Caccia tattici in azione/Lo Zero: differenze tra le versioni

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==Caccia giapponesi in azione: da Singapore all'Indonesia, 1941-42<ref>P.F. Vaccari, RiD set 04</ref>==
Zero, Claude e Oscar erano stati i protagonisti dei primi mesi di guerra aerea in Asia, che che protagonisti. Una delle campagne meno note è stata senz'altro quella verso i grandi arcipelaghi dell'Asia estrema: Malesia, Indonesia, l'isola-fortezza di Singapore. Gli Alleati avevano poco da opporre, piloti non molto addestrati e inesperti, e macchine obsolete. La RAF non aveva, all'inizio del '42, nessuno Spitfire fuori dai confini inglesi, mentre l'Hurricane era necessario soprattutto nel Mediterraneo e così i P-40. Allora, l'unica scelta possibile erano i caccia 'di terza classe' Brewster Buffalo. A Singapore c'erano circa 100 di questi tozzi monoplani, più 50 Blenheim e una quarantina di Swordfish, Albacore e peggio di tutti, i Vildebeest, nonché alcuni Catalina idrovolanti. L'Olanda aveva altri 40 Buffalo, 20 Curtiss CW-21 e 20 H-75, più 58 bombardieri Martin 139, 18 ricognitori CW-22, sei Catalina e ben 24 Dornier Do-24 di costruzione tedesca. Dal canto suo l'Esercito giapponese aveva schierato la sua 3a Divisione Aerea: il 3° Reggimento aveva vari gruppi per un totale di 24 Ki-43, 55 tra Ki-30 e Ki-48, e 23 Ki-51; il 7° Reggimento aereo possedeva in tutto ben 102 Ki-21 da bombardamento medio, oltre a 35 Ki-43 e sei Ki-27. Infine c'era il 12° Rgt con 81 Ki-27, 9 Ki-15 e 7 nuovissimi Ki-46 da ricognizione. Infine l'Armata del Sud aveva diverse squadriglie indipendenti, con 9 K-27, 12 Ki-48 e la 47a con 9 nuovissimi Ki-44 (in valutazione operativa), tutti sotto il suo diretto comando. I reggimenti 7 e 12 avrebbero partecipato all'inizio della conquista della Malaysia e poi sarebbero passati nell'ex-alleata Thailandia per poi partecipare alla conquista della Birmania; il 3° reggimento avrebbe invece passato dalla Malaysia a Sumatra e poi infine, a Giava. In tutto era una missione straordinariamente difficile, eppure inizialmente ebbe successo. Si pensi solo a cosa significasse operare, con le tecnologie di quei tempi, su di un'aereaarea di milioni di km2 e priva di quasi qualunque infrastruttura, con condizioni meteo non esattamente ideali (ma c'era molto di peggio, per esempio il settore delle Aleutine). Visto che la RN inglese aveva due corazzate, una delle quali la potenze P. of Wales, e la marina giapponese non aveva ancora le sue 'Yamato', prossime ad entrare in servizio (la capoclasse il 14 dicembre, una settimana dopo P.Harbour), c'era il timore che queste attaccassero l'area degli sbarchi. Così vennero mobilitati i migliori equipaggi ed aerei con tre stormi ei quali cue con 72 G3M e uno con 27 nuovi G4M, più 25 A6M, 12 A5M (scorta) e sei C5M (ricognizione). Le tre divisioni dell'esercito, al comando del gen Yamashita, sarebbero partite dall'Indocina e da Hainan per sbarcare nella parte settentrionale di Malaysia e Thailandia, la quale era d'accordo nel dare il permesso affinché le truppe giapponesi passassero attraverso il suo territorio.
 
Non è molto noto, ma le operazioni iniziarono già tra il 7 e l'8 dicembre 1941, addirittura prima dell'attacco a P. Harbour. I reparti aerei giapponesi si dimostrarono fondamentali in questa situazione, sebbene avessero solo 57 Ki-43 e 96 Ki-27, oltre ai bombardieri e ricognitori, nonché ai velivoli da trasporto. La flotta lasciò gli ormeggi il 4, ma presto venne avvistata, malgrado le pessime condizioni meteo, già dal 6 del mese vennero avvistate le navi giapponesi e il 7, oltre 10 ore prima dell'attacco a P.Harbour, un Catalina inglese venne abbattuto da alcuni Ki-27 del 1° Gruppo. Era questo il primo aereo Alleato distrutto durante la Guerra del Pacifico. Dalle prime ore dell'8 iniziarono i bombardamenti, condotti soprattutto dai Ki-21 con bombe a frammentazione leggere, per distruggere gli aerei sulle piste senza 'craterizzare' anche queste, rendendole inservibili nel breve periodo. Vennero attaccati numerosi aeroporti malesi settentrionali, come Butterworth e Kota Bharu. Circa 26 tra Hudson, Blenheim, e Buffalo (questi erano una mezza dozzina) vennero distrutti o danneggiati seriamente. Malgrado queste perdite, i britannici contrattaccarono e colpirono diverse navi, ma non riuscirono ad impedire gli sbarchi. e presto gli aerei giapponesi atterrarono sugli aeroporti conquistati. In tutto 5 Ki-21, 2 Ki-43, un Ki-48 e due Zero vennero persi, per lo più per via del maltempo che li costrinse ad ammarare, altri 18 ebbero danni più o meno gravi. Il 10 dicembre vi fu il celebre attacco alle due corazzate britanniche P. of Wales e Repulse (quest'ultimo, ad essere precisi, era un vecchio incrociatore da battaglia, non ammodernato estesamente con il fratello Renown); esse erano salpate per attaccare i giapponesi nella Baia di Singora, dove avevano sbarcato. Ma senza protezione aerea e con i cacciatorpediniere che già dopo due giorni erano a corto di carburante, l'amm. Phillips decise di tornare indietro. Oramai però era tardi e vennero localizzati 26 G4M dello Stormo di Kanoya nonché 59 G3M degli altri due stormi, armati sia con gli eccellenti siluri giapponesi aviolanciabili, sia con bombe perforanti. Attaccando da quote di 50 metri e sganciando da 400-600 m di distanza, nonostante il volume di fuoco delle navi inglesi, riuscirono ad affondarle entrambe con la perdita di 840 uomini; i giapponesi ebbero modo di mettere a segno qualche bomba e non meno di 10 siluri, perdendo un unico G3M e ben due G4M, più un terzo che si sfasciò all'atterraggio e altri, ovviamente, danneggiati dalle pallottole e schegge. Come si può vedere, c'era qualcosa che non andava se i più recenti G4M, pur se impiegati in un numero pari alla metà, avevano avuto il triplo delle perdite dei più vecchi e lenti G3M. Ma il successo, per il momento, fu totale, con la RN cacciata via (e ci rimarrà fino all'inizio del '45) dal Pacifico. I Giapponesi stravinsero; i Buffalo vendicarono in parte tale disastro quando, il 13 dicembre, 16 di loro abbatterono quattro bombardieri giapponesi di tipo imprecisato, trovati senza scorta, e già verso il 15 il solo esercito giapponese aveva perso non meno di 53 aerei. Però i britannici avevano evacuato tutte le basi settentrionali della Malaysia. Il 21 dicembre si fecero vedere anche gli olandesi, mandando 4 Hawk ad attaccare Singora, ma solo uno tornò indietro. Il 21 cominciarono anche le incursioni su Kuala Lampur e 18 Ki-32 del 64° gruppo, guidati dall'asso (o futuro tale) Kato, si imbatterono con 12 Buffalo inglesi, abbattendone 5 contro una sola perdita; i britannici erano talmente inesperti che dissero di avere abbattuto alcuni Bf-109, che di sicuro non somigliavano affatto ai Ki-43, e persino Bf-110 (avranno avvistato dei Ki-46 o 48?). 