Franz Kafka e la metamorfosi ebraica/Antisemitismo nell'Austria: differenze tra le versioni

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Seconda solo a Vienna, [[w:Praga|Praga]] si sviluppò in una potenza industriale e divenne un centro culturale nel diciannovesimo secolo, attraendo un gran numero di immigrati ebrei in seguito alla loro emancipazione nel 1859.<ref>Hillel J. Kieval, "Nationalism and Antisemitism: The Czech-Jewish Response." in ''Living with Antisemitism: Modern Jewish Responses'', 210-233. (Hanover: Brandeis University Press, 1987), 210.</ref> La popolazione ebraica in Boemia aumentò del 26% durante la seconda metà del secolo e nel 1921 il 40% degli ebrei boemi viveva a Praga.<ref>''Ibid.'', 211-212.</ref> Molti ebrei di Praga immigrarono dalle zone rurali ceche e si identificavano come cechi ebrei;<ref>''Ibid.'', 214.</ref> in effetti, la maggioranza degli ebrei boemi e moravi non si identificava come tedesca, ma come ceca.<ref>Robert S. Wistrich, "Austrian Legacies: Jews and the questions of national identity." ''Partisan Review'', 69, nr. 3: 355-366.</ref> Mentre gli ebrei viennesi si schieravano fermamente con la cultura tedesca che dominava l'ideologia occidentale al volgere del secolo, gli ebrei boemi si trovavano in bilico tra le loro radici ceche e il fascino dell'assimilazione tramite l'illuminismo tedesco. Sebbene la maggior parte degli ebrei boemi si considerasse ceca, il buon adattamento alla vita urbana e all'economia industriale dipendeva in gran parte dall'acquisizione della lingua tedesca e da un'istruzione occidentale. Il drammatico aumento demografico degli ebrei in Boemia generò competizione con la popolazione gentile ceca per lavoro, alloggio e opportunità educative.<ref>Kieval, ''Living with Antisemitism'', 211-212.</ref> L'emancipazione degli ebrei in Boemia, come altrove in Europa, portò alla secolarizzazione degli ebrei attraverso l'implementazione dell'istruzione occidentale o specificamente tedesca.<ref>''Ibid.''</ref> Gli ebrei boemi mantennero anche un certo grado di lealtà verso la cultura tedesca a causa della loro gratitudine per Francesco Giuseppe, il loro emancipatore e membro della monarchia asburgica.<ref>''Ibid.'', 213.</ref> L'emancipazione in Austria portò avanti anche le scuole per ebrei sponsorizzate dallo stato e il tradizionale curriculum del ''gymnasium''.<ref>''Ibid.''</ref> Agli ebrei era ora premesso di frequentare le scuole secondarie e le università.<ref>''Ibid.''</ref> I nazionalisti cechi, nella speranza di preservare la propria cultura, rifiutarono il concetto di scolarizzazione universale e si allontanarono dall'occidentalizzazione delle scuole statali.<ref>''Ibid.'', 214-215.</ref> I gentili non erano i soli cechi ad opporsi all'influenza tedesca delle scuole statali o l'implementazione della lingua tedesca come lingua statale. La popolazione ceca-ebraica nelle aree rurali della Boemia si unì agli sforzi nazionali cechi per liberare la campagna dalle scuole statali e alla fine ebbe successo.<ref>''Ibid.''</ref> Gli sforzi sia del [[w:Giovani Cechi|Partito Liberale Nazionale/Giovani Cechi]] ''(Národní strana svobodomyslná)'' sia dei cechi-ebrei ridussero il numero di scuole primarie sponsorizzate dallo stato per ebrei da oltre cento nel 1885 a solo cinque nel 1910.<ref>''Ibid.''</ref> L'assimilazione alla cultura tedesca era una necessità della vita di città, ma le aree rurali della Boemia richiedevano comprensione e aderenza al sentimento ceco. Gli ebrei della Boemia non potevano allinearsi a nessuna delle parti del dibattito sulla nazionalità in Austria. Non erano considerati tedeschi perché erano ebrei e tuttavia non potevano essere veri cechi perché parlavano tedesco e si identificavano in gran parte con i principi politici del Liberalismo e della tradizione occidentale.
 
La popolazione tedesca di Praga era composta principalmente da ebrei, il che li rendeva vulnerabili sia al sentimento anti-tedescoantitedesco che all'antisemitismo dei cittadini cechi.<ref>Klaus Wagenbach, ''Prague at the Turn of the Century'', da Mark Anderson, ''Reading Kafka: Prague, Politics, and the Fin de Siècle'' (New York: Schocken Books, 1989), 33.</ref>
{{q|Che cosa avevano fatto, i piccoli ebrei di Praga, gli onesti mercanti della classe media, i più pacifici di tutti i cittadini pacifici?... A Praga, la gente insinuava che non erano cechi, a Saaz ed Eger [le province della Boemia], che non erano tedeschi... Allora a cosa dovevano aggrapparsi? Se alcuni volevano essere tedeschi, i cechi gli saltavano addosso — e anche i tedeschi... Se si considera l'atteggiamento completamente distorto degli ebrei boemi, si capisce perché fossero ricompensati per i loro servizi con punizioni fisiche. Entrambe le nazionalità in conflitto trovarono una strana nuova variante della battuta del vecchio cocchiere: due carrozze si incontrano su uno stretto sentiero. Nessuno dei due cocchieri vuole cedere il passo e in ogni carrozza siede un ebreo. Ciascun cocchiere schiocca la sua frusta sul passeggero dell'altro: "Tu picchia il mio ebreo e io picchierò il tuo". Ma in Boemia, dicono "E anche il mio", cosicché in un singolo viaggio l'ebreo boemo riceve doppie frustate. Si può quindi capire perché abbiano cercato di mantenere un basso profilo nella disputa sulla nazionalità.<ref>''Ibid.''</ref>}}