Storia intellettuale degli ebrei italiani/Leone Modena: differenze tra le versioni

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Gesù fu dunque, secondo Modena, un uomo di profonda moralità, persino di potenzialità messianiche. Questo portò Modena a continuare a indagare sull'uomo chiamato Gesù, un Gesù storico. La sua ricostruzione inizia con il rifiuto categorico delle ''Toledoth Yeshu'', i resoconti ebraici della vita di Gesù, che tendevano a sminuirlo, come "menzogne scritte da qualcuno che aveva pregiudizi nei suoi confronti e voleva gettargli vergogna. E ogni ebreo che crede a quelle bugie merita quella vergogna".<ref>''Ibid.'', 43.Sulle ''Toledoth Yeshu'', si vedano Jean-Pierre Osier, ''L’Evangile du Ghetto, ou comment les Juifs se racontaient Jésus'' (Parigi: Editions Berg International, 1984), e Riccardo Di Segni, ''Il Vangelo del Ghetto (Milano: Newton Compton, 1985); Riccardo Di Segni, "La tradizione testuale delle Toledoth Jeshu: Manoscritti, edizioni a stampa, classificazione", ''Rassegna Mensile di Israel'' L (gennaio-aprile 1984):83-100; e "Due nuove fonti sulle Toledoth Jeshu", ''Rassegna Mensile di Israel'' LV (1989): 127-132.</ref>
 
Il lavoro storico di Modena si basava su fonti cristiane ed ebraiche<ref>La fonte ebraica di Modena era il ''Sefer Yosippon''.</ref> sia antiche che moderne, in particolare il ''De Republica hebraeorum libri VII'' di [[w:Carlo Sigonio|Carlo Sigonio]], pubblicato a Bologna nel 1582, che egli superò nella contestualizzazione storica riguardante la vita e il carattere di Gesù. L'analisi storica di Sigonio si fermava davanti alla figura di Cristo, che era per lui il punto di arrivo della storia ebraica, a cui si riferivano misteriosamente tutte le leggi, le profezie e gli atti dei Figli di Israele.<ref>''De Republica hebraeorum'', 2. Il contesto storico di Gesù è descritto a 223-233. La fonti di Sigonio sono il ''Bellum Iudaicum'' e ''Antiquitates'' di Flavio Giuseppe, Philo Judaeus, il ''Shalsheleth ha-Qabbalah'' di Avraham Zakut, i Vangeli e gli Atti degli Apostoli, Plinio (Libro V), Epiphanius, Tertulliano (''De prescritionibus''), Girolamo, Origene, Eusebio, e Isidoro di Siviglia (''Liber etymologiarum'').</ref> Non impedito da tale finalità, Modena giungeva a conclusioni che annunciava con solennità (forse conscio della novità dell'impresa) ed evidente soddisfazione:
{{q|Sono arrivato a conclusioni che mi sembrano veritiere e solide, come se avessi vissuto ai suoi tempi, accanto a lui.|''Magen'', 43}}
La sua affermazione lascia intravedere una coscienza storica "moderna", basata sul transfert psicologico in un passato spogliato di aspetti mistici e completamente secolarizzato. L'accesso storico all'arena più sacra – il carattere e la vita di Gesù – a cui la storiografia europea sarebbe giunta solo molto più tardi, rappresenta il contributo non trascurabile di Modena alla secolarizzazione delle [[w:scienze sociali|scienze sociali]].
 
 
 
<!--- mie note in ingl. da inserire tradotte --
66 Mt 15: 1-9; Lc 11: 37-44. The historical reconstruction is on pages 43-46 of Magen we-ḥerev.
Magen we-ḥerev.
67 Magen, 45.
68 Cf. Tanḥuma, ed. Shlomo Buber (New York: H. Horowitz, 1946), vol. 1, p. 135.
Line 177 ⟶ 176:
Cf. Shaking the Pillars of Exile, 35 and 64-65.
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== ''Storia e antropologia: gli inizi della coscienza nazionale'' ==