Scienze della Terra per le superiori/Il modellamento glaciale: differenze tra le versioni

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L’evoluzione nel tempo di un ghiacciaio dipende principalmente dal '''bilancio tra gli accumuli di acqua allo stato solido (ghiaccio, neve) e le perdite (ablazione)'''.<br>
● '''Accumulo'''. Le '''precipitazioni nevose''' sono la fonte più ovvia e, in generale, la più importante di accumulo per i ghiacciai, ma non la sola. Contributi significativi possono venire dalle '''valanghe''' e dalla '''neve portata dal vento''', oltre che dal '''rigelo dell'acqua di fusione e di pioggia'''. In particolare, in piccoli ghiacciai di circo l'apporto delle valanghe e della "neve ventata" può essere importante, talora anche più delle precipitazioni atmosferiche di neve. Queste fonti alternative di neve sono in grado di sostentare e anche di formare ghiacciai anche al di sotto del limite di altitudine delle nevi perenni.<br>
● '''Ablazione'''. L'ablazione include tutti i processi per cui un ghiacciaio può perdere massa. La '''fusione''' è il processo più evidente di ablazione: il calore che causa la fusione della neve può giungere dalla luce solare diretta, dall'aria, dalla pioggia, dal calore geotermico dalle rocce del substrato. La '''sublimazione''' (cambiamento di stato da solido a vapore, senza passare per la fase liquida), gioca un ruolo significativo in regioni molto fredde e aride, alle alte latitudini (ad esempio in Antartide) e ad elevate altitudini. Le '''valanghe''' possono asportare materiale da un ghiacciaio (oltre ad accumularlo, come detto prima), così come la '''deflazione da parte del vento'''. Nei ghiacciai che scendono al livello del mare, il distacco di iceberg gioca un ruolo molto significativo nell'asportazione di materiale.<br>
[[File:Glacial ice formation LMB.png|thumb|right|verticale=0.9|Stadi di formazione del ghiaccio]]
Nell''''area di accumulo''', al di sopra del limite delle nevi perenni, e a latitudini polari, la neve è in fiocchi soffici, asciutti e leggerissimi a causa dell'inclusione di grandi quantità di aria (densità 0,18937246 g/cm³), col tempo si accumulano e si compattano sotto l'azione combinata del proprio peso e del processo di '''''metamorfismo'' dei cristalli di ghiaccio''', che porta ad espellere l'aria contenuta negli interstizi ed a formare aggregati via via più densi: prima la '''neve granulare''' (0,3 g/cm³) e poi, dopo una estate, il '''Firn''' (0,5 g/cm³). La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri.<br>