Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Marocco: differenze tra le versioni

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Tutto questo dà l'idea di come sia difficile fissare un nemico nella guerra del deserto e con che costi per una nazione: schierare nell'inospitale parte meridionale del Marocco 120.000 uomini e migliaia di equipaggiamenti pesanti era un salasso davvero notevole per il non poderoso stato marocchino, ed estremamente impegnativo per chiunque altro (non era tanto diverso dallo schieramento di NE in Italia durante la Guerra Fredda).
 
Nel 2001, la situazione era simile, per dirla con la citazione usata dall'ottimo Husson, al 'Deserto dei Tartari'<ref>Housson, Jean-Pierre: ''Sahara Occidentale: il deserto dei Tartari?'', P&D Dicembre 2000, pag. 66-73</ref>==. Ognuna delle due parti si fronteggiava dalle relative postazioni. Il referendum, da molti anni invocato come soluzione per risolvere l'annoso problema dell'autodeterminazione del Sahara Occidentale, che ancora nell'estate 2000 James Baker ha tentato, come rappresentante speciale dell'ONU di sbloccare a Ginevra, ma senza successo. La tregua che durava dal 6 settembre 1991 dopo questo fallimento diplomatico era messa in notevole difficoltà, e forse era da considerarsi addirittura fallita, visto che non si sarebbe trovato un modo per decidere di questi territori. Rabat non aveva certo la volontà di affrontare una votazione popolare, avendo maggiore forza militare e occupando gran parte del territorio, ma il problema non era di lana caprina: come individuare precisamente chi era realmente in possesso dei diritti di voto, che non potevano certo essere estesi ai 'coloni' inviati dal Marocco dopo l'occupazione? Dal 1992 vigilava il MINURSO; ovvero Missione dell'ONU per il Referendum nel Sahara Occidentale. Questa sigla spiega già molto dell'importanza politica estremamente alta attribuita a questo metodo di scelta. Ma anche riprendere le attività militari contro le FAR marocchine non era certo una cosa vantaggiosa per la RASD: impossibile riconquistare i territori occupati dai Marocchini. Al più avrebbe potuto mettere i marocchini a rischio bancarotta: già in tempo di pace spendevano il 33% del PIL in spese militari, essenzialmente per mantenere l'enorme apparato militare nel deserto, dov'era schierato, in un clima secco con temperature di 50 gradi (che mettevano a rischio anche gli pneumatici dei mezzi parcheggiati al sole, in genere protetti da muretti speciali o simili oggetti che generavano ombra), un contingente di due terzi dell'esercito (lasciando tra l'altro poco popolata la frontiera con la Spagna). Questo era stanziato nelle 'province sahariane', che nel 2000 costavano 1 miliardo di dollari all'anno, per lo più a causa dei 'muri', costosi ma sostanzialmente efficaci nel tenere fuori dalle parti più importanti dei territori il Polisario. Questo era riuscito se non altro, nel frattempo, a riorganizzare le proprie forze facendone un sistema militare simile ad un piccolo esercito regolare piuttosto che ad una formazione di guerriglia. Del resto i muri, alti da 3 a 5 metri e presidiati da campi minati e 80.000 soldati e passa, erano davvero un ostacolo temibile, coprendo il 65% del territorio grazie ai 2.500 km di lunghezza, suddivisi in 3 zone operative: Sud con comando a Dakhla, Centro a El Aiun, Nord a Mahabes. Al solito, dietro le guarnigioni di prima linea v'erano i gruppi d'intervento mobili.
 
Il Polisario era stato nel frattempo riorganizzato in 7 regioni militari o RM di cui 6 a contatto con i 'muri', tra cui la 5a con comando a Bir Lahiou, vicina alla base marocchina di Zag, la 2a RM con comando a Tifariti (in cui se le FAR marocchine sfondassero taglierebbero in due l'intero schieramento del Polisario tra l'Algeria e il Sahara meridionale), e le altre, coma la 4a, 3a, 7a, 1a i cui comandi erano a M'Herig, Midjec, Aghouinet e Dougej. La sola RM non a contatto con i muri era quindi la 6a, in prevalenza sistemata a Tindouf, in Algeria, ed era il QG dell'ELPS. Qui erano stati raggruppati i carri T-55 e T-62, la logistica, formazione, istruzione per una forza armata di 8-10.000 uomini, che erano saliti, prima della tregua del '91, addirittura ad oltre 30.000. V'era davvero una struttura completa coma la scuola militare quadri 'Martire Ammi', quella per fanteria 'Martire El Ouali', e quella per cavalleria e artiglieria 'Martire Haddad'. I veterani dell'ELPS, spesso provenienti a loro volta dalle scuole algerine, curavano la formazione dei soldati. Fino al 1983 provenivano anche dalla Libia, poi v'è stato l'accordo tra Gheddafi e Hassan II. Con l'Algeria invece i rapporti non sono finiti e stage di 6 mesi per una formazione da ranger (truppe esploranti) erano garantite ad alcune decine di soldati presso la scuola commandos algerina. Delle RM, eterogenee per compiti e organizzazione, la 2a e la 7a erano 'Regioni meccanizzate', le altre, tutte, erano 'motorizzate'. La differenza era che le prime avevano 6 battaglioni, ovvero le failak di cui uno di carri, due fanti meccanizzati, uno fanteria motorizzata (veicoli come i Toyota 4x4), uno per l'artiglieria e uno per la difesa c.a. Praticamente erano disponibili un qualcosa di simile ad una brigata, anche perché i battaglioni carri erano in effetti di tipo assai convenzionale, con 3 compagnie su 4 plotoni l'una, oltre al reparto comando e a quello con gli ZSU per la difesa contraerea. In effetti, almeno in tempo di pace tutti e due i battaglioni carri erano raggruppati nella 6a RM. La fanteria meccanizzata aveva invece i BMP-1: anziani ma ben armati (dev'essere una brutta esperienza viverci e combatterci nel deserto, anche perché pare portassero l'intero equipaggio standard di 3 uomini e 8 truppe, anziché 3+6 come spesso accade in realtà). I battaglioni meccanizzati erano organizzati su 5 pedine: reparto comando e servizi, compagnia supporto tattico, 4 plotoni di cui uno con missili AT-4, uno con mortai da 120 mm, uno del genio, uno con cannoni da 23 mm binati. I battaglioni di artiglieria campale erano, come quelli da difesa contraerea, su 4 elementi: batteria comando e servizi, 3 batterie di armi che potevano essere di 4 obici da 122 mm D-30 o MLR BM-21, oppure una batteria Shilka (4 veicoli), una batteria SA-6 o SA-8, una batteria SA-9, sempre su 4 veicoli di lancio.