Caccia tattici in azione/Phantom: differenze tra le versioni

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Che vi siano stati combattimenti DACT è probabile fin dai primi anni '70. Vi sono leggende secondo le quali i '104 in combattimento aereo simulato provocarono la caduta di un F-4 Phantom II durante un combattimento sopra il mare, nato per una sfida a chi era più bravo e finito con una caduta accidentale in stallo del Phantom. Vi sono anche leggende metropolitane che parlano di un'intercettazione di un MiG-25RB, sorpreso a volare sopra l'Italia. Certo fu il coinvolgimento di un paio di '104 nella notte del 14-15 aprile 1986, quando intercettarono la formazione di F-111 diretta a Tripoli, per poi ritrovarsi circondati dagli aerei americani e ricevere l'ordine di disimpegno rapido: con una missione di guerra in corso, avrebbero rischiato di essere abbattuti in men che non si dica, scambiati per MiG libici!
 
Il combattimento DACT ufficiale è incominciato con un '104 contro un Harrier della RAF (o forse un Sea Harrier della RN?). Il X Gruppo di Grazzanise fu coinvolto nel passaggio fondamentale dalle intercettazioni tra '104 a quelle con aerei diversi. Era assolutamente necessario, come gli americani avevano visto da quasi 20 anni con il Vietnam, avere un'esperienza del genere, che indubbiamente fu fonte di molte sorprese. Il comandante della AFSOUTH, tale Mj. Carr, dell'USAF, era un conoscitore di Grazzanise e del suo gruppo, aveva anche l'abilitazione all'F-104. Così ebbe inizio la serie, con un incontro tra Harrier e '104, quest'ultimo guidato dal ten. col. Tondi. Nessuno dei due contendenti, però, ebbe la meglio: troppo agile l'inglese, troppo veloce l'italiano, così mettersi in posizione di fuoco era effettivamente difficile per entrambi. Se l'Harrier poteva mettersi in coda al '104, la differenza di velocità era tale da rendere a quest'ultimo abbastanza facile uscire dal raggio utile del missile Sidewinder. In seguito le esperienze si allargarono. I piloti dell'AM scoprirono che il loro caccia, anche se all'epoca non aveva ancora il Setter (F-104ASA) era totalmente surclassato dai radar e RWR avversari, e con l'aggiornamento non andò meglio, visto che il raggio di scoperta arriva a circa 30 km, e la metà per l'aggancio di un bersaglio tipo caccia. Il '104 era però un oggetto elusivo: molto veloce, accelerava bene e questo rendeva poco necessario usare il postbruciatore. Questo comportava due vantaggi: uno era la capacità di restare in combattimento per più tempo, l'altro era l'elusività ai sensori delle armi. Il '104, senza carburante esterno, era ancora in grado di combattere in circa 40 minuti, un totale di quattro ingaggi. Phantom e Eagle solo tre, Tiger e Tornado ADV appena due. E se per i piccoli F-5 la cosa non stupisce più di tanto, l'ADV mostra appieno come sia poco efficiente la sua motorizzazione in combattimento aria-aria. Il '104 è invece dotato di un motore esuberante per la sua massa, e può evitare di accendere l'AB, riducendo la sua traccia IR in maniera netta. La traccia radar è bassa, e così quella visiva. Eppure ha ancora un missile, l'AIM-7 (poi l'Aspide) pericoloso, sempre che riesca a lanciarlo in tempo utile. In termini visivi F-14, 15 e Tornado sembrano 'camion' a confronto dello Starfighter. Peraltro, anche il '104 aveva un problema della visibilità: dall'abitacolo non si vedeva molto, specie a ore sei, nel mentre la mimetica dell'epoca era decisamente poco favorevole, e per giunta, la scia di fumo del J79 era un segno evidente della presenza dell'aereo. In ogni caso, fermo restando la necessità di evitare i duelli ravvicinati a base di virate strette, il '104 era capace di combattere contro avversari più moderni, sfruttando la sua spinta e la rapidità d'accelerazione e salita, paragonabili a quelle dei più moderni oppositori (del resto, il '104 sa fare praticamente solo quello). Nell'estate del 1987 il X Gruppo ebbe da incrociare le armi con i Sea Harrier. Erano al poligono di Decimomannu, a Occidente della Sardegna, un'aereaarea di 150 x 80 km. Era l'unico in Mediterraneo, se non in Europa, così equipaggiato. I triangolini dei vari aerei, noti al computer tramite il radar e il pod AIST, indicavano sugli schermi le loro posizioni, mentre i primordiali sistemi informatici li sostituivano con una... bara, quando erano abbattuti dalle armi nemiche. Si stabilì di fare un match dall'insolito numero, tre contro tre. Per gli inglesi c'era anche 'Sharkey' Ward, già asso delle Falklands. La battaglia aerea vide due passaggi senza risultati, con un '104 in avanti e due indietro, pronti a convergere sugli avversari da differenti direzioni. A un certo punto fu possibile lanciare un missile Sparrow, ma prima di guidare l'arma contro l'Harrier, si fece sotto un secondo aereo e il '104 dovette abbandonare la presa: usare missili SARH non era facile, specie con un apparecchio così limitato come il '104, che difficilmente spara oltre le 10 miglia. Nel caos che seguì, sorprendentemente, gli Harrier vennero agganciati e 'abbattuti' dai '104, con grande soddisfazione degli italiani. Era quello che gli argentini, con i loro Mirage, non riuscirono a fare: sorprendere gli avversari con la velocità. Durante il combattimento poté persino accadere che i '104 riducessero il motore quando si rendevano conto di essere sotto attacco dei missili, per fargli rovinare l'aggancio con i missili IR, che pure erano i moderni AIM-9L. Ma il debriefing alla base fece capire che quello era un episodio più fortuito che attendibile, la professionalità del debriefing inglese sorprese gli italiani per la precisione e l'umiltà del lavoro svolto dai britannici, dal ben maggiore fair play dei loro colleghi latini. Ward si complimentò con i suoi abbattitori. Ma nelle giornate successive i Sea Harrier non avrebbero più commesso errori, e tutti i combattimenti finirono pari (non è chiaro con quali perdite, ma si sa che Ward non venne più abbattuto).
 
