Abulafia e i segreti della Torah/Introduzione 2: differenze tra le versioni

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= INTRODUZIONE: SEGRETEZZA E MAIMONIDEISMO =
== Maimonide e il misticismo ebraico ==
Nel XII secolo, la provincia di [[w:al-Andalus|Al-Andalus (ar. الأندلس‎)]] ospitava una rinascita neo-aristotelica tra alcuni pensatori musulmani; tale rinascita avvenne anche tra alcuni pensatori ebrei della stessa area un po' più tardi.<ref>Si veda Sarah Stroumsa, "Thinkers of ‘This Peninsula’: Towards an Integrative Approach to the Study of Philosophy in al-Andalus", in ''Beyond Religious Borders: Interaction and Intellectual Exchange in the Medieval Islamic World'', curr. David M. Freidenreich & Miriam Goldstein (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2012):44–53; Stroumsa, "The Muslim Context in Medieval Jewish Philosophy", in ''The Cambridge History of Jewish Philosophy: From Antiquity through the Seventeenth Century'', curr. Steven Nadler & Tamar Rudavsky (Cambridge: Cambridge University Press, 2008):39–59.</ref> Il più importante dei pensatori ebrei nati ad Al-Andalus fu di gran lunga Moses ben Maimon — [[Maimonide]]. In Egitto, dove si recò per sfuggire alle persecuzioni degli [[w:Almohadi|Almohadi]] nella sua nativa Al-Andalus, Maimonide seguì alcuni sviluppi nella precedente ''[[w:Filosofia islamica|falsafah]]'' musulmana (ar. الفلسفة الإسلامية‎, ''al-falsafa al-islāmiyya''), rappresentata principalmente da [[w:Al-Farabi|Al-Fārābī]] e [[w:Avicenna|Avicenna]] in Asia, che erano attivi molto prima, e dagli pensatori musulmani andalusi, che elaborarono in vari modi le strade aperte dalle traduzioni arabe di testi (principalmente) aristotelici. Questo è un chiaro esempio dell'influenza decisiva delle dimensioni speculative della cultura greca su alcune élite del pensiero islamico e poi, per mediazione di queste ultime, su alcuni pensatori ebrei. Questa influenza è costituita dalle traduzioni massicce di diversi ''corpora'' di scritti speculativi provenienti da un millennio o più prima, che fiorirono in nuove aree geografiche e in nuove circostanze intellettuali e politiche.
 
A differenza del contesto molto più neo-platonico del pensiero musulmano ed ebraico in Al-Andalus nell'undicesimo e dodicesimo secolo, la svolta verso il neoaristotelismo nella seconda parte del dodicesimo secolo è piuttosto evidente. In effetti, in seguito a questa rinascita, iniziò una nuova era nella storia religiosa della filosofia e del misticismo ebraico. Questa nuova era fu inaugurata nel 1191 dalla composizione dell'opera principale teologica di Maimonide, la ''[[Guida dei perplessi]]'', e poco dopo dalle sue traduzioni dall'arabo all'ebraico.
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[[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e10 513-0.jpg|thumb|240px|right|<small>[[w:Mosè Maimonide|Mosè Maimonide]] (e firma)</small>]]
 
Una delle domande più sconcertanti relative all'impatto di questo trattato è che, sebbene pretenda di essere una guida, è più un enigma, come Warren Zev Harvey ha elaborato in modo acuto seguendo l'osservazione di Maimonide stesso nella sua introduzione alla ''Guida''.<ref>Si veda Warren Zev Harvey, "The Return to Maimonideanism", ''JJS'' 42 (1980):263, nota 1.</ref> Questo è il motivo per cui la presentazione delle sue opinioni qui di seguito è in una certa misura un tentativo di mettere insieme suggerimenti che non sono mai stati trattati sistematicamente né dallo stesso Maimonide né dai suoi numerosi seguaci. Tale mancanza di sistematizzazione ha molto a che fare con l'esoterismo e con la necessità di nascondere alcune visioni che avrebbero potuto essere considerate eterodosse, in quanto differiscono dalle forme tradizionali di ebraismo o dalla memoria collettiva ebraica; alcune delle sue opinioni erano state aspramente criticate, proprio come il neoaristotelismo suscitò persecuzioni da parte di studiosi musulmani e cristiani proprio nello stesso periodo.
 
 
Un cambiamento importante nella comprensione di molti elementi trovati in una varietà di tradizioni rabbiniche che Maimonide introdusse all'ebraismo è una sua comprensione molto più naturalistica; cioè l'accettazione di un universo organizzato con leggi costanti, talvolta descritto come natura (il neologismo ebraico medievale ''ṭevaʿ'', che deriva dall'arabo ''ṭabīʿah''), che può essere osservato e compreso come riflesso della sapienza divina. Maimonide porta all'ebraismo la forma di un cosmo stabile come inteso in alcune forme della filosofia greca.<ref>Il ruolo svolto dalla nuova comprensione della realtà nell'ebraismo medievale a causa della nuova visione filosofica di un cosmo ordinato, merita un'indagine a parte. Di seguito, affronteremo uno di questi casi di adozione dell'approccio filosofico verso un universo ordinato. Sulla natura come diversa dalla scelta e dagli incidenti nella tradizione aristotelica, vedere le note a piè di pagina di Simon van den Bergh, traduttore di [[w:Averroè|Averroè]], ''Tahāfut al-Tahāfut'' (''L’incoerenza dell'incoerenza'') (Londra: Oxford University Press, 1954), 1:272; 2:95, note a 145.4; 148, note a 266.1; 149, note a 271.2 e 272.2.</ref> Le prime forme di ebraismo riguardavano il ruolo svolto dalla volontà divina, che interviene liberamente nella creazione e nella storia; dopo Maimonide, la sapienza divina divenne l'interesse primario tra i suoi principali seguaci.