Scienze della Terra per le superiori/Terremoti: differenze tra le versioni

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* '''Macrozonazione sismica'''. Gli obiettivi in questo caso sono di individuazione in ambiti molto ampi (provinciali, regionali, nazionali) di '''zone con caratteristiche omogenee di PGA'''. Per questo tipo di cartografia viene considerata la probabilità che un determinato evento con determinata intensità si ripresenti entro un certo periodo di tempo ('''periodo di ritorno'''). Questo tipo di analisi viene condotto sia in base informazioni reperite da cataloghi di terremoti osservati o registrati, sia impiegando modelli probabilistici che considerano la distribuzione di potenziali faglie attive. Ove non si hanno misure accelerometriche si utilizzano dati di intensità convertiti in PGA tramite relazioni statistiche. In alcune regioni italiane come la Campania o la Sicilia occorre considerare anche l’eventualità che si verifichino terremoti di origine vulcanica. Per questo tipo di cartografia viene considerata la probabilità che un evento con determinata intensità si ripresenti entro un certo periodo di tempo ('''periodo di ritorno'''). Inoltre, a ciascuna macro-zona sismica viene attribuito un '''valore di magnitudo massima'''. Le macrozone servono per una pianificazione su scala nazionale della prevenzione sismica, ma non sono utilizzabili a scala locale per la pianificazione territoriale, perché non hanno dettaglio sufficiente.
 
* '''Microzonazione sismica'''. Consiste nell’analisi e nella rappresentazione della distribuzione spaziale della '''pericolosità sismica''' nel territorio e della sua '''vulnerabilità sismica'''. Questo tipo di studio è condotto in un ambito di dettaglio molto maggiore (comunale, circoscrizionale) rispetto alla macrozonazione, e comprende anche l'analisi di fattori di rischio locali, relativi ad esempio alla stabilità dei versanti e alla tipologia dei terreni. Le carte di microzonazione sismica sono quelle effettivamente utilizzate "sul campo" per la pianificazione territoriale a scala locale. I fattori di rischio principali su scala locale sono: [[File:Scenari di pericolosità sismica locale.jpg|miniatura|right|verticale=2.4|Scenari di rischio sismico locale, contemplati nella microzonazione sismica,]]
[[File:Scenari di pericolosità sismica locale.jpg|miniatura|right|verticale=2.4|Scenari di rischio sismico locale, contemplati nella microzonazione sismica,]]
** ''densificazione dei terreni''. Nei terreni sciolti, come limi e sabbie, le vibrazioni prodotte da un sisma possono un "riassestamento" delle particelle (clasti) che li compongono, con una riduzione di volume conseguente al fatto che i "vuoti" tra i clasti si riducono. Questo può provocare cedimenti differenziali nel terreno, che si traducono in dissesti per le eventuali strutture soprastanti.
** ''liquefazione dei terreni''. Anche questo problema riguarda terreni sciolti sabbiosi e limosi, saturi d'acqua: in questo caso le sollecitazioni prodotte da un terremoto possono causare un aumento delle pressioni interstiziali fino a eguagliare la pressione totale dovuta al peso degli strati di terreno soprastanti. Il comportamento del terreno in queste condizioni equivale a quello di un fluido: viene così annullata la resistenza al taglio del terreno, che non è più in grado di sopportare spinte provenienti dall'altro. Questo può provocare affondamento o ribaltamento di edifici e strutture costruiti sul terreno stesso.
**''Fenomeni di amplificazione''. Condizioni locali di natura topografica o stratigrafica possono modificare direzione e ampiezza delle onde sismiche, con fenomeni di interferenza tra fronti d'onda dovuti a riflessione e rifrazione. Quando questa interferenza è "costruttiva" (cioè le componenti si sommano), le oscillazioni del terreno risultano amplificate. L'amplificazione di tipo stratigrafico può essere dovuta alla presenza di sedimenti "soffici" o sciolti che ricoprono il basamento roccioso rigido. Le irregolarità topografiche (rilievi, pendii) possono essere significative (cioè dare luogo a fenomeni di interferenza) quando sono della stessa lunghezza d'onda delle onde sismiche.
** ''instabilità dei versanti''. Versanti montani o collinari possono essere interessati da instabilità dovuta alla natura delle rocce e dei terreni (probabilità di frane o crolli) e all'eventuale presenza di corpi di ''paleofrana'' che possono essere rimessi in movimento a causa un sisma.
** ''Collasso di cavità''. Questi fenomeni interessano soprattutto aree carsiche (come visto nel capitolo dedicato), ma possono essere importanti a scala locale anche su terreni poco consolidati di natura tufacea o alluvionale per erosione dovuta ad episodi di forti piogge. Vi può essere anche collasso di cavità di origine antropica (antichi ambienti sotterranei o miniere).
 
== La previsione dei terremoti ==