Ora una notazione sulla battaglia aerea. Gli Harrier arrivavano con due soli carichi, il dummy dell'AIM-9, e il sistema AIST; così i '104. Ma c'è da dire che questi ultimi si trovavano anche due missili AIM-7 (il 'pasticcone'). Di essi non c'erano conferme materiali, il computer di bordo calcolava quando spararli e il tempo necessario per andare a segno, tutto qui. Ma questi missili sono una realtà da un quarto di tonnellata (comprese anche le strutture di lancio), e con una resistenza aerodinamica tutt'altro che ridotta. Quindi, mandare dei '104 avvantaggiati dalla presenza di tale ordigno, che di per sé era capace di mettere sulla difensiva i caccia nemici privi di tali armamenti (tra cui, all'epoca, anche gli F-16 e i Mirage 2000 greci), ma non penalizzati dal notevole drag e peso, era sostanzialmente sbagliato. Gli argentini, in teoria, potevano superare largamente i Sea Harrier in velocità, ma non così poteva essere anche in realtà: sotto i 6.000 metri il Mirage, teoricamente capace di mach 1,14 anche s.l.m., non era più supersonico, almeno finché aveva a bordo i serbatoi ausiliari da 1.700 litri. Un '104 dotato di 'AIM-7' virtuali, non pagava alcuno scotto. Se uno dei missili viene lanciato, poi l'aereo risulta sbilanciato, forse più rapido nel manovrare, ma meno controllabile. Se poi si aggiungono i serbatoi ausiliari, è ancora peggio. È ben vero che in guerra i Sea Harrier avrebbero dovuto portare due serbatoi da 455 litri, ma per un aereo subsonico questo non è un problema drammatico, non può rallentarlo di molto. Se il '104 si presenta con due AIM-9, due AIM-7 e due, se non addirittura quattro serbatoi da 650 litri, ne deriva che anch'esso risulta subsonico sotto i 5-6 mila metri. Così la differenza netta di velocità, quella che portava i '104 fuori del raggio d'azione dei missili inglesi, calava nettamente, proprio come accadde alle Falklands. La differenza ridotta consentirebbe di colpire i caccia prima che scappino fuori tiro: un conto è avere 1.200 km/h vs 900, un conto avere 950 km/h vs 800. Ma in quell'occasione, a quel che risulta, i '104 erano irrealisticamente dotati di missili senza scomodarsi al contempo a portarne almeno dei simulacri, cosa del tutto impossibile in realtà<ref>Dati provenienti da Aerei 11/02</ref>.