26 dicembre, anche i primi reparti della Marina giapponese sbarcano su territori conquistati, tra cui 19 Zero. Nondimeno il 27 i britannici attaccano Sungei Patani, dove i giapponesi hanno ammassato molti aerei, circa un'ottantina dell'esercito. Sei Blenheim e 5 Hudson distruggono 10 Ki-51 del 27° Gruppo e un'altra cinquantina di aerei viene danneggiata in vario grado. Un disastro, ma all'inizio di gennaio la 3a Divisione dell'esercito era oramai tutta in Malesia settentrionale e Kuala Lampur veniva occupata già l'11 gennaio. A quel punto iniziarono i bombardamenti su Singapore, specie il 12 quand ocirca 150 aerei giapponesi si presentarono, tra cui 43 Ki-43 e 97 Ki-27, sul suo cielo; 20 Buffalo decollarono per contrastarli e 5 andarono distrutti, più 4 al suolo. I britannici dovettero constatare che per raggiungere gli 8.000 m i loro caccia richiedevano ben 30 minuti. Nel frattempo giungevano rinforzi, tra cui 51 Hurricane e 15 Hudson, i primi con un convoglio, i secondi con un'epica trasvolata dalla madrepatria, con scali in diverse basi inglesi lungo il globo. Ma non fu sufficiente: in centinaia di missioni nei giorni seguenti, soprattutto di bombardieri, i giapponesi persero 5 tra G3M e G4M, cinque Zero e un ricognitore Babs. Nel frattempo si avvicinavano anche gli aerei dell'Esercito e il 26 gennaio questo sbarcò ad Endau; i brigannici fecero decollare tutti i loro aerei, tra cui 21 Vildebeest (con la loro velocità di crociera di 'ben' 112 kmh), Albacor,e Hudson, Buffalo e Hurricane. Persero ben 10 Vildebeest e altri due si fracassarono all'atterraggio, più 2 Albacore, due Hudson e un Hurricane (strano, ma su 16 Buffalo non sembra che alcuno andasse perduto quel giorno); i giapponesi persero un paio di Ki-27 ed ebbero una nave danneggiata, ma i 38 aviatori abbattuti furono un disastro per la RAF. Il 27 gennaio la portaerei HMS Indomitable arrivò a Giacarta (all'epoca nota come Batavia) con 48 Hurricane, ma oramai era già talmente disastrosa la situazione di Singapore, che solo 12 vennero ivi mandati, con i crateri delle bombe che oramai costellavano i campi di volo e le infrastrutture distrutte. Solo 21 dei 51 Hurricane arrivati in precedenza erano ancora efficienti al 28 gennaio 1942, anche se pure l'Aviazione dell'esercito giapponese era sotto organico, con circa 160 aerei su 250 circa iniziali, tra cui la perdita di 23 Ki-43 (aerei di recente introduzione in servizio) d 32 Ki-27, dei quali il 60% per opera del fuoco nemico e il resto per incidenti. Ma oramai era finita, il 9 febbraio la piazzaforte assediata vide gli ultimi combattimenti aerei, mentre i Ki-36 e 51 appoggiavano le truppe che passavano per lo stretto di Johore, quello che divide Singapore dalla Malaysia; in quella mattina un Ki-43 distrusse un Hurricane e questa fu l'ultima vittoria aerea della campagna; il gen Wavell, già valoroso comandante ai tempi dell'Africa del Nord (1940-41) e inspiegabilmente mandato in 'vacanza' laddove la guerra corazzata non aveva quasi ragion d'essere, partì verso Giava con un Catalina olandese, seguito l'11 febbraio dagli ultimi 4 caccia efficienti. I Giapponesi non affrontarono Singapore dal lato marittimo, date le difese britanniche molto rinforzate negli anni precedenti, ma attaccarono da nord, dove queste erano piuttosto sguarnite, con un'epica marcia attraverso la foresta tropicale più fitta. Come i tedeschi attraverso le Ardenne (sia nel '40 che persino nel '44) sorpresero il nemico che non si aspettava la capacità di un'intera armata di spostarsi attraverso territori degni di un Camel Trophy. Eppure successe, e Singapore ne fece le spese. Sebbene Tobruk sia stata ugualmente un duro colpo, un po' perché veniva dietro ad altri insuccessi, un po' perché era più vicina 'a casa', la perdita di Singapore fu anche peggiore: in fondo la città libica era stata occupata dai britannici, mentre l'isola asiatica era una loro roccaforte storica. Nonostante che i giapponesi fossero nettamente meno numerosi, conquistarono la città con 138.000 soldati, di cui 38.000 inglesi, 18.000 australiani, 15.000 malesi e 67.000 indiani. Come già per l'affondamento delle due corazzate del 10 dicembre, si ripeté una gravissima sconfitta da parte di un esercito asiatico ai danni della potenza coloniale per eccellenza, un fatto mai accaduto, almeno non in quelle proporzioni. Tra le perdite, da segnalare anche, entro il 15 febbraio, 122 Buffalo e 45 Hurricane.