitato anche di recente che le bombe a guida laser (semiattiva) abbiano colpito il raggio per il 'capo sbagliato' ovvero non il bersaglio, ma il designatore. Ora, trasformare un missile SARH in un ARM non era molto difficile. Venne montato un sensore passivo, mentre le valide prestazioni dello Sparrow, così come il carico bellico, vennero sfruttati adeguatamente: con una testata passata da 29 a 66 kg, di cui 22 di esplosivo, quest'ordigno aveva velocità di oltre mach 2 anche lanciato da bassa quota e una gittata di 10-20 km. Era un missile ,nei suoi limiti, efficace: uno, lanciato per sbaglio verso l'incrociatore USS Worden, gli mise il parco elettronico totalmente KO pur esplodendo a 30 m di distanza. Gli Shrike entrarono in azione nel '66, dopo che la produzione era iniziata già attorno al '65. Ma non era esattamente un'arma formidabile. Con una testata di ricerca limitata in ampiezza, era necessario usare ben 13 teste per coprire lo spettro radar nella sua interezza, e sebbene fossero intercambiabili, non era garantito di trovare subito quella giusta nei magazzini. Il missile anglo-francese Martel era invece dotato di un selettore di frequenza, anche se era regolabile solo a terra. Era però un 'bestione' da 550 kg e circa 40 km di gittata, pensato più per compiti antinave che antiradar 'terrestri', per i quali era di qualcosa eccessivo. La mancanza di un circuito di memoria era un'altra manchevolezza: se lo Shrike perdeva il contatto, perché gli operatori erano lesti a spegnere l'apparato dopo avere visto il missile, oppure erano abili nel cambiare frequenza o orientamento dell'antenna, il missile procedeva per 'inerzia' e colpiva a casaccio, magari km distante. Per rimediare ci voleva un missile più grosso: di fatto i 181 kg dello Shrike sono stati resi sufficienti solo con l'ALARM inglese degli anni '80, che aveva tutto quello che gli era necessario per la missione in un corpo missile molto piccolo. Pensando maggiormente in grande, gli americani adattarono il RIM-66 Standard, nuovissimo SAM navale a medio raggio. Notare bene che potevano usare comodamente il meno recente Tartar, ma vollero il meglio in termini di tecnologia. Il missile era pesante circa 600 kg e con una testata di circa 80 kg per una gittata di 40 o più km con lanci a bassa quota, anche di più ad alta quota (dopotutto, quando lanciato da navi contro velivoli raggiungeva i 46 km, qui le condizioni cinematiche son ben più favorevoli per l'arma vs il bersaglio). Nel frattempo anche l'USN aveva cominciato le missili WW. All'inizio usava giusto gli agili A-4F Skyhawk, ma ben presto adottò gli Shrike su alcuni A-6B Intruder, ciascuno guidante una coppia di A-6A da attacco. I radar delle postazioni SA-2 Guideline erano in genere uno al centro di una rete di 6 piazzole di lancio singole, come i 'Fan Song' da circa 2-3 GhZ. Colpirne uno significava mettere KO la batteria anche se si poteva usare anche il sistema ottico d'emergenza. Non solo, ma i missili di per erano oggetti vulnerabili, anche se protetti da muretti di terra sui lati delle rampe: due tonnellate lunghe 10 m e composte per gran parte di carburante ed esplosivo, molto più facili da vedere e da far saltare in aria di una tipica postazione contraerea, anche per le schegge dello stesso missile antiradar, che colpiva i radar, in genere al centro delle batterie. Nel 1968 vennero utilizzati anche gli AGM-78 Standard ARM (gli Shike erano gli AGM-45), ma la loro prima versione era ancora simile, elettronicamente, ai predecessori: un corpo da gigante per la testa di un nano. Per rimediare alla limitazione, presto apparve l'AGM-78B con circuiti di memoria, che peraltro si dimostreranno men che soddisfacenti. Al gennaio 1968 le incursioni dell'USAF avevano ottenuto la distruzione di 89 postazioni SAM, più altre decine colpite; ma gli attaccanti avevano perso 29 aerei. Le missioni antiradar vennero presto chiamate con un nome proprio, 'Iron Hand'. Dall'aprile dello stesso anno arrivarono gli F-105G, con sistemi ECM molto migliorati e i missili AGM-78. I precedenti F-105F, anch'essi biposto, erano invece armati dei soli Shrike. Nel 1972 i nuovi aerei aiutarono molto durante le missioni Linebaker, a superare le difese del Vietnam del Nord, assieme agli F-4 (che a quanto pare non ebbero missili ARM durante questo conflitto) e scortando i B-52, fino a che l'ultima missione venne volata il 2 agosto del '73, molto dopo la fine della Linebacker II che semidistrusse il Vietnam del Nord. Non che fosse un cosa facile, come si dirà poi.
[[Immagine:Agm-78.jpg|300px|right|thumb|AGM-78]]
Facciamo un esempio riportato dall'enciclopedia Take Off, quello di un '''[[W:F-105|F-105F]]''' mandato in azione nel 1970<ref>Take Off p.645 ''Con il Thud su Son Tay''</ref>. Quest'aereo si avvicinò per attaccare i bersagli radar nemici e lo fece al solito, volando in quota, visto che l'avvicinamento a bassa quota era difficile per la presenza di molta contraerea leggera (il Vietnam arriverà ad oltre 6 mila cannoni di calibro superiore al 20 mm). Ma questo poneva l'aereo ben dentro il raggio di tiro degli SA-2, prima di poter a sua volta lanciare contro di loro. Evitò una fila di missili SAM con manovre difficilmente credibili per quel ferro da stiro che era il Thunderchief, e sparò con successo i missili Shrike contro due postazioni radar, una per missile. L'ultimo missile tolse ai SAM il radar di guida proprio quando stavano arrivando al caccia americano, che a furia di piroette era riuscito a scansare gli ordigni uno dietro l'altro. In tutto subì il lancio di ben 10 missili, ma non gli andò del tutto bene: la potente testata di un SA-2 crivellò di schegge l'aereo, anche se non gli impedì di lanciare verso il radar il secondo ordigno. Però i serbatoi crivellati gli causarono perdita di carburante. Poteva quasi farcela, ma proprio quando avvistò un'aerocisterna era già con il motore spento: avrebbe potuto tentare di agganciarsi all'aereocisterna in quelle condizioni di carico leggero, ma le doti di planata di un F-105 sono pari a quelle di un ferro da stiro e l'equipaggio si lanciò come pianificato in caso fosse andata a finire in quel modo. Così uno dei non molti F-105F andò perduto. Nel '72 i B-52 colpirono duramente il Vietnam del Nord, con la 'guerra degli undici giorni' per le feste natalizie (eccetto Natale). Lo scopo era politico: costringere i Nordisti a ritornare al tavolo delle trattative, come in effetti fu ottenuto grazie anche a quasi 800 missioni di B-52. Ma i Nordisti reagirono veementemente: lanciarono oltre 1.200 missili SA-2 verso i bombardieri, mentre i MiG-21 venivano usati solo per misurare la quota e seguire gli aerei americani. Nonostante le tecnologie ECM e SEAD messe in campo, fu una campagna costosa. Gli SA-2 non dimostrarono molta precisione, ma ne vennero lanciati anche 100 per incursione. Il risultato fu l'abbattimento di ben 15 B-52, addirittura 6 in un solo giorno (20 dicembre), oltre a vari altri aerei.