Scienze della Terra per le superiori/Terremoti: differenze tra le versioni

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<big>'''''Rischio = Pericolosità * Vulnerabilità * Esposizione'''''</big>
* la '''pericolosità''' sismica, è la probabilità che un sisma di una data intensità (che implica un certo valore di "scuotimento" del suolo, in termini di accelerazione o movimento) si verifichi in un determinato intervallo di tempo e in una certa area. Per l'intervallo temporale si considera il '''periodo di ritorno''' di un terremoto di data intensità. E' espressa in una scala probabilistica da 0 (evento nullo) a 1 (evento certo). Questo parametro è utilizzato per la compilazione di '''carte della pericolosità sismica'''. Ad esempio, in Italia la '''Mappa di Pericolosità Sismica 2004''' (MPS04) descrive la pericolosità sismica attraverso il parametro dell'accelerazione massima attesa con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni su suolo rigido e pianeggiante. L'accelerazione del suolo '''Peak Ground Acceleration''' ('''PGA''') è la misura della massima accelerazione del suolo indotta del terremoto (registrata da accelerometri). Diversamente dalla scala Richter, che misura l'ampiezza globale di un terremoto, il PGA è una misura dell''''intensità di un terremoto in unaun singoladeterminato area geograficasito'''.
* la '''vulnerabilità''' è il grado di potenziale perdita (distruzione) prodotto sugli elementi esposti al rischio risultante dal verificarsi di un sisma di data intensità. Gli elementi in gioco possono essere persone (quindi perdite umane), edifici e infrastrutture o attività. Ad esempio gli edifici di un antico centro storico sono ad elevata vulnerabilità, mentre moderni palazzi in cemento armato costruiti con criteri antisismici possono resistere anche a forti scosse. Anche questo fattore è espresso in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale).
* l' '''esposizione''' (valore esposto al rischio), è il valore dell'insieme degli elementi a rischio all'interno dell'area esposta (persone, beni, attività). l'esposizione dipende sostanzialmente dal valore economico delle strutture e dalla concentrazione di persone in esse. Ad esempio, un terremoto in una regione spopolata e priva di costruzioni e infrastrutture (come un deserto) avrebbe una esposizione e un rischio praticamente nulli. Al contrario, se l'area è particolarmente affollata e vi sono strutture (come ad esempio dighe o centrali elettriche, oppure ospedali) l cui distruzione causerebbe gravi perdite economiche e interruzioni di servizi primari, l'esposizione è molto elevata. L'esposizione si quantifica in termini relativi (valore monetario di proprietà, attività economiche, servizi pubblici) oppure assoluti (numero di abitanti, di edifici etc.). Questo parametro serve soprattutto per la stima dei costi che un terremoto può avere per il dimensionamento degli interventi di recupero e ricostruzione.
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Fondamentale per la compilazione della cartografia relativa al rischio sismico è la '''zonazione sismica''', che esprime la distribuzione nel territorio dei fattori di rischio connessi agli eventi sismici. in Italia sono utilizzati due tipi di zonazioni:
 
* '''Macrozonazione sismica'''. Gli obiettivi in questo caso sono di individuazione in ambiti molto ampi (provinciali, regionali, nazionali) di '''zone che hannocon caratteristiche omogenee di '''PGA'''. Per questo tipo di cartografia viene considerata la probabilità che un determinato evento con determinata intensità si ripresenti entro un certo periodo di tempo ('''periodo di ritorno'''). Questo tipo di analisi viene condotto sia in base informazioni reperite da cataloghi di terremoti osservati o registrati, sia impiegando modelli probabilistici che considerano la distribuzione di potenziali faglie attive. Ove non si hanno misure accelerometriche si utilizzano dati di intensità convertiti in PGA tramite relazioni statistiche. In alcune regioni italiane come la Campania o la Sicilia occorre considerare anche l’eventualità che si verifichino terremoti di origine vulcanica. Per questo tipo di cartografia viene considerata la probabilità che un evento con determinata intensità si ripresenti entro un certo periodo di tempo ('''periodo di ritorno'''). Inoltre, a ciascuna macro-zona sismica viene attribuito un '''valore di magnitudo massima'''. Le macrozone servono per una pianificazione su scala nazionale della prevenzione sismica, ma non sono utilizzabili a scala locale per la pianificazione territoriale, perché non hanno dettaglio sufficiente.
* '''Microzonazione sismica'''. Consiste nell’analisi e nella rappresentazione della distribuzione spaziale della '''pericolosità sismica''' nel territorio e della sua '''vulnerabilità sismica'''. Questo tipo di studio è condotto in un ambito di dettaglio molto maggiore (comunale, circoscrizionale) rispetto alla macrozonazione, e comprende anche l'analisi di fattori di rischio locali, relativi ad esempio alla stabilità dei versanti e alla tipologia dei terreni. Le carte di microzonazione sismica sono quelle effettivamente utilizzate "sul campo" per la pianificazione territoriale a scala locale.