Estetica contestuale: differenze tra le versioni

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→‎Lettera a Socrate: tolta lettera di invenzione
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== Lettera a Socrate ==
 
'''da ...Etarkos'''
 
 
Carissimo,
 
il poeta è cosa leggera, alata, sacra ... e non sa creare prima di essere posseduto da un Dio, né prima di aver perso il possesso di se stesso e di essere fuori della propria semplice individualità.
 
 
Ti sto scrivendo con le tue stesse parole.
Con quelle di Platone.
 
Tu non amavi scrivere.
Un libro, se interrogato, tace.
Dicevi.
 
Un uomo invece ti risponde, in modo sempre imprevedibile.
 
Contraddittorio, anche.
 
Sono passati tanti anni da quel processo che ti vide condannato a quella micidiale pozione, ma dopo tanto tempo non ti abbiamo dimenticato, e forse neppure capito.
Perdonaci.
 
Forse è vero che solo quello che è veramente importante si dimentica, e invece si ricorda la scoria e il superfluo.
 
E tuttavia, lasciami credere che nella dimensione che circonda la solitudine abbia un qualche valore catastematico, rasserenatore, la parola d’un Uomo che non amava gli scritti una volta che sia stata redatta dal più geniale dei suoi discepoli.
 
Un destino condiviso da pochi.
 
Da Dio, che ebbe in altri redattori la propagazione della sua Parola.
 
Mio caro Socrate, ti scrivo proprio perché solo tu puoi comprendere la difficoltà cui va incontro chiunque, spinto dalla necessità della vita, o da qualche accidente imprevedibile, oppure dall’ispirazione stessa di un Dio o infine da condizionamenti letterari connessi con l’esigenza dell’apprendimento, sia costretto o sia invogliato a scrivere.
 
Scrivere.
 
Anch’io ho degli alunni.
E mi hanno detto: puoi spiegarci ancora come svolgere una relazione?
 
 
Una relazione.
 
Così ho pensato di rivolgermi a Te.
 
Non che pretenda una risposta scritta.
No.
 
Ma soltanto l’idea di chiederti qualcosa, sono sicuro che mi aiuterà.
 
Adesso provo a precisare quale sia la questione.