Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-23: differenze tra le versioni

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Nel dicembre 1952 Edgar Schmued, all'epoca direttore tecnico della Northrop, incaricò il gruppo di lavoro di Welko Gasisch di progettare un caccia capace di competere con i vari MiG-15, 17, e i nuovi prototipi, come il successivo e supersonico MiG-19, che è forse il più diretto equivalente del 'Farmer'. In un certo senso venne fuori una sorta di antidoto 'leggero' ai MiG, e quindi, il progetto Northrop era simile a quello che, con criteri del tutto diversi, faceva la Lockheed con il futuro F-104. Il primo risultato della Northrop fu l'XF-102 Fang (Zanna), che però non ebbe modo di emergere vista la concorrenza del più prestante XF-104. Ma nel 1954 il governo americano stava pensando anche ai mercati europei, e questi potevano apprezzare aerei molto meno complessi di quelli usuali degli Stati Uniti. Finché si trattava di F-86 era un conto, ma già le loro versioni ognitempo e gli F-84F erano già macchine complesse per molti utenti.
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Il mercato tipico era considerato quello asiatico. In Europa si faceva lo stesso con l'NBMR-1, poi vinta dal G.91R. Così la Northrop avviò il programma 'Tally-ho', che poi venne anche pensato anche come caccia per le 'portaerei-jeep' all'epoca considerate dall'USN, ovvero nuove portaerei leggere, con caccia leggeri. Non divennero mai realtà, perché si continuò con questo caccia leggero; nel 1955 venne avviato il progetto N-156C, a cui venne associato Leon 'Lee' Begin. Non era nulla di speciale: un caccia leggero diurno, con due motori J85 della General Electric, che erano nati come unità motrici a breve vita per missili 'cruise', ma che si dimostrarono molto affidabili e (come nel caso di un altro aereo, del tutto diverso, il MiG-25!) adatti all'uso da aerei normali, e quindi con una durevolezza sufficiente per anni di funzionamento, anziché una o due ore. Grazie a questi motori, estremamente compatti, fu possibile realizzare un bireattore leggero. Ma per ottenere anche un caccia 'leggero' venne applicata anche un'opportuna aerodinamica, che permetteva di ridurre la resistenza aerodinamica: la 'regola delle AereeAree' o di Whitcomb. Ad alta quota, essa avrebbe consentito al minuscolo caccia, sarebbe arrivata così a 1,4 mach, un risultato davvero eccezionale per una macchina leggera: era veloce quanto il MiG-19, ma con molta meno potenza necessaria (1.800 kgs anziché 3.200). L'USAF non si interessò più di tanto a questo caccia, ma ne individuò le potenzialità come addestratore avanzato.
 
Era nato il '''T-38''', passato con le configurazioni PD-2812, 2832, 2852 e 2879, dall'originario N-156T gino al PD-2879D. Esso venne accettato dall'USAF, che passò, nel dicembre 1956, ordini per sette prototipi (ma designati come macchine di preserie) YT-38, e 13 T-38A 'Talon' (artiglio), la prima produzione di serie.