Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni

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I carri sono stati indubbiamente i protagonisti della campagna terrestre, quella 'delle 100 ore' che ha causato danni gravissimi agli irakeni e ha rioccupato il Kuwait, giungendo a 160 km da Baghdad. Come si è visto dall'ordine di battaglia vi era un massiccio schieramento dei nuovi carri armati pesanti Challenger, che non erano di poco conto ma anche un azzardo notevole, dato che questo carro inglese era stato praticamente umiliato nella Canadian Army Trophy (CAT) del 1987. Ma questo veicolo avrebbe dimostrato uno dei più clamorosi esempi di come le esercitazioni siano lontane dalla realtà. La forza complessiva schierata era di 176, ma altre fonti parlano di circa 200; verosimilmente nel Golfo vennero portate anche delle riserve oltre ai mezzi distribuiti alle unità operative.
 
Il Challenger 1 venne modificato in maniera abbastanza estesa, pur restando sostanzialmente simile a quello che era nel BAOR. Ma si sa, i dettagli sono importanti, a maggior ragione in un teatro operativo di per spietato e difficile come il deserto: il proverbio tedesco 'il diavolo si nasconde nei particolari' espone bene questo concetto. Il MoD (Ministero della Difesa) ne era consapevole e si adoperò di conseguenza. L'industria (la Vickers Defence Systems) si dimostrò ben disponibile ad offrire modifiche, anche quelle previste per il Challenger 2, e di applicarle senza attendere le lungaggini di un contratto normale (quelli che si possono definire 'crash program'), al punto che queste attività iniziarono già due settimane prima della dichiarazione ufficiale di inviare la brigata corazzata nel Golfo e i lavori di modifica iniziarono coi primi kit già l'11 settembre 1990. Ora le modifiche in dettaglio: anzitutto le necessità per l'ambiente desertico, sabbioso e caldo ne suggerirono 14 tra cui: filtri aria migliori, migliore raffreddamento per l'affardellato motore del pesante Challenger; modifica della pompa olio; sistema di raffreddamento per la telecamera IR del sistema di mira TOGS (per evitare degradazioni indebite in territorio desertico), ventola di raffreddamento per il sistema di controllo del tiro, batterie 'careless' ovvero senza manutenzione. Eccetto queste ultime, le altre facevano parte del 'Challenger Improvement kit', di cui 160 vennero spediti direttamente nel Golfo il 1 ottobre per essere installati localmente, dato che la 7a Brigata corazzata era già partita il 29 settembre. Inoltre, l'autonomia del Challenger non era un granché e allora vennero sistemate mensole per due taniche da 200 litri dietro il veicolo, similmente ai carri sovietici e aumentando da 1400 a 1800 l il totale disponibile. L'M1 Abrams era ben più assetato, ma per la potenza della logistica americana non ne ebbe bisogno. Quando il 20 ottobre la 7a giunse in zona di guerra, ad Al Subail, i kit erano già pronti e vennero installati dagli equipaggi e dal Royal Electric and Mechanical Engineers (il REME), con l'assistenza di tecnici della Vickers ma anche uno della Perkins, uno della David Brown, uno della Barr & Stroud e uno della Marconi, iniziando già durante la sosta sulle panchine dei porti. Circa 70 giorni dopo arrivarono anche i mezzi della 4a Brigata e anche per questi vennero apportate le stesse modifiche con lo stesso schema.
 
La protezione era un altro elemento 'migliorabile', nonostante che il Challenger pesasse oltre 60 t in gran parte dato dalla protezione, che assieme alla potenza di fuoco costituisce il tradizionale 'credo' dei carri inglesi postbellici. Ma per non correre rischi, specie sui fianchi del mezzo, venne installato un kit di protezione aggiuntiva con specifica emessa dal MoD il 21 settembre e i contratti di produzione il 23 ottobre. Nonostante la corazzatura chobam tradizionalmente non era coesistente con quella reattiva ERA, il kit per i Challenger era costituito proprio da mattonelle di questo tipo, assieme a corazze passive, per il frontale del carro. I fianchi, come del resto l'anteriore e i fianchi del Warrior ebbero corazze passive in grossi box. La Vickers spedì i kit passivi il 29 novembre, via mare, mentre le ERA vennero ordinate alla Royal Ordnance e consegnate solo il 20 dicembre. La potenza di fuoco, nonostante i problemi riscontrati in passato, era eccellente, ma per evitare sorprese dovette essere migliorata in alcune componenti. A parte i sistemi di raffreddamento già visti, venne pensato di migliorare le munizioni. I carri inglesi erano sotto il comando dell'USMC e si ipotizzava una missione di sfondamento in Kuwait verso forti difese irakene, tra cui la Guardia Repubblicana. Per questo vennero installate le corazze aggiuntive, e per evitare che analoghe corazze aggiuntive sui T-72 irakeni fossero in grado di neutralizzare i proiettili inglesi L21, venne realizzato il nuovo proiettile L26. Questo era stato sviluppato per il cannone L30 ed era chiamato anche CHARM. Il cannone L30 , sempre rigato (in quanto permetteva di impiegare le munizioni HESH e WP, molto apprezzate dagli inglesi che non avevano interesse invece per le HEAT) non era disponibile per il Challenger 1 il cui cannone L11 non poteva sopportare la pressione causata dalla carica di lancio del nuovo proiettile: allora venne abbinato il penetratore della L26 con la carica di lancio delle granate da 120 standard. La cosa era facile perché i proiettili inglesi sono a caricamento separato, proiettili e cariche di lancio. Il penetratore della munizione L26 era di nuovo tipo, più sottile e resistente e capace di valorizzare meglio l'energia ricevuta dalla carica di lancio. Questa munizione, intermedia tra l'L21 e l'L27 venne tenuta da parte per affrontare la Guardia Repubblicana, ma questa non venne incontrata e questi proiettili hanno dimostrato la loro validità solo nei test postbellici.