Storia della filosofia/Duns Scoto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Corretto nome parametri
Corretto nome parametri
 
Riga 49:
== Teologia ==
=== Volontarismo ===
Scoto era un teologo agostiniano-francescano.<ref name="Franciscan Media">{{cita web |titolo=Blessed John Duns Scotus |websitesito=Franciscan Media |url=https://www.franciscanmedia.org/blessed-john-duns-scotus/ |access-dataaccesso=2 aprile 2020-04-02}}</ref> Di solito è associato al volontarismo teologico, la tendenza a sottolineare, in tutte le questioni filosofiche, la volontà di Dio e la libertà umana. La principale differenza tra la teologia razionale dell'Aquinate e quella di Scoto è che Scoto credeva che alcuni predicati potessero essere applicati univocamente - con esattamente lo stesso significato - a Dio e alle creature, mentre l'Aquinate insisteva sul fatto che ciò è impossibile e che solo la predicazione analogica può essere impiegata, cioè quella in cui una parola applicata a Dio ha un significato diverso, sebbene correlato al significato della stessa parola applicata alle creature. Duns ha a lungo tentato di dimostrare la sua teoria dell'univocità contro la dottrina dell'analogia dell'Aquinate.
 
Scoto dedicò la ''Lectura'' I 39, tenuta tra il 1297 e il 1299, a confutare l'opinione che tutto è necessario e immutabile. Egli sostiene di avere due obiettivi (''Lectura'' I 39, §31): primo, considerare la contingenza in ciò che è (''de contingentia in entibus''); secondo, considerare come la conoscenza certa di Dio sia compatibile con la contingenza delle cose. Scoto cerca di difendere la validità della teologia cristiana dall'attacco dei filosofi antichi. L'argomento principale è spiegato nella ''Lectura'' I 39, §§49–53. Sostiene che un essere necessario (Dio) è in grado di avere una conoscenza contingente, e che sebbene questa conoscenza sia contingente, non è necessariamente mutevole e soggetta al tempo. Afferma inoltre che Dio non può avere una conoscenza determinata del futuro, e a sostegno di questa tesi utilizza il ''De Interpretatione'' IX di Aristotele. Scoto sembra cercare di dimostrare pienamente che il testo di Aristotele non è in contraddizione con la dottrina cristiana di Dio: sostiene che Dio vuole con una sola volontà (''unica volitione'') qualunque cosa voglia. Dio ha una volontà ''ad intra'', ma questa volontà può essere correlata a molte cose opposte ''ad extra''. Dio può simultaneamente volere una cosa al tempo 1 e l'opposto al tempo 2.