Scienze della Terra per le superiori/Il modellamento eolico: differenze tra le versioni

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Quindi i '''depositi sabbiosi eolici''' (i tipici '''sedimenti di duna''') sono normalmente ''ben selezionati'', di dimensioni quasi mai grossolane (mediamente si tratta di sabbia fine), con clasti ''ben arrotondati'' e tendenzialmente composti dai minerali più resistenti (il quarzo è spesso dominante). Questi sono tratti distintivi rispetto ai depositi sabbiosi di origine marina e fluviale. In altre parole, le sabbie di origine eolica hanno una '''elevata maturità''', sia dal punto di vista ''tessiturale'' (arrotondamento e selezione elevati) che ''composizionale'' (granuli con composizione uniforme e di minerali ad elevata durezza).
 
I '''depositi residuali''' delle zone di ''deflazione'' hanno granulometria bimodale (cioè con due classi granulometriche dominanti). La più elevata è costituita da sabbia molto grossolana e ciottoli, fino a massi (che non possono essere presi in carico dalle correnti eoliche), sovente con arrotondamento molto scarso, indice di scarsa rielaborazione. La più fine è rappresentata da un mix di silt e argilla. Le frazioni granulometriche più fini restano in posto perché i sedimenti molto fini sono tendenzialmente ''coesivi'' (ovvero: dotati di coesione), in quanto (rispetto alle frazioni più grossolane) qui agiscono in misura maggiore le forze di attrazione ''elettrostatica'' tra i granuli stessi, soprattutto per la presenza di minerali argillosi di forma lamellare (quindi con un elevato rapporto superficie/volume).
 
I depositi derivati dalle polveri in sospensione per decantazione, come detto in precedenza, formano il '''loess'''. Si tratta di un terreno omogeneo, poroso, friabile, di colore giallo pallido o ocra, leggermente coerente, tipicamente non stratificato e spesso debolmente cementato da carbonato di Calcio. I grani del loess sono angolosi (scarsissimo arrotondamento), e composti da cristalli di quarzo, feldspato, mica e altri minerali.