La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni

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La forma della ''Mishneh Torah'' trasmette la stessa idea: perfezione, nel senso di realizzazione della forma microcosmica umana, è sempre disponibile, tanto costantemente quanto i moti delle sfere, cosicché non necessita aspettare una riabilitazione sociale ed il ripristino del microcosmo politico. Inoltre, e a proposito della discussione al Capitolo 2 della teoria naturale maimonidea di microcosmo-macrocosmo contro varietà mistica, Ravitzky contrasta il messianismo storico di Maimonide – una redenzione dal male umano in cui non cambia nulla nell'ordine naturale – col messianismo apocalittico, che attende una redenzione cosmica dal male ontologico.<ref>Ravitzky, "Maimonides on the Days of the Messiah", 250-6. Su tale distinzione, si veda anche Kellner, "Messianic Postures".</ref> Anche questa caratteristica è simbolizzata dalla forma cosmica della ''Mishneh Totah'', emblematica dell'ordine naturale che abbraccia sia la condizione redenta sia quella irredenta degli affari umani. Pertanto la forma nella ''Mishneh Torah'' produce una riconciliazione artistica dell'atemporale col temporale, della costanza col processo.
 
La riabilitazione intellettuale del genere umano nei gironi del messia, afferma Ravitzky, è un ripristino dello stato di coscienza di Adamo prima della sua caduta, in cui percepisce i valori assoluti del vero e del falso, piuttosto che i valori convenzionali di giusto e sbagliato. È una caratteristica della legge divina che cerca di educare alla verità, in opposizione al ''nomos'', legge convenzionale che soltanto regola la società, determinando il giusto e lo sbagliato.<ref>Vedi ''Guida'' ii.40 (pp. 381-5).</ref> Col completamento del modello cosmico della ''Mishneh Torah'', sarà appropriato considerarlo come mezzo per conoscere la verità qui e adesso. Allo stesso tempo, mi dilungherò sul tema del pentimento nella ''Mishneh Torah'', il suo ruolo quale agente di redenzione, e il suo rapporto con il pensiero neoplatonico. Ciò ci porterà a considerare gli utlimiultimi quattro libri dell'opera, che devono ancora essere integrati completamente nello schema microcosmico.
 
Se nel precedente capitolo l'idea di emanazione è stata vista, quando convertita in termini ebracici, come un flusso decrescente di santità, qui l'idea del ritorno emerge nella forma ebraica come pentimento. La sottile arte con cui Maimonide produce queste trasformazioni rinforza l'opinione sottoscritta nell'Introduzione che il suo programma dichiarato debba essere preso a valore nominale: non sta temporeggiando con la filosofia, ma dimostrando come l'ebraismo dia espressione tangibile ed effetto morale ad una verità accessibile universalmente che possedeva in antichità.