Scienze della Terra per le superiori/Il modellamento glaciale: differenze tra le versioni

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=== Ghiaccio e acqua nei ghiacciai ===
[[File:Glacial ice formation LMB.png|thumb|right|verticale=0.9|Stadi di formazione del ghiaccio]]
Nell'area di accumulo, al di sopra del limite delle nevi perenni, e a latitudini polari, la neve è in fiocchi soffici, asciutti e leggerissimi a causa dell'inclusione di grandi quantità di aria (densità 0,18937246 g/cm³), col tempo si accumulano e si compattano sotto l'azione combinata del proprio peso e del processo di '''''metamorfismo'' dei cristalli di ghiaccio''', che porta ad espellere l'aria contenuta negli interstizi ed a formare aggregati via via più densi: prima la '''neve granulare''' (0,3 g/cm³) e poi, dopo una estate, il '''Firn''' (0,5 g/cm³). La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri.
 
Lo strato superficiale di materiale nevoso si situa nella parte più interna dell'area di accumulo, in cui le condizioni climatiche ne consentono la conservazione per la maggior parte dell'anno. A causa del movimento continuo del ghiacciaio verso valle, la neve sarà espostafonde progressivamente a fusione fino alla '''linea della neve''', oltre la quale è esposto il firn. Lo strato di firn (considerevolmente più compatto e resistente al disgelo) si estende più a valle per un certo tratto (variabile ovviamente con le condizioni climatiche). In un ghiacciaio, la '''linea del firn''' separa l' '''area di accumulo''' dall' '''area di ablazione'''. Oltre questa linea abbiamo il ghiaccio esposto, eventualmente ricoperto in parte di detrito ('''till'''), che può accumularsi fino a formare vere e proprie '''morene'''. Nella stagione estiva possono formarsi canali in cui scorre l'acqua di fusione, fino a '''torrenti supraglaciali'''.
La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri. Nei ghiacciai delle zone temperate il processo è accelerato dall'eventuale addizionamento di ghiaccio formatosi in seguito al rigelo, durante la notte, dell'acqua di fusione della neve prodottasi durante il giorno per innalzamento della temperatura. Occorrono, comunque, in media cinque anni perché si formi ghiaccio sotto un accumulo di neve spesso una ventina di metri.
 
Nei ghiacciai (soprattutto quelli in aree a clima temperato) non c'è solo ghiaccio: l''''acqua di fusione''' che si genera durante il giorno (o nei periodi senza gelo), o anche la pioggia in estate, si infiltra all'interno della porosità tra i cristalli di neve e di firn, fino a incontrare la superficie del ghiaccio vero e proprio, che è praticamente impermeabile. Qui inizia a scorrere lungo la pendenza naturale dello strato di ghiaccio e si raccoglie in uno strato in cui la porosità è completamente satura d'acqua. L'acqua accumulata in questa zona può sfruttare fratture del ghiaccio per scendere ulteriormente fino alla superficie della roccia, ove prende a scorrere formando ''condotti subglaciali''. Con l'avanzare verso la fronte questi condotti tendono a confluire, ricevendo anche l'apporto da parte dei crepacci soprastanti, e a formare ''cavità subglaciali'', che possono alloggiare uno o più '''canali subglaciali''', fino a veri e propri torrenti. In ultimo, l'acqua fuoriesce dalla ''fronte glaciale'' come '''torrente proglaciale'''.
Lo strato superficiale di materiale nevoso si situa nella parte più interna dell'area di accumulo, in cui le condizioni climatiche ne consentono la conservazione per la maggior parte dell'anno. A causa del movimento continuo del ghiacciaio verso valle, la neve sarà esposta progressivamente a fusione fino alla ''linea della neve'', oltre la quale è esposto il firn. Lo strato di firn (considerevolmente più compatto e resistente al disgelo) si estende più a valle per un certo tratto (variabile ovviamente con le condizioni climatiche). In un ghiacciaio, la '''linea del firn''' separa l' '''area di accumulo''' dall' '''area di ablazione'''. Oltre questa linea abbiamo il ghiaccio esposto, eventualmente ricoperto in parte di detrito (till), che può accumularsi fino a formare vere e proprie morene. Nella stagione estiva possono formarsi canali in cui scorre l'acqua di fusione, fino a '''torrenti supraglaciali'''.
 
Nei ghiacciai (soprattutto quelli in aree a clima temperato) non c'è solo ghiaccio: l'acqua di fusione che si genera durante il giorno (o nei periodi senza gelo), o anche la pioggia, si infiltra all'interno della porosità tra i cristalli di neve e di firn, fino a incontrare la superficie del ghiaccio vero e proprio, che è praticamente impermeabile. Qui inizia a scorrere lungo la pendenza naturale dello strato di ghiaccio e si raccoglie in uno strato in cui la porosità è completamente satura d'acqua. L'acqua accumulata in questa zona può sfruttare fratture del ghiaccio per scendere ulteriormente fino alla superficie della roccia, ove prende a scorrere formando ''condotti subglaciali''. Con l'avanzare verso la fronte questi condotti tendono a confluire, ricevendo anche l'apporto da parte dei crepacci soprastanti, e a formare ''cavità subglaciali'', che possono alloggiare uno o più '''canali subglaciali''', fino a veri e propri torrenti. In ultimo, l'acqua fuoriesce dalla ''fronte glaciale'' come '''torrente proglaciale'''.
 
== Forme di erosione ==