Storia intellettuale degli ebrei italiani/Leone Modena: differenze tra le versioni

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I cristiani potevano ben affermare che con la venuta del Messia l'umanità era stata liberata dalla maledizione, scriveva Modena: ma il buon senso negava tale affermazione, poiché "i nostri sensi affermano che gli uomini muoiono, che faticano a nutrirsi con i frutti della terra, che le donne generano figli nel dolore". Potremmo "negare la nostra condizione: essa è tuttavia abbastanza ''visibile''".<ref>''Ibid.'', 14.</ref>
 
A un livello più alto della comprensione sensibile, benché fondato su di essa, la comprensione intellettuale attestava anche l'impossibilità – o, più chiaramente, l'inconcepibilità – di certe credenze cristiane, secondo Modena. Per lui, la teologia cristiana non seguiva il consueto ordine della comprensione intellettuale, per cui il compreso è preceduto da un astratto intelligibile (''muskalym mufshatym mi-ḥomer''), collocando, in altre parole, l'oggetto immaginato in un contesto coerente e non contraddittorio del concepibile. Seguiva la strategia opposta dell'immaginazione (''tziyyur vedimiyon''<ref>La terminologia di Modena sembra non essere interamente religiosa. A volte usa il termine ''tziyyur' per indicare l'immaginazione (p. 21, nel criticare le "invenzioni" cristiane) e a volte per indicare il concetto (p. 22, nel definire l'oggetto pensabile).</ref>), che concepisce un oggetto a volontà e lo giustifica ''a posteriori''. '''I cristiani immaginarono Gesù come Dio, il che li portò a costruire dogmi sempre più incomprensibili per giustificare la sua natura umana e la sua morte'''. Le difficoltà insite nel concepire la Trinità – tre persone simultaneamente uguali e diverse con tutte le sottili differenziazioni tra i modi e le essenze delle tre persone – hanno naturalmente dato origine a numerose eresie.<ref>27 Ibid., 21-22.</ref> I cristiani hanno inquadrato i fatti per adattarsiadattarli alla teoria o, come Modena lo affermò in modo più popolare, "[i cristiani] si tagliarono le dita dei piedi per adattarsiadattarli alle proprie scarpe". In altre parole, costruirono una struttura dogmatica da false premesse, e furono così costretti a trarre una serie di conclusioni irrazionali e assurde.
 
Attingendo a Maimonide (''[[Guida dei perplessi]]'', I:50) e Yosef Albo (''Sefer ha-‘Iqqarym'', 1:22 e 3:25), Modena enuncia il suo criterio di plausibilità per una credenza: