Abulafia e i segreti della Torah/Introduzione 2: differenze tra le versioni

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È possibile trovare una discussione nella ''Guida'' che divenne molto importante per l'ancoraggio da parte di Abulafia della sua tecnica esegetica linguistica nello stesso Maimonide, che non ha ancora attirato la dovuta attenzione da parte degli studiosi della Grande Aquila.<ref>Si vedano i giochi di parole di Maimonides in merito alle lettere delle radici ''ḤBL/BḤL'' nella ''Guida dei perplessi'', 2:43, Pines, 2:392–93, descritte come un modo di comprendere i segreti della Torah,come discusso in Moshe Idel, "Abulafia’s Secrets of the Guide: A Linguistic Turn", in ''Perspectives on Jewish Thought and Mysticism'', curr. Alfred L. Ivry, Elliot R.Wolfson e Allan Arkush (Amsterdam: Harwood Academic Publishers, 1998):300–304. Alle fonti di Abulafia discusse in questo studio riguardo alla combinazione maimonidea di queste lettere, dovremmo aggiungerci le discussioni in Abulafia, ''Sefer Geʾulah'', cur. Raphael Cohen (Gerusalemme: 2001), 38, e in ''Oṣar ʿEden Ganuz'', 1:2, 54. Le discussioni sia di Maimonides che di Abulafia su queste permutazioni richiedono un'analisi più dettagliata che non posso purtroppo includere in questa mia ricerca. Si veda Yitzhak Tzvi Langermann, "On Some Passages Attributed to Maimonides" {{he}}, in ''Me’ah She’arim'', 225–27, e l'interpretazione di Rabbi Joseph ibn Kaspi in ''Maśkiyyot ha-Kesef'', 109–10.</ref> Seguo la visione successiva di Pines, che caratterizza l'approccio successivo di Maimonide come piuttosto scettico nei confronti della possibilità di conoscere gli intelletti separati e lo vede come un pensatore che è stato significativamente influenzato dalla fase successiva del pensiero di Al-Fārābī riguardo ai limiti della conoscenza umana riguardo al reame metafisico.<ref>Si vedano per esempio, le sue espressioni più elaborate di questo approccio nel suo "The Limitations of Human Knowledge according to al-Fārābī, ibn Bajja, and Maimonides", e "Les limites de la métaphysique selon al-Fārābī, ibn Bājja, et Maïmonide: sources et antithèses de ces doctrines chez Alexandre d’Aphrodise et chez Themistius", ''Miscellanea Mediaevalia'' 13 (1981): 211–25, rist. in ''Studies in the History of Jewish Thought'', 432–46.</ref>
 
Tuttavia, direi che sarebbe troppo semplicistico adottare una descrizione omogenea del pensiero di Maimonide nel suo insieme, come, ad esempio, il suo essere un pensatore scettico puramente razionalista o un mistico filosofico. Presumo che nel suo caso, come in molti altri, faremmo meglio a parlare di ciò che io chiamo "fluidità concettuale"<ref>59 Per un'applicazione di questo approccio in alcuni studi, si veda Idel, ''Hasidism: Between Ecstasy and Magic'', 50–51; ''Ben'', 337; "On the Identity of the Authors of Two Ashkenazi Commentaries to the Poem ha-Aderet we-ha-Emunah and the Concepts of Theurgy and Glory in Rabbi Eleazar of Worms’" {{he}}, ''Kabbalah'' 29 (2013):67–208; "Adonay Sefatay Tiftaḥ"; "Prayer, Ecstasy, and Alien Thoughts in the Besht’s Religious Worldview" {{he}}, in ''Let the Old Make Way for the New: Studies in the Social and Cultural History of Eastern European Jewry Presented to Immanuel Etkes'', ''Volume I: Hasidism and the Musar Movement'', curr. David Assaf & Ada Rapoport-Albert (Gerusalemme: Shazar Center, 2009):57–120; "Mystical Redemption and Messianism in R. Israel Baʿal Shem Tov’s Teachings", ''Kabbalah'' 24 (2011):7–121; "The Kabbalah’s ‘Window of Opportunities,’ 1270–1290," in ''Me’ah She’arim'', 185–91; "‘The Land of Divine Vitality’: Eretz Israel in Hasidic Thought" {{he}}, in ''The Land of Israel in Modern Jewish Thought'', cur. Aviezer Ravitzky (Gerusalemme: Yad Ben Tzvi, 1998):256–75; ''Mircea Eliade: From Magic to Myth'', 4, 19–21. Importanti anche questi studi recenti: Uriel Barak, "The Formative Influence of the Description of the First Degree of Prophecy in the Guide, on the Perception of ‘the Beginning of the Redemption’ by Rabbi A. I. Kook’s Circle" {{he}}, in ''Maimonides and Mysticism: Presented to Moshe Hallamish on the Occasion of His Retirement'', curr. Avraham Elqayam & Dov Schwartz, ''Daʿat'' 64–66 (2009):403–4, nota 125. Cfr. anche Uri Safrai, "The Daily Prayer Intention (Kavvanot) according to Rabbi Isaac Luria" {{he}}, ''Daʿat'' 77 (2014):145 e nota 6. L'utilizzo della "fluidità concettuale" differisce dall'uso ricorrente di ''concidentia oppositorum'' e delle asserzione paradossali che hanno permeato la ricerca su Cabala e Chassidismo sin da Scholem, ricerca che spesso genera un tipo paradossale di studi.</ref> – cioè, un'adozione sincronica di visioni diverse – o di cambiamenti diacronici di opinione riguardanti lo stesso argomento nella carriera di una persona, che hanno generato le varie valutazioni.<ref>Si veda l'importante discussione di Yitzhak Tzvi Langermann in "Maimonides and Miracles: the Growth of a (Dis)belief", ''Jewish History'' 18 (2004):147–72. Langermann espone un altro esempio di sviluppo nel pensiero maimonideo, uno che si sposta da un atteggiamento scettico verso i miracoli ad un atteggiamento più aperto nei confronti della loro possibilità.Cfr. anche Gad Freudenthal, "Maimonides on the Scope of Metaphysics alias Ma‘aseh Merkavah: The Evolution of His Views", in ''Maimónides y su época'', curr. Carlos del Valle Rodríguez, Santiago García-Jalón de le Lama e Juan Pedro Monferrer Sala (Madrid: Sociedad Estatal de Conmemoraciones Culturales, 2007): 221–30.</ref>
 
Non voglio dire che non esista una struttura profonda che unisca le varie fasi del pensiero di Maimonide o le distingua da quelle di altri pensatori; piuttosto, nel suo caso specifico, quei cambiamenti ebbero luogo senza alcuna trasformazione importante della natura dell'intera struttura concettuale di Maimonide, che si basa principalmente sulla noetica neoaristotelica. Non meno importanti delle etichette generali come razionalista, scettico o mistico,<ref>Per considerazioni accademiche su Maimonide come mistico, si vedano David R. Blumenthal, "Maimonides’s Intellectualist Mysticism and the Superiority of the Prophecy of Moses", ''Studies in Medieval Culture'' 10 (1981):51–77; Blumenthal, ''Philosophic Mysticism: Studies in Rational Religion'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 2006); Hannah Kasher, "Mysticism within the Confines of Reason Alone" {{he}}, in ''Maimonides and Mysticism'', 37–43; Shaul Regev, "Prophecy in Maimonides’s Philosophy—Between Rationalism and Mysticism" {{he}}, in ''Maimonides and Mysticism'', 45–55; Gideon Freudenthal, "The Philosophical Mysticism in Maimonides" {{he}} in ''Maimonides and Mysticism'', 77–97; Menachem Lorberbaum, "Mystique mythique et mystique rationelle", ''Critique'' 728–729 (2008):109–17, Idel, "On Maimonides in Nahmanides and His School". Per scritti su altri maimonidei come mistici, cfr. Joseph B. Sermoneta, "Rabbi Judah and Immanuel of Rome: Rationalism Whose End Is Mystical Belief" {{he}}, in ''Revelation, Faith, Reason, eds. Moshe Halamish and Moshe Schwartz'' (Bar-Ilan University Press, Ramat-Gan, 1976):54–70. Si veda anche Adam Afterman, ''"And They Shall Be One Flesh": On the Language of Mystical Union in Judaism'' (Leiden: Brill, 2016), 102–20.</ref> che evidenziano la natura e le direzioni dei cambiamenti nel suo pensiero, possono illuminare la nostra comprensione del significato delle sue discussioni. Un tale approccio differisce in modo significativo dal tipo principale di presentazione di autori appartenenti al pensiero, alla filosofia e alla Cabala ebraica come riflessi di modi di pensare che sono immaginati, concettualmente parlando, come più omogenei.<ref>Moshe Idel, "On the Theologization of Kabbalah in Modern Scholarship,” in ''Religious Apologetics—Philosophical Argumentation'', curr. Yossef Schwartz & Volkhard Krech (Tübingen: Mohr Siebeck, 2004):123–74.</ref> Per offrire un esempio della mia lettura più complessa: il titolo stesso della ''Guida'' tratta, a mio avviso, due diversi argomenti — l'orientamento è principalmente neoaristotelico, trattando come fa della visione filosofica più generale del mondo, mentre la presunta perplessità, che è solo quella creata da Maimonide, è di natura platonica, come sosteneva Strauss, poiché apre nuove questioni nell'ebraismo in modi che ricordano le interpretazioni allegoriche di antichi miti che abolivano lo status delle verità religiose tradizionali. Queste discrepanze e complessità non sono solo una questione di divergenze tra i tipi di scritti legalistici e filosofici, ma possono essere individuati anche nello stesso trattato.
