I promessi sposi/Peste: differenze tra le versioni

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Le principali fonti utilizzate dal Manzoni sono il ''De peste quae fuit anno 1630'' di [[w:Giuseppe Ripamonti|Giuseppe Ripamonti]], il ''De peste'' di [[w:Federico Borromeo|Federico Borromeo]] e le opere del Tadino e del Rivola.
 
Il morbo è portato dai '''Lanzichenecchi''': i primi casi si verificano in Lombardia sulla ''striscia di territorio'' percorsa dall'esercito; la gente inizia ad ammalarsi e a morire di ''mali violenti'' e ''strani'' nei quali i più anziani riconoscono quelli della peste che aveva colpito il milanese ''cinquantatrecinquantatré anni avanti'', nota come ''peste di San Carlo'' ([[w:1576|1576]]).
 
In seguito ai casi verificatesi nella terra di [[w:Chiuso|Chiuso]] e, successivamente a [[w:Lecco|Lecco]] e a [[w:Bellano|Bellano]], il tribunale di sanità ordina un'ispezione che accerta la presenza delle ''brutte e terribili marche'' della peste. Il fatto viene riportato al governatore ma, come dice il Ripamonti, ''belli graviores esse curas'' (le preoccupazioni della guerra erano più gravi).