Rivelazione e Cabala/Crisi della tradizione: differenze tra le versioni

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= 1475–1575: Crisi della tradizione mediata nella Cabala =
Per i successivi 150 anni circa, la Cabala – e in particolare la Cabala spagnola – entrò in un periodo di grande inerzia. Sebbene alcuni libri importanti venissero scritti durante questo periodo, specialmente a Bisanzio, non emersero però nuovi importanti sistemi cabalistici che possiamo individuare in tale lasso di tempo.<ref>Si veda Idel, "Kabbalah in Byzantium".</ref>
 
Tuttavia, a partire approssimativamente con l'anno 1475, cioè alla vigilia dell'[[w:Decreto dell'Alhambra|espulsione degli ebrei dalla Spagna]], si verificò un intero secolo di intensa creatività cabalistica, che produsse una varietà di sistemi cabalistici diventati classici e in alcuni casi persino canonici. In quasi tutti possiamo trovare il riverbero della retorica che si occupa dell'importanza della trasmissione di segreti cabalistici noti alle generazioni precedenti, ripetendo così ciò che avevano trovato nelle loro fonti, in particolare la suddetta citazione di Nahmanide; ma ''de facto'', operarono senza fare affidamento sul presupposto che essi stessi avessero effettivamente ereditato una tale tradizione orale dai loro insegnanti umani. I cento anni sopra menzionati formano un'unità temporale significativa, poiché iniziano intorno al 1475 con l'emergere di un'intera letteratura cabalistica relativa al ''Sefer Meshiv'', e terminano con la dispersione del centro cabalistico di Safed, segnato dalla morte tra il 1570 e il 1575 di tutte le figure principali (con l'importante eccezione di Rabbi [[w:Hayim Vital|Hayim Vital]]).
 
Possiamo parlare di una crisi della categoria di trasmissione orale come operativa negli sviluppi della Cabala nel secolo in esame di seguito. In molti casi, quello che gli studiosi concepiscono come il periodo della nascita della Cabala e del suo sviluppo nei tre secoli precedenti, fu concepito da questo cabalista come il periodo di declino di tale tradizione.<ref>Si veda ''Shevah̠ Hokhmat ha-Kabbalah'', printed in ''Shaʾar ha-Gilgulim'' (Premiszle, 1975), fol. 26cd.</ref> Questa consapevolezza di una crisi nel concetto di trasmissione continua e la divulgazione di ciò che è stato insegnato oralmente, in forma scritta, invitò due diverse forme di continuità: quella delle rivelazioni – che descriverò come continuità gnoseologica – e quella di una forte affinità ontologica con il mondo divino, che non necessariamente costituisce una rivelazione. In entrambi i casi il ruolo di mediazione dell'attuale istituzione religiosa quale fonte della vera Cabala – come immaginato da Nahmanide e dalla sua scuola – è stato ''de facto'' obliterato, sebbene la sua importanza sia menzionata più volte ''de jure'', e un'intima connessione con la fonte divina è concepita come possibile nel presente.
 
Questa crisi può avere diverse cause storiche. La prima parte del secolo che prenderemo in considerazione è caratterizzata da un forte spostamento geografico: le espulsioni degli ebrei dalla Spagna e poi dal Portogallo, il che significa la scomparsa del più importante centro cabalistico. Questo evento fu preceduto da un periodo di declino della situazione ebraica nella penisola iberica, ed venne seguito da periodi di peregrinazioni di molti cabalisti, che si spostarono da un paese all'altro e talvolta da un continente all'altro. Pertanto, per la prima parte del secolo che esamineremo, la mobilità fu caratteristica di molti cabalisti, e in molti casi i cabalisti spagnoli viaggiarono da soli e dovettero stabilire il loro prestigio nei nuovi luoghi in cui arrivavano per conto loro.<ref>Cfr. Idel, "On Mobility".</ref> Durante questo periodo, l'ascesa dell'importanza del libro dello ''[[Zohar]]'', specialmente tra i cabalisti spagnoli, fu drammatica, e si presumeva che l'evento principale nella storia della Cabala avesse avuto luogo un millennio e mezzo prima, lasciando poco spazio alle autorità cabalistiche nell'interim.<ref>Si veda Huss, ''Like the Radiance of the Sky'', 218–240.</ref> Nella seconda parte dei cento anni, il libro fu stampato per la prima volta da due tipografie italiane e ne furono compilati i commentari più importanti, mentre [[w:Guillaume Postel|Guillaume Postel]] ne tradusse gran parte in latino sotto l'impatto di una personalità femminile, Suor Juana. Così nel sedicesimo secolo questo libro si fece strada più che mai alla ribalta della tradizione cabalistica.
 
 
 
 
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[[Categoria:Rivelazione e Cabala|Crisi della tradizione]]