Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
ortografia
Riga 50:
Dotato della stessa artiglieria sistemata sull'M55, a suo tempo, o quanto meno con la stessa gittata di 14,6 km, ma con uno scafo progettato ad hoc, ben più spazioso e soprattutto con una torretta chiusa e interamente brandeggiabile, sulla falsariga di un grosso carro armato. Adesso è una configurazione standard: nel 1963 un po' meno. Alla fine degli anni '60 iniziarono ad entrare in servizio anche nell'E.I, ma non nella versione iniziale americana ma nel tipo aggiornato dalla Germania, l''''M109G''': ovvero con un obice modificato, capace di sparare ad un ritmo più elevato, anche se il dato di punta di 6 c. min non impedisce che il ritmo sostenuto è di circa 1 colpo al minuto o 3-4 per periodi brevi, non fosse altro che per la resistenza della canna al surriscaldamento.
 
L''''M109''' invece entrò in servizio nel 1963, con oltre 2.000 esemplari prodotti. Questo semovente poteva contare su ottime doti di mobilità e una protezione completa per il proprio equipaggio. Ma i punti deboli erano anche che: l'autonomia, nononstantenonostante l'ottima meccanica, non era eccelsa; le capacità anfibie erano possibili solo dopo un'accurata installazione di un kit. La protezione, in alluminio saldato, era ottima per ottimizzare la resistenza, ma per il resto era leggera e anche se copriva tutti i lati e il tetto del mezzo, era vulnerabile (un po' come la corazzatura degli M113) al fuoco delle armi pesanti, costosa e in caso di incendio il veicolo sarebbe stato irrecuperabile dato che il punto di fusione dell'alluminio è poco oltre i 600 gradi e per giunta ha la tendenza a bruciare. In ogni caso i veicoli in lega leggera hanno costituito una rivoluzione, ben più leggeri e tutto sommato economici (dato che richiedevano motori meno potenti) di quelli originariamente fatti in acciaio, specie se si aveva la pretesa di proteggere tutti i lati e garantire anche una torretta rotante.
 
Ma la mobilità venne pagata sia con la scarsa protezione e un costo unitario piuttosto alto (a parità di peso con mezzi in acciaio, non certo a parità di prestazioni, per i motivi suddetti), e con un obice che, anche se ampiamente dotato di un generosissimo freno di bocca a luce singola di grandi dimensioni, e di un estrattore di fumi, continuava ad avere una gittata relativamente ridotta. Così nel 1972 apparve l'M109A1 con un pezzo da 155/39 mm che in teoria avrebbe garantito 18,1 km, mentre l'OTO Melara sperimentò una bocca da fuoco (non è chiaro se montata su qualche M109) analoga, ma più pesante e capace di resistere a pressioni sufficienti per raggiungere i 24 km. In pratica era un'arma equivalente a quella dell'FH-70 in sviluppo. La b.d.f. americana di fatto non offriva che le stesse prestazioni dell'obice rielaborato dai tedeschi, così arrivò l'M109A2 con un sistema di caricamento, complesso rento recuperatore e circuito idraulico rielaborato, ma soprattutto un altro pesante limite dell'M109 (oltre alla scarsa protezione, scarsa gittata e costo non trascurabile) venne superato, quello della scarsa capacità dei depositi munizioni di appena 28 colpi: con un nuovo deposito principale da 22 colpi nella parte posteriore del veicolo vennero raggiunti i 36 proiettili, ben più adatti per un'azione di fuoco. Gli M109 base portati allo standard A2 venivano denominati M109A3. In teoria gli M109A2/A3 avrebbero dotuvo raggiungere i 22.500 m con munizioni normali (alla massima carica di lancio, la 8) e addirittura i 30.000 con quelle a razzo: ma in pratica, a causa dei limiti di resistenza delle canne, a valori ancora simili a quelli dell'M109A1 e quindi, appena meglio delle artiglierie semoventi avversarie come i 2S3 da 17-18 km.