Scienze della Terra per le superiori/La tettonica delle placche: differenze tra le versioni

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* '''Intervallo arco-fossa'''. La fascia tra la fossa e l'arco che si sviluppa al suo interno può variare da una cinquantina a circa 300 Km di ampiezza, ed è composta da crosta oceanica con sedimenti indisturbati nel caso di una subduzione tra due placche di crosta oceanica, mentre è composta di crosta continentale o di transizione fortemente tettonizzata nel caso in cui abbiamo la subduzione di crosta oceanica sotto una placca continentale.
* '''Arco magmatico'''. Gli archi magmatici sono fasce vulcaniche curvilinee all'incirca parallele alle fosse e alle zone di subduzione. Il vulcanismo è originato dalla consumazione della crosta oceanica della placca in corso di subduzione e dalla risalita del magma derivato dalla sua fusione. I prodotti vulcanici sono molto più differenziati di quelli di dorsale, perché il magma in risalita ha il tempo di differenziarsi nelle camere magmatiche. Quindi accanto alle lave basaltiche vi sono lave dacitiche e andesitiche, molto più viscose. Vi è anche attività plutonica, con termini intrusivi (rocce granitoidi). Il vulcanismo è spesso di tipo esplosivo (molto pericoloso) e gli apparati sono sovente strato-vulcani. Gli archi magmatici possono essere di due tipi:
** '''Archi insulari'''. Quando la subduzione è tra due placche di crosta oceanica, gli archi sono composti da allineamenti di isole vulcaniche (come ad esempio le Isole Marianne, le Kurili o le Aleutine).
** '''Margini continentali attivi'''. Quando si ha subduzione di crosta oceanica sotto un margine continentale. Un esempio tipico è il margine occidentale dell'America Meridionale. In questo caso la collisione con una placca oceanica dà origine ad una catena montuosa ('''orogenesi''') per le forti spinte compressive. La crosta continentale sotto la cordigliera andina è molto ispessita (50-75 Km). La risalita di magmi dalla placca in subduzione, per differenziazione successiva porta alla formazione di ''batoliti'' a composizione acida (rocce granitoidi).
* '''Area di retroarco'''. Dietro i sistemi di archi insulari si hanno bacini di tipo oceanico, anche se di dimensioni ridotte (''bacini di retroarco''), impostati su normale crosta oceanica. Tipici esempi sono i bacini marginali sul margine ovest del Pacifico, come il Mar del Giappone, il Mar Cinese Meridionale, il Mare di Okhotsk o il Mare di Bering. Dietro i margini continentali si possono avere depressioni tettoniche intra-continentali.
 
Se una placca è composta in parte di crosta continentale e in parte di crosta oceanica, la convergenza con un margine continentale può portare alla totale consumazione per subduzione della crosta oceanica. In questo caso, si ha una collisione diretta tra continenti e un processo di '''orogenesi''', con la formazione di una '''catena collisionale'''. Poiché la crosta continentale è più leggera della crosta oceanica, lo sprofondamento di crosta continentale sotto altra crosta continentale e la sua consunzione nel mantello è impossibile (o comunque la subduzione è molto limitata). A causa quindi della resistenza della crosta continentale allo sprofondamento, le spinte compressive danno luogo a grandi falde (lembi crostali) che scorrono le une sulle altre e si "impilano" formando catene montuose di grande estensione e altitudine, mentre ai margini interni dei due continenti collisi, dove la deformazione è minore, si ha uno stile strutturale prevalente a pieghe e faglie. Esempi tipici sono le Alpi, gli Appennini, l'Himalaya. In queste catene si ha generalmente più attività plutonica e filoniana (intrusione di magmi in profondità) che vulcanica.

Nel complesso di falde tettoniche impilate di queste catene è frequente avere "brandelli" della originale crosta oceanica e dei sedimenti pelagici (radiolariti, argilliti e calcari pelagici) che la ricoprivano, portati in superficie per '''obduzione''' dalle spinte tettoniche. Questi termini si dicono per tradizione '''ofioliti''' (dal greco ''ophis'', serpente) per il colore verdastro e l'aspetto "scaglioso" dei termini ignei basaltici e peridotitici, metamorfosati in ''serpentiniti''. La grande importanza geologica delle ofioliti risiede nel testimoniarefatto che la loro presenza testimonia, all'interno delle grandi catene montuose collisionali come le Alpi e l'Himalaya, la presenza di resti obdotti di un bacino oceanico preesistente consumato dal fenomeno della subduzione. Questa evidenza è uno dei pilastri della tettonicadelletettonica delle placche e le ofioliti hanno quindi un ruolo centrale nella conferma di tale teoria. In catene derivate da una collisione oceano-continente, come le Ande, le ofioliti sono assenti in quanto tutta la crosta oceanica è ancora convogliata nel piano di subduzione e non vi è possibilità di obduzione.
 
