Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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Negli anni '70 il Sudafrica era già sotto embargo. Come un famoso film con Alberto Sordi raccontava, però, ai clienti danarosi del Terzo mondo non si chiudevano mai tutte le porte, e così venne rinnovato l'accordo per la produzione dell'Impala Mk 2, ovvero l'MB.326K, con un motore Viper da 1.525 kgs. Esso aveva un solo posto di pilotaggio, ma restava di sagoma piacevole perché il posto superstite non era quello posteriore, ma quello anteriore (differentemente dall'Hawk 200 e dell'MB.339K). Poteva portare sia carburante aggiuntivo che un paio di cannoni da 30 mm DEFA. Vennero forniti 7 aerei, più 15 in parti staccate da montare sul luogo (per acquisire esperienza) e poi, come sempre in questi casi, una produzione totalmente indigena che arrivò ad altri 78 velivoli, per un totale di 100 apparecchi. Così il Sudafrica divenne il maggior cliente dell'MB.326.
 
Un programma ancillare fu il Bosbok, nonché il similare Kudu. Il Bosbok era un aeroaereo italiano, l'AM.3CM. Questo era nato come aero italo-americano, l'AL-60, una specie di rielaborazione di un progetto statunitense, simile a tanti altri velivoli leggeri con ala alta. L'AM.3CM ne conservava l'ala, ma la fusoliera era del tutto diversa. Differentemente dai coevi SM.1019 e all'SF-260TP, non aveva una più potente turboelica rispetto al motore a pistoni originale, per migliori prestazioni (pagate peraltro con un costo molto maggiore e una più complessa manutenzione; per questo sugli ULM in genere le turbine aeree sono snobbate a vantaggio dei tipi a pistoni in lega leggera, come i Rotax austriaci). Quest'aereo aveva una fusoliera simile, per intenderci, a quella di velivoli tipo lo 'Storch', ampiamente vetrato, anche nel pavimento. Data la potenza disponibile e la fusoliera più piccola e con meno resistenza, superava comunque i 300 kmh. In tal senso, era possibile impiegarlo per missioni più complesse della semplice osservazione e collegamento; aveva 4 punti d'aggancio teorici (2 pratici) per trasportare un massimo di 340 kg (teorici) di carico, tra razzi, mitragliatrici e persino missili AS-11 o 12 (se era presente il sistema di puntamento). Nonostante il muso ampiamente vetrato e un aspetto esile, si dimostrò robusto e di semplice manutenzione; una quarantina vennero forniti al Sudafrica e usati come aerei COIN e da collegamento, consegnati in due lotti dal marzo del 1973 i No.41 e 42 Sqn.; altri 3 vennero venduti alla Repubblica Centrafricana.
 
Gli Altas C-4M Kudu, una sorta di AL-60 con turboelica da 340 hp, è stato impiegato dal 1974.