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L'azione contro Sirri vide coinvolta la formazione dell'incrociatore Wainwright e le fregate Bagley e Simpson, del tipo 'Perry' come la Roberts. La piattaforma aveva un cannone, che però non venne usato perché le navi erano fuori portata. Dopo le prime cannonate venne interrotta l'azione per permettere ad un rimorchiatore di recuperare i naufraghi, gettatisi in mare dopo le prime cannonate, mentre un SH-2 venne soggetto a mitragliamento da parte di alcune imbarcazioni delle vicinanze. Ad un certo punto la JOSHAN, nave tipo 'Combattante II' armata di 4 missili Harpoon, si avvicinò e nonostante l'ammonizione a non proseguire l'azione lanciò due dei missili contro l'incrociatore. Quest'attacco, proprio con armi americane, contro l'ammiraglia della flotta venne parato manovrando la prua verso il missile e usando le ECM, lo deviò dal suo obiettivo. Subito dopo quest'azione la USS Simpson lanciò 3 missili Standard SM-1 in modalità anti-superficie (o forse erano Harpoon, la descrizione è piuttosto confusa) e uno da parte del Wainwright, con tre centri pieni (wikipedia inglese riporta 4 e due missili rispettivamente), fino a quando venne colata a picco da un'altra nave, la Bagley, che la colpì con un missile. La piccola motocannoniera da 270 t era stata devastata dai missili SAM sulle sovrastrutture ed era fuori uso, per questo ebbe poi anche un missile Harpoon a bordo, quando oramai, volendo, era risparmiabile dato che non era più in grado di combattere. Infine venne anche cannoneggiata dalle navi americane e affondata. Poco dopo, l'incrociatore tirò subito dopo anche 6 missili SM-2 contro due Phantom in avvicinamento, che vennero costretti ad allontanarsi. Dalla base sul'isola di Abbar Mussa partirono almeno mezza dozzina di vedette veloci dei Pasdaran verso le piattaforme colpite, ma trovarono presto gli A-6 Intruder del VA-95 'Green Lizards' e gli A-7E del VA-22 e VA-94, tutti aerei del CVW-11 della ENTERPRISE. Vennero usate armi apparentemente poco sensate per il compito antinave (ma impiegate con successo anche contro i libici), ovvero CBU Rockeye, affondando almeno due o 3 battelli e costringendo gli altri ad allontanarsi. Dopo la reazione iraniana, lanciata contro obiettivi non protetti come il rimorchiatore Willie Tide e il campo petrolifero Mubarak, entrambi americani e al largo degli Emirati arabi uniti, e la petroliera britannica York Marine abbandonata in fiamme.
[[File:Bild-Prayingmantis5sahand.jpg|350px|right|thumb|La F-73 IS Sahand affonda totalmente devastata dalle fiamme]]
Un altro gruppo navale era costituito dagli USS O'Brien, Strauss, Williams, che dovevano provocare a singolar tenzone le navi iraniane fuori dalla loro base principale di Bandar Abbas. Queste unità erano rappresentate principalmente dalle 4 fregate veloci 'Saam'
Questa vera e propria battaglia navale è stata tra le poche combattute in maniera aperta, tra opposte marine, dell'era moderna, e forse l'unica in assoluto che ha visto navi e aerei americani combattere in maniera aperta contro altre unità navali a colpi di missili, per giunta entrambi della stessa origine. Questa battaglia dimostrò, come anche le battaglie contro la Libia del 1986, come le piccole navi missilistiche, per quanto pericolose, sono vulnerabili ad un attacco aereo ben condotto e non riescono a sopravvivere senza copertura aerea e senza effetto sorpresa, negato dagli aerei d'avvistamento radar che sorvegliano il tratto di mare interessato, che sia il Golfo o la Sirte. Queste battaglie provarono anche come le navi leggere siano vulnerabili alle armi di precisione americane, micidiali come al solito, ma non solo i missili antinave e quelli aria-superficie, ma anche missili SAM usati per compiti superficie-superficie, e anche bombe a grappolo o HE portate da moderni aerei (anche se non modernissimi) come gli A-7E; dall'altro lato dimostrarono come non necessariamente un solo colpo fosse sufficiente per distruggere il bersaglio, anche se forse più semplicemente si è trattato da parte degli americani di una tendena all'overkill', tirando più missili del necessario, magari per partecipare all'affondamento di una stessa 'preda'. Tant'è che la Marina protestò contro l'ingerenza politica nel negare il colpo di grazia alla seconda fregata.
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