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==== Margini trasformi ====
[[File:Points triples entre plaques continentales.svg|thumb|left|verticale=1.78|Mappa dei margini di placca. I principali margini trasformi sono in nero; in verde le fosse (margini attivi) e in rosso le dorsali.]]
[[File:RomancheScotia TrenchSea NOAA.jpg|thumb|right270px|verticale=1.5|La ''Romanche Trench'', zona di faglia che separa la PlaccaMappa Africanabatmetrica dalladella Placca SudamericanaScotia.]]
[[File:ScotiaPlate.png|thumb|270px|La Placca Scotia (SCO) delimitata dalla Placca delle South Sandwich, dalla Placca Antartica, dalla Placca Sudamericana e infine dalla Placca delle Shetland, appena sopra la Penisola Antarctica.]]
In corrispondenza di questo tipo di margine non si ha né convergenza né divergenza delle placche (e quindi non abbiamo né creazione né distruzione di crosta), ma le placche si muovono orizzontalmente in senso opposto "strisciando" l'una contro l'altra. Si tratta dei '''tratti attivi delle faglie trasformi'''. Abbiamo visto che questi tratti collegano i vari segmenti delle dorsali oceaniche e si prolungano nei tratti inattivi definendo i circoli di rotazione delle placche. Nella grande maggioranza dei casi i tratti attivi delle trasformi sono limitati (al massimo alcune decine di chilometri), quindi di fatto sono considerati parte della zona assiale della dorsale. In diversi casi però, faglie trasformi collegano segmenti di dorsale o di fossa fortemente dislocati (fino a centinaia o addirittura migliaia di chilomentrichilometri), e in tal caso segnano una effettiva separazione tra placche tettoniche oceaniche.
 
Un buon esempio è quello visualizzato che riguarda la Placca Scotia. Questa placca minore, piuttosto complessa, allungata e con decorso est-ovest, è situata tra la Patagonia e il Plateau delle Malvine (Falkland) a nord e la massa continentale antartica a sud. E' delimitata a est dalla Placca delle South Sandwich (mediante una dorsale attiva e in espansione), a sud dalla Placca Antartica, a nord dalla Placca Sudamericana (SAM) e infine dalla Placca delle Shetland in corrispondenza della Penisola Antartica. Il limite ovest è dato dalla terminazione sud della fossa oceanica sudamericana e da una sua trasforme. Questa placca è costituita per la maggior parte da crosta oceanica e in parte, ai margini nord e sud, da frammenti di crosta continentale. I limiti nord e sud sono formati da grandi faglie trasformi, rispettivamente: a nord la North Scotia Ridge, una trasforme sinistra che disloca la Scotia Plate contro la Placca Sudamericana; a sud la South Scotia Ridge (altra trasforme sinistra), che disloca la Scotia Plate contro la Placca Antartica.
 
Un buon esempio è quello visualizzato che riguarda la Zona di Frattura Romanche (Romanche Trench o Romanche Furrow), che nel suo tratto attivo, nel quale disloca la Dorsale Medio-atlantica di circa 900 Km, costituisce un limite di trascorrenza tra la Placca Africana e la Placca Sudamericana (tratto con le frecce nella figura). Nel tratto attivo (segnato dalle frecce) la faglia è una trascorrente destra (i due lati della faglia si muovono l'uno rispetto all'altra da sinistra a destra). In questo tratto non si ha accrezione di nuova crosta oceanica ma solo movimento relativo ai due lati della zona di faglia.
[[File:Juan-de-fuca-plate.PNG|thumb|left|verticale=1.5|La ''Mendocino Triple Junction''. Le tre placche che si incontrano in questo settore sono la Placca Pacifica, la placca minore di Gorda e la Placca Nord Americana.]] [[File:San Andreas Fault Map IT.svg|thumb|right|verticale=1.5|La Faglia di S. Andrea, da Capo Mendocino a nord a S. Bernardino (al confine con il Messico) a sud.]]
Un altro esempio di interesse è la Giunzione Tripla di Mendocino (''Mendocino Triple Junction''), un tratto attivo di faglia trasforme presso Capo Mendocino (California del nord) che disloca la Dorsale di Gorda, separando la Placca di Gorda dalla Placca Pacifica. Qui si incontrano la Zona di Frattura di Mendocino o ovest, il tratto più settentrionale della Faglia di S. Andrea a sud e la Zona di Subduzione di Cascadia a nord (in cui la Placca di Gorda viene subdotta sotto la Placca Nordamericana). Si tratta di una giunzione tripla del tipo FFT (''Fault-Fault-Trench'' ovvero faglia-faglia-fossa). La placca di Gorda (alimentata dalla Dorsale di Gorda) e la Placca Pacifica si muovono orizzontalmente l'una contro l'altra generando una forte sismicità.