Shoah e identità ebraica/Infrastruttura del Campo: differenze tra le versioni

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Nell'assistere all'ordine e ai piccoli dettagli dell'amministrazione del campo, questi ''"functionaries"'' avevano stabilito posizioni all'interno del campo che beneficiavano loro stessi, in modo molto limitato, come anche le SS. Questo tuttavia non era un rapporto ugualmente equilibrato e questi ''funzionari'' di basso livello non potevano essere accusati o considerati impegnati in un sistema di collaborazione reciprocamente vantaggioso con il nemico. Con i ''Kapos'' e i ''Blockältester'' (capi della caserma e dei reparti di lavoro) e le unità di ''Sonderkommando'' (responsabili della gestione dei crematori e dello smaltimento delle salme) in particolare, il sistema nazista di sfruttamento degli ebrei, costringendoli a partecipare alla sofferenza e morte di altri ebrei, era parte integrante dell'infrastruttura del campo e della distruzione sociale degli ebrei.
 
[[[[File:Oberkapo - Armbinde.jpg|240px|thumb|<small>Bracciale di un ''[[w:Kapo|Kapo]]'' ebreo</small>]]
I ''Kapo'' svolsero un ruolo significativo nella gestione e nell'amministrazione dei campi. Pur rimanendo sottomessi alle SS, i ''Kapo'', responsabili di grandi gruppi di prigionieri, avevano il potere di decidere la vita o la morte e potevano rendere l'esistenza sopportabile o potevano essere tiranni spietati. Sia Levi che Wiesel ricordano ''Kapos'' buoni e cattivi, e Levi in particolare, sembra consapevole della pressione aggiuntiva che i ''Kapos'' ebrei potevano aver sentito nello svolgere i loro doveri, per dimostrare il loro valore alle SS con l'essere particolarmente crudeli o violenti. Una volta in una posizione di relativo privilegio, il ''Kapo'' non voleva rischiare di perdere il lavoro, cosa che poteva accadere quando fosse ritenuto troppo gentile o umano per il ruolo. Wiesel ricorda un esempio del genere, con il caso di un ''Oberkapo'' olandese, che non solo era un capo benevolo, ma tentò di usare la sua posizione per sabotare le SS e il campo stesso.
{{q|The Oberkapo of the Fifty-second Cable Kommando was a Dutchman: a giant of a man, well over six feet. He had some seven hundred prisoners under his command, and they all loved him like a brother. Nobody had ever endured a blow or even an insult from him.|Wiesel ''Night'':63}}