 
Aprendo una nuova linea nel pensiero ebraico che fu abbracciata da molti pensatori ebrei nel Medioevo, e anche molto più tardi nella teologia ebraica in generale, la forma specifica di comprensione da parte di Maimonide del precedente esoterismo ebraico – forma conosciuta con il termine Sitrei Torah,<ref>Si veda Klein-Braslavy, ''King Solomon and Philosophical Esotericism'', o anche Idel, "Sitre ʿArayot."</ref> "i segreti della Torah ” – sia nelle sue forme rabbiniche che in quelle trovate nella letteratura Heikhalot,<ref>Si veda Idel, "The Concept of the Torah in Hekhalot Literature."</ref> suscitò una reazione tra i primi cabalisti che concepirono le sue interpretazioni filosofiche di questi segreti come innovazioni illegittime. Essi offrivano invece le loro proprie interpretazioni divergenti.<ref>Si veda Idel, "Maimonides and Kabbalah", in ''Studies in Maimonides'', 31–81.</ref> Sebbene un impatto marginale di alcune frasi e temi filosofici del Rambam possa essere individuato in alcune visioni cabalistiche di libri scritti prima del 1270, le linee principali del pensiero cabalistico si mossero in direzioni che erano concettualmente diverse da quella del pensiero maimonideo e svilupparono generi letterari che non dipendevano da quelli usati da Maimonide. In un certo senso, sono piuttosto antitetici a Maimonide.<ref>Si vedano Alexander Altmann, "Maimonides’s Attitude toward Jewish Mysticism", in ''Studies in Jewish Thought'', cur. Alfred Jospe (Detroit: Wayne State University Press, 1981):200–219; Charles Mopsik, ''Chemins de la cabale: vingt-cinq études sur la mystique juive'' (Tel Aviv/Paris: Éclat, 2004), 48–54; Shlomo Blickstein, "Between Philosophy and Mysticism: A Study of the Philosophical-Qabbalistic Writings of Joseph Giqatila (1248–c. 1322)" (tesi PhD, Jewish Theological Seminary of America, 1984); Elliot R. Wolfson, "Beneath the Wings of the Great Eagle: Maimonides and Thirteenth-Century Kabbalah", in ''Moses Maimonides (1138–1204): His Religious, Scientific, and Philosophical “Wirkungsgeschichte” in Different Cultural Contexts'', curr. Görge K. Hasselhoff & Otfried Fraisse (Würzburg: Ergon Verlag, 2004):209–37; Wolfson, "The Impact of Maimonides’ Via Negativa on Late Thirteenth Century Kabbalah", in ''Maimonidean Studies'' 5 (2008): 393–442; Boaz Huss, "Mysticism versus Philosophy in Kabbalistic Literature", ''Micrologus'' 9 (2001):125–35; Sara O. Heller-Wilensky, "The Dialectical Influence of Maimonides on Isaac ibn Laṭif and Early Spanish ‘Kabbalah’" {{he}}, ''Jerusalem Studies in Jewish Thought'' 7 (1988):289–306; e Menachem Lorberbaum, ''Dazzled by Beauty: Theology as Poetics in Hispanic Jewish Culture'' {{he}} (Gerusalemme: Ben-Zvi Institute for the Study of Jewish Communities in the East, 2011), 51–121.</ref>