Shoah e identità ebraica/Haftling 174517: differenze tra le versioni

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{{Shoah e identità ebraica}}
{{Immagine grande|Primo Levi (1960).jpg|550px|'''[[w:Primo Levi|Primo Levi]]''' (1960) scrittore e chimico italiano, autore di saggi, romanzi, racconti, memorie e poesie, e sopravvissuto all'Olocausto}}
 
= Narrativa, testimonianza e memoria dell'Olocausto =
<div style="color: teal; text-align: center; font-size: .9em;">
{{q|'''''Nel principio'''''<br/>
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Mano che scrive.|Primo Levi, 13 agosto 1970}}
</div>
 
= Narrativa, testimonianza e memoria dell'Olocausto =
== Haftling 174517: Primo Levi ==
[[File:Famiglia Levi.jpg|thumb|240px|rightleft|Famiglia Levi, gennaio 1927]]
[[File:Primo Levi e Anna Maria Levi.jpg|thumb|150px|left|<small>[[w:Primo Levi|Primo Levi]] e la sorella Anna Maria, Torre Pellice (TO) 1928</small>]]
All'interno di un'analisi comparativa della scrittura di Levi e Wiesel sono chiaramente presenti temi e questioni che i due autori richiamano in modo simile. Uno di questi è la ricerca dell'unità e dei legami all'interno del campo, sebbene le identità che Levi e Wiesel rappresentano differiscano anche ad Auschwitz. Mentre Wiesel si trovava tra compagni [[w:chassidim|chassidim]] ed ebrei religiosi con cui poteva pregare e impegnarsi, Levi si rivolse alla sua identità nazionale e cercò altri italiani con cui legarsi. Levi arrivò ad Auschwitz con altri 649 italiani deportati da [[w:Campo di Fossoli|Fossoli]], ma dopo il caos della rampa di scarico e la selezione iniziale, il numero degli italiani si esaurì gradualmente nei giorni e nelle settimane successive di vita ad Auschwitz (Levi ''Man'':22). In ''Se questo è un uomo (Man)'', egli ricorda come gli italiani del suo campo si organizzassero per incontrarsi settimanalmente e ricevere sostegno, e come quella speranza e quel conforto iniziali si trasformassero rapidamente in disperazione e infelicità man mano che il numero degli italiani presenti diminuiva di settimana in settimana.
[[File:Famiglia Levi.jpg|thumb|240px|right|Famiglia Levi, gennaio 1927]]
{{q|We Italians had decided to meet every Sunday evening in a corner of the Lager, but we stopped it at once, because it was too sad to count our numbers and find fewer each time, and to see each other ever more deformed and more squalid.|Levi ''Man'':43}}