Storia della filosofia/Esistenzialismo: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dèi e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo.|''Il mito di Sisifo'', cit., p.121 }}
 
[[File:Simone_De_Beuvoir2Simone De Beauvoir2.jpg|thumb|upright=0.7|Simone de Beauvoir, femminista, compagna di Sartre ed esponente dell'esistenzialismo ateo]]
In un orizzonte umano che non sa che farsene di Dio perché ha solo sé stesso su cui fondarsi per realizzare un senso dell'esistenza, Camus rifiuta però il buio del nichilismo per la solarità di una lotta indefessa al non-senso. Bisogna ribellarsi al non-senso in nome della solarità e della "misura", le caratteristiche migliori dei popoli mediterranei pre-cristiani. Si legge nel 5º capitolo dell'''Uomo in rivolta'' (sottotitolo: ''Il pensiero meridiano''): {{Citazione| La rivolta è essa stessa misura: essa la ordina, la difende e la ricrea attraverso la storia e i suoi disordini. L'origine di questo valore ci garantisce che esso non può non essere intimamente lacerato. La misura, nata dalla rivolta, non può viversi se non mediante la rivolta. È costante conflitto, perpetualmente suscitato e signoreggiato dall'intelligenza. Non trionfa dell'impossibile né dell'abisso. Si adegua ad essi. Qualunque cosa facciamo la dismisura serberà sempre il suo posto entro il cuore dell'uomo, nel luogo della solitudine. Tutti portiamo in noi il nostro ergastolo, i nostri delitti e le nostre devastazioni. Ma il nostro compito non è quello di scatenarli attraverso il mondo; sta nel combatterli in noi e negli altri | ''L'uomo in rivolta'', Bompiani, Milano 1951, p.